Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

ILCONTUTO Raffaele Vlvlanl In un suo spettacolo, con Luisella Vlvlanl e Anna Furia. ta partecipazione di chi in realtà è troppo oppresso dalle proprie miserie per prestare vero interesse alle disgrazie altrui. Viviani ha narrato le contraddizioni di una società e di una cultura senza arrestarsi di fronte a quelle più intime e ambigue. Da grande artista, oltre che da grande antropologo. Ora, finalmente, la sua opera torna in libreria. Pronubo l'ente locale (in questo caso il comune di Castellammare di Stabia, luogo natale dell'autore) l'editore Guida ha iniziato la pubblicazionein più volumi di tutta l'opera di Viviani. Il primo comprende i lavori in un atto (ma assai ampio) o due, degli inizi: // Vicolo, Via Toledo di notte, Piazza Ferrovia, Via Partenope, Scalo Marittimo, Borgo Sant'Antonio, e in un'appendice che è bensì di 418 pagine, gli spartiti delle musiche di ciascuno di questi spettacoli. La prima parte è curata (per la trascrizione del napoletano, per le note di traduzione) da Antonia Lezza, la seconda da Pasquale Scialò: con amore e competenza. E il tutto è prefato da Guido Davico Bonino, con amore, ma lasciando nel lettore il sospetto di qualcuno che non si è reso ben conto, proprio per la sua lontananza dall'argomento, dell'importanza di ciò che gli veniva chiesto. Il tutto - un volume rilegato di più di 700 pagine) - costa 60.000 lire. Ci permettiamo di sostenere che forse sarebbe più giovato, al rilancio di Viviani, un volumetto senza le musiche (o solo con alcune) più sintetico, e che cominciasse a mettere a disposizione dei più i testi più importanti, anche 18 MEMORIA se pochi. Così, si rischia di nuovo di lasciare Viviani agli "addetti ai lavori" - che poi, in questi campi, si sa bene essere pochi e non tanto svegli... Ciò nonostante: finalmente! Finalmente Viviani può tornare a parlare e a cantare, a far sentire la sua voce, a pretendere il posto che merita dentro l'Olimpo dei nostri pochi grandi, tra Verga e Gadda, Svevo e la Morante, Pirandello e Calvino e pochi pochissimi altri (tra i quali primi, e anche questo va pur detto, non c'è Eduardo). N.B. - Nel genere "editoria assistita di lusso", vanno anche ricordati alcuni grossi e assai bei volumi illustratissimi dedicati a Pirandello: Pirandello capocomico, a cura di A. D'Amico e A. Tinterri (editore Enzo Sellerio) e Pirandello e il teatro siciliano, a cura degli attivissimi e benemeriti "archivisti" della cultura siciliana S. e E. Zappulla (editore Giuseppe Maimone) e, rimanendo in Sicilia, ad Angelo Musco, ancora a cura dei due Zappulla (Edizioni Novecento), volume di minuziosa e mai noiosa completezza. Libri importanti, bellissimi, ma perlopiù inaccessibili (chi scrive ha avuto il privilegio di riceverne due, e dato che spesso gli uffici stampa delle case editrici non sono né generosi né oculati, e di talune case editrici, anche ''insospettabili'', neanche simpatici - sentitamente ringrazia). ILFUOCODELLECAVERNE La morte di René Char Lanfranco Binni Il viaggiatore fu inclemente; viaggiò per un nuovo alfabeto. Ma non più segni, né decifrazione. Si trattò di strappare al presente la sua pelle antica: a cogliere i fragori sottili della lacerazione, gli echi concreti del grande silenzio, le spine dell'alba, il fuoco che sale. "Sono nato e cresciuto tra opposti tangibili a ogni istante, malgrado le loro vaste imposizioni e i colpi che si scambiavano. Ho corso le stazioni." Quando Eluard, nel 1929, riconosce in Char un compagno di viaggio e lo introduce nel movimento surrealista, il giovane poeta è già in avanti, oltre il carnaio del passato, oltre Rimbaud. Del surrealismo nella sua fase ascendente condivide la rivolta morale, l'azione coerente, la separazione dalla società degradata; non lo convincono le sue vie di fuga controllata, nel sogno, nell'inconscio, in una pratica letteraria a rischio ridotto. L'automatismo, che pure sperimenta, manca il bersaglio. Nel 1935, mentre il movimento di Breton è impegnato nella difficile trattativa tra surrealismo e comunismo, Char prosegue il suo viaggio. Molti anni dopo spiegherà le ragioni del suo allontanamento volontario: "Il surrealismo ha concluso il suo viaggio: la Storia gli ha attrezzato delle stazioni e degli aeroporti, nell'attesa di smistare in una biblioteca metodica le bellezze e le polveri, ciò che rimarrà la sua puerilità. ma anche il suo fasto e le sue giuste imprecazioni". In avanti, nei territori del rischio, c'è la realtà concreta, frammento istantaneo da cogliere in tutto il suo mistero, in tutta la sua primitiva energia: il quotidiano e le caverne preistoriche di Lascaux appartengono a un'unica realtà, quella "base" di cui la poesia, che sa coglieree vedere, costituiscela "cima". In questa sola realtà, l'unica data e da accettare in tutte le sue dinamiche profondità, non più da esorcizzarema da afferrare con furore, agiscono i carnefici della Storia, come porci vivono i loro complici, e si dirama la libertà degli uomini attraverso l'azione e attraverso la poesia. Dal 1941al 1945Char partecipa alla Resistenza contro l'occupazione italiana e tede- - sca; vi partecipa come combattente, è il capitano Alexandre. Ma il poeta che in rari momenti di "assenza" dalla lotta scrive i Fogli d'lpnos si mantiene "in avanti", sulla linea della massima resistenza a tutto ciò che minaccia l'esistenza cosciente degli uomini. "L'azione è cieca, la poesia vede... La poesia è la legge, l'azione rimane il fenomeno. Il lampo precede il tuono, illuminando dall'alto in basso il suo teatro, dandogli valore istantaneo". Vede con lucidità quanto sta accadendo: "Questa guerra si prolungherà oltre gli armistizi platonici. L'installazione dei concetti politici proseguirà in modo contraddittorio, nelle convulsioni e al riparo d'una ipocrisia sicura dei suoi diritti. Non sorridete. Bandite lo scetticismo e la rassegnazione e preparate la vostra anima mortale in vista d'affrontare intra-muros demoni di ghiaccio analoghi ai genii microbici. .. (... ). Si lasciano cadere con tutto il cumolo dei loro pregiudizi o ebbri dell'ardore dei loro falsi principì. Associarli, esorcizzarli, alleviarli, indurirli, ammorbidirli, quindi convincerli che da un certo punto in poi è del tutto relativa l'importanza delle idee acquisite; che tutto sommato 'la questione' è questione di vita e di morte e non di sfumature da far prevalere nel cuore d'una civiltà il cui naufragio rischia di non lasciare traccia sull'oceano del destino: è quanto mi sforzo di far approvare intorno a me".

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