Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

TATUAGGIO ovvero COMPLEANNO / Enzo Moscato (Una stanza molto disadorna, con un tavolo, due sedie, un attaccapanni verticale. Le due sedie sono disposte l'una di fronte all'altra, nella posa di un "colloquio". Il tavolo invece sembra essere apparecchiato per una intima festicciola tra amici. Sopra vi sono disposte delle rose rosse, legate in un piccolo fascio adagiato in senso orizzonta/e, accanto a una bottiglia di modesto spumante, già stappato, e a una coppa di cristallo. Accanto alla coppa, ma in un angoletto appena appena sfiorato dalla luce, fanno mostra di loro: un falso diadema, un paio di orecchini e una grossa pistola. L 'azione potrebbe essere atemporale, ma per connotazioni emotive, meglio sarebbe collocar/a ai giorni nostri.) PROTAGONISTA (Principiando aparlare con tono sussiegoso verso la sedia) Dunque, te l'ho chiesto perché, dalla prossima puntata, la protagonista del mio ultimo romanzo, Cartesiana, "a faccio parlà pure "o Tedesco! Sissignore! Tedesco puro, purissimo di Bavaria! Dirà ... katzen: gatti, schlafen: dormire, kartolffen: patane ... e... "Darf'ich in haus, gennetiche frau?", come a dire: "Pozz'ascì' nu mumento fora, cara signora?", e ancora: "Schreiben zaff, aufertaf, bitte!", come a dire: "Vuttate e mmane, facite ampressa, nun ve 'ntalliate, pe' cortesia!". (Per niente perplesso o dubbioso verso il suo improbabile e personalissimo Tedesco - cdn tono sempre piano di sussiego) Certo: tu, Ines, adesso, potresti dirmi: "E come mai che la tua protagonista Cartesiana, dalla Spagna dove l'avevi lasciata, bell'e bbuono, mo', 'a faie parla' pure 'o Tedesco, nientedimeno la mandi in Germania, addirittura a Francoforte?" (Con affettuoso ma affettato rimprovero) Beh, cara Ines, queste domande non me le dovresti proprio fare! Non è da te farmi queste stupide domande! Perché la mando in Germania, addirittura a Francoforte e non, chessò, da un'altra parte, magari in Africa, magari a Mogadiscio?! (Riflettendoci su un po') Santo Dio, faccio così perché così vuole la mia scrittura! Così esigono i meccanismi del mio immaginario, così vogliono i dedali della mia type-writer! But what hideous people you are, Ines, my honey! !! (Lunga pausa, poi, girando lo sguardo misteriosamente tutt'intorno alla stanza, come se cercassequalcosa, con appena un filo tremante di voce) ~è, Rusinè, Rusinè? (schiocco con la lingua sotto il palato) Rusinè, Rusinè, Rusinè? (come sopra) Lo sai di chi è il compleanno oggi, lo sai di chi è, chi è? Rusinè, Rusinè, Rusinè? (schiocco con la lingua) Rusinè, Rusinè, Rusinè? (c.s.) Lo sai di chi è il compleanno oggi, lo sai di chi è, chi è? (Battendo entrambe le palme delle mani sulle ginocchia) Sant' Antuono, Sant' Antuono, pigliate 'o viecchio e damme 'o nuovo e dammillo forte forte comm'a 'na capa 'e morte ... ! (Si alza di scatto dalla sedia, guarda terrorizzato verso ilpubblico, cercadi tenere il viso nell'ombra, quasi offeso di essere "scoperto" nella sua delirante intimità) Chi siete? Cosa volete? La gatta? Quale gatta? Nun è trasuta nisciuna gatta, ccà! Ce steva 'nu sòrice, 'na vota, ma ... l'avimme scannato! Anzi, s'è scannato lui stesso, cu' 'e mmane soie! I sorci si uccidono sempre da soli, sapete, non c'è bisogno di una gatta, per farlo, né tantomeno delle rose, per quanto avvelenate! (Con enfasi improvvisa) Sì, sì! Dedico a Ines, questo canto. A Ines, al Teatro lirico, alle sue Bambole. E anche agli storpi, con una striscia di stelle sulla testa calva, fino alla nuca. E dico in my heart forever: Che dopo la morte venga il diamante sul fiore di loto, e dico ancora: Oh, Signore, perché ci hai fatto nascere se non per essere assolutamente divini? La sua testa è un ovoide perfetto, ormai, i suoi occhi sono petali di fuoco, le sue labbra hanno la pienezza del mango, e l'arco delle sue sopracciglia ricalca quello di Krishna ... oh, my lord, why, why, did he die so young, as soon as I say? (Va verso il tavolo, si avvicina alla torta, tira fuori da una delle tasche del kimono una scatola di fiammiferi, sussurrando parole incomprensibili accende qualche altra candelina, si versa un po' di spumante nella coppa, lo accosta alle labbra, ci ripensa, lo rovescia sul pavimento e quasi con rabbia ritorna allasedia di prima, fissando l'altra con muto rancore) Orbene, la mia Cartesiana, maritatasi con Cha-cha-cha, un'ex operata a Casablanca come lei, dopo vari anni di matrimonio ovviamente sterile, tramite una conoscenza che "essa" teneva dentro a una cosiddetta "Banca del Seme" di stanza a Barcellona, riesce a fa' finalmente una figlia, una figlia in provetta, une bebèe artificielle, e 'a mette nomme niente di meno che Spinoza, ma non, come puo' pensare tu, per un dovere, per un rispetto "filosofico" verso quel grand'uomo che, come sai, faceva il pulitore di... lenti ad Amsterdam, no, no! La mette nomme Spinoza, pecché chesta creatura era "spinosa" overamente: irta, brutta 'e carattere, 'nu ciuccio 'e fuoco: tutto chello ca 'a mamma e 'o pate facevano, a essa, nun le 'ieva maie bbuono: eva 'a murmulià, eva 'a murmulià sempe! Piglia Spinoza, acchiappa a Spinoza, 'nu iuorno, 'sta criatura, da dentro alla cosiddetta banca del seme, dove si trovava, e dove ancora la tenevano rinchiusa all'incubatrice, per 35

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