Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

POISIA/MONTAGUI Oppure viene gettata dentro una moneta annerita, che affonda senza far rumore. La lenta alchimia dell'acqua la ripulisce: una regina del reame rifatta vergine. IV Sopra cinguettano uccelli. Sono la principale distrazione del pozzo, oscillano sulle punte dei rami, cantano ed oscillano, in guizzi vibranti d'ardenti corteggiamenti ed opere di nidi, provvedono alla prossima covata, che sembra sempre lo stesso pettirosso, tordo, merlo o re di macchia. Gli alberi per lo più tacciono. Le bufere parlano per bocca loro. Poi le foglie cadono veleggiando, d'un verde vivace o gialle, tradiscono le stagioni, finché uno splendente scudo di ghiaccio siJorma sull'unico occhio del pozzo: l'ultimo dono dell'anno, una statica trasparenza. V Ma un pozzo ha i suoi segreti. Sotto le foglie che galleggiano, sotto le pietre dormienti del muro a calce, l'imprevedibile balletto di pulci d'acqua, insetti, là la sorgente pulsa, poco più d'un tremore, un palpito tremulo, spasmi di silenzio, atomi di allegria, le risate nascoste della terra. La trota Disteso sull'argine tirai da parte I giunchi per allungare meglio le mani. Nell'acqua senza incresparla E calarle lentamente nel verso della corrente Fin dove stava lei, leggera come stella filante Nel suo fluido sogno sensuale. 64 Incorporeo signore della creazione Rimasi per un po' sospeso su di lei Assaporando la mia assenza, I sensi si espandevano nel moto Rallentato, la calma fotografica Che sale prima dell'azione. Appena la curva delle mie mani Passò sotto il suo corpo Lei sussultò, con visibile piacere. Ero così straordinariamente vicino Che potevo contare ogni macchiolina Senza però gettare alcuna ombra, finché I due palmi si incrociarono a gabbia Sotto le branchie che pulsavano leggere. Poi (entrando nella mia forma Ingrandita che correva nell'acqua) Strinsi. Ancora oggi riesco a Sentire il suo terrore nelle mie mani. Scena di strada irlandese con amanti Una tranquilla serata di pioggia: come rombi di seta Le foglie pendono dai rami gocciolanti. Un viale di lauri, e il canto tremulo Di un pettirosso che si bilancia un attimo, Spicca il volo e sparisce Per qualche sua furtiva faccenda. Una serata tranquilla, con cieli slavati e grigi; Un torpore come se il giorno Inclinasse verso il sonno, A parte il discorrere riservato Della pioggia sul selciato di pietra serena - Grondanti, loro si muovono in questa luce marina, Sembrano andare a nuoto più che a piedi, Stretti sotto la volta nera di un ombrello, La montatura di stecche come punte di stelle, E su ciascuna una stilla d'acqua che si forma lenta. Il mondo si riduce al fradicio logoro Scudo di panno sotto il quale sfilano. (traduzione di Alessandro Gentih) da "Selected Poems", The Dolmen Press, Dub'Jino 1982.

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