struttura atomica del nostro corpo, qualora presenti squilibri, mediante applicazione di energia in forma di raggi. Siamo infine vittime di un'altra malattia, contagiosa come le altre, ma assai più grave: una dilagante stupidità che ci spinge a usare le nostre scoperte come strumenti di autodistruzione. Grazie alla conoscenza di atomi e molecole e al dominio su quella che chiamiamo energia, abbiamo costruito meccanismi prodigiosi, di cui siamo tuttavia schiavi, e armi nuove di inaudita potenza distruttiva in grado di seminare la morte. Ma anche a questo porremo, con il tempo, rimedio. Già riusciamo a elevare il livello mentale dell'idiota alla quasi normalità, scaltramente stimolando la produzione di certe occulte secrezioni corporee. Perché non potremmo un giorno elevare l'uomo normale a un livello che si approssimi alla intelligenza? L'IGUANA Più parli, più mi è chiaro che voi uomini siete in errore. La via che avete intrapreso non può che portarvi al peggio. La vostra disgrazia non nasce da una scarsa conoscenza o da una imperfetta organizzazione ma dalla fiducia in ricerche destinate a rimanere incompiute e dal tentativo di manipolare il principio della vita senza averlo compreso a fondo. Il rimedio che ci vuole per voi è il ritorno allo stato di natura, dal quale mai avreste dovuto allontanarvi. Che cosa ti fa credere, ad esempio, di riuscire a "stimolare" i tuoi simili a pensarla come te e a concepire la salvezza a modo tuo - impresa di per sé difficile - prima che loro abbiano distrutto l'intera razza umana nel corso di una di quelle guerre di cui parli? E nel frattempo, vi ammalate, soffrire la fame, andate incontro a una morte precoce; o vivete, come tu mi dici, in uno stato di perenne infelicità. A noi questo non succede. Noi osserviamo le leggi della Natura; ignoriamo i nodi dolenti" - qualunque cosa essi siano - che derivano dalla repressione degli istinti naturali. Noi godiamo del momento; ci accoppiamo; ci rilassiamo. Il mattino ci svegliamo con le prime luci nei nostri accoglienti rifugi notturni; poi ci assestiamo sulle rocce familiari in attesa che la marea ritirandosi lasci allo scoperto le alghe; allora scendiamo sulla spiaggia e le sgranocchiamo ancora fresche di schiuma - che pasto squisito, come scivola leggero nella gola! Poi ci crogioliamo tutto il giorno, come vedi, in questo sole voluttuoso. Perché non arrendersi a questa calda e antica Natura? Oziate e amate anche voi come facciamo noi sauri! Voi chiacchierate incessantemente, come gli uccelli; ma dalla tua stessa descrizione è chiaro che - indipendentemente dai vostri pensieri - i vostri obiettivi non sono diversi dai loro e dai miei: procurarvi il cibo, godere il calore del sole, perpetuare la razza. Se il vostro paese è senza sole, come hai detto, se non vi offre alimenti a sufficienza, vi consiglio di trasferirvi nel nostro, dove vi è spazio per tutti. Ma, se mai decideste di venire qui, lasciateci in pace, ve ne prego. Permetteteci di restare così come come siamo; non stimolate le nostre secrezioni. Riuscireste soltanto a turbarci, a farci cadere ammalate. La nostra natura di iguane non è mai mutata, e desideriamo che non subisca modificazioni! NAUA .. LAIGINZAIWILION LO ZOOLOGO Non è mai mutata, tu dici? Ho visto gli scheletri di sauri venti volte più grandi dei più imponenti esemplari oggi esistenti! I discendenti, nel lontano passato, di qualche vostro antenato comune. Saresti pronta a sostenere davanti a questi scheletri giganteschi - strutturati esattamente come i vostri - che non siete mutate? Potrei mostrarti, alloggiato nella parte superiore dçl mio cervello, l'ultimo, inutile vestigio di un occhio che a me non serve più, ma che in voi ancora funziona tanto che la retina e il cristallino sono ben visibili su una scaglia della vostra cresta frontale; se, mentre dormi, passo la mano tra quest'occhio aperto e la luce, tu lo avverti e ti svegli subito. E potrei mostrarti, negli embrioni di entrambe le nostre razze, le fessure branchiali degli esseri a respirazione subacquea dai quali, voi e noi, discendiamo! Che genere di creatura ero quando anch'io avevo un occhio in mezzo alla fronte? Che genere di creatura eri tu quando vivevi nell'acqua e respiravi attraverso le branchie? Io non ero un uomo come tu non eri un'iguana. Forse eravamo la stessa creatura! Non siamo dunque immensamente mutati da allora? Hai ragione tu: condividiamo una medesima natura; ma l'evoluzione è caratteristica di questa natura comune. I vostri antenati si trasformarono in dinosauri ossia in esseri enormi e forti, destinati ad avere la supremazia sul mondo animale. Ma il raffreddamento del clima sul pianeta determinò la loro estinzione: malgrado la loro forza straordinaria, perirono a uno a uno. Noi uomini, invece, quando a nostra volta ci differenziammo dai nostri antenati, elaborammo mezzi più efficaci per affrontare le insidie del globo terrestre. Non la nostra forza fisica si accrebbe come nei dinosauri ma si affinò la nostra capacità di usare il cervello e le mani, permettendoci di elaborare tecniche particolari per l'uso degli strumenti. In rari casi altri animali hanno dato prova di questo talento; in genere hanno semplicemente sviluppato gli strumenti necessari alla sopravvivenza in forma di appendici corporee, che vi fanno da coltelli, ali, remi, lampade, caschi da immersione, batterie elettriche, armi di difesa, esche per attirare la preda. Devono esservioccorsi milioni di anni per produrre strumenti di questo tipo, mentre il singolo animale vive per un numero d'anni necessariamente limitato. Ma noi umani abbiamo appreso l'arte di utilizzare i materiali che l'ambiente ci offriva; e i nostri utensili sono innumerevoli perché, essendo ben distinti dal nostro corpo, possiamo prenderli quando ci servono e riporli a piacere. E quest'arte può condurci lontano. Ti ho già detto che siamo dei disadattati cronici; e d'altra parte è proprio nella nostra capacità di adattarci alle condizioni più sfavorevoli e innaturali che sta il più grande trionfo della razza umana. Nessun'altra creatura è, come l'uomo, in grado di sopravvivere in tanti e così diversi ambienti. Dobbiamo, però, affinare i nostri strumenti giorno e notte. E questo è il compito dello scienziato. Vi sono uomini che si accontentano di mangiare e di dormire al sole come fai tu, di soddisfare i propri appettiti, uomini che non sanno vedere al di là della propria morte, che si affidano serenamente a quegli istinti oscuri e qùell'energia 61
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