NARRARE LA SCIINZA/WILSON squame? e anche, da un lato, alla razza intera dei rettili, dall'altro, a quella degli uccelli, le cui piume erano, in origine, simili alle vostre squame? Abbiamo ritrovato lo scheletro di un animale assai antico, metà rettile e metà uccello. Non potrebbe essere il vostro comune antenato? E se così fosse, non si potrebbe azzardare l'ipotesi che noi tutti animali dotati di una colonna vertebrale e di un sistema nervoso in essa contenuto - iguane, uccelli, leoni marini, uomini -, siamo imparentati l'uno con l'altro? E, di conseguenza, perché non ipotizzare che uno stesso legame di parentela esista tra tutte le creature dal corpo fondamentalmente tubolare? Si sa che noi vertebrati abbiamo questa caratteristica in comune con la più primitiva forma di celenterato o con il verme. Perché non estendere l'ipotesi a tutte le creature che, nate da una cellula, si sviluppano per moltiplicazione cellulare e, in breve, a tutti gli esseri viventi? alle alghe màrine che costituiscono il vostro alimento, a voi che le assimilate per fabbricare nuove cellule, a me stesso? L'IGUANA Noi iguane non abbiamo nulla in comune con le famiglie dei piccoli sauri. Le tue affermazioni sono maliziose e assurde. Loro vivono fedeli alla loro natura e noi alla nostra. Se, tra noi, vi è chi ha, individualmente, una coda di forma diversa, o unghie di lunghezza dissimile, le differenze sono assai lievi. Non è possibile che differenze grandiose come quelle esistenti tra noi e gli altri sauri abbiano avuto origine da variazioni minime. LO ZOOLOGO Ma il processo si è svolto incessantemente per milioni di anni. Per arrivare all'iguana un numero incalcolabile di generazioni si è susseguito evolvendosi gradualmente. E dovrei anche chiarire che variazioni rilevanti possono prodursi all'improvviso, senza premonizione alcuna. Vi sono scienziati convinti che a queste, e non alle variazioni minori, le specie attuali debbano la loro forma. Per quanto ne so io, le vostre code appiattite potrebbero essersi formate, per così dire, nello spazio di una notte, quando una covata di iguane dalle code così fatte venne inaspettatamente alla luce. L'IGUANA In questo caso si può parlare di "singolo atto creativo?" LO ZOOLOGO Assolutamente no. Le variazioni improvvise sono accidentali quanto le altre. Per una che fa progredire la specie, numerose altre non raggiungono il segno. E non sono poi improvvise come appaiono. La giovane iguana era, a suo tempo, un uovo, e l'uovo era, a suo tempo, una cellula minuscola che, moltiplicatasi per scissione, si è trasformata · gradualmente in iguana. Ebbene, poiché ogni parte del corpo si evolve dalle proprie cellule, una cellula in più o in meno può produrre un esemplare diverso. LO ZOOLOGO Questo non l'abbiamo ancora scoperto. L'IGUANA Ma come si spiega che le cellule di cui parli siano in più o in meno? L'IGUANA Allora non fate che situare la creazione a uno S6 stadio precedente di sv1luppo? LO ZOOLOGO Dovrei aggiungere che le condizioni ambientali in cui l'animale vive ne influenzano lo sviluppo. Voi stesse, per esempio, siete qualcosa di più del residuo di una selezione avvenuta tra le iguane più adatte alle sopravvivenza sulle coste delle Galapagos: siete anche il prodotto della forza modellatrice delle onde tra le quali nuotate, del sole equatoriale che vi riscalda, delle alghe marine di cui vi nutrite. Ma se voi ereditate i condizionamenti dell'ambiente o soltanto la predisposizione a subirli, è un problema a cui non abbiamo risposta. L'IGUANA È assurdo. Puoi vedere con i tuoi occhi che le rocce qui intorno sono state plasmate dallo stesso mare e dallo stesso sole, circondate dalle stesse alghe: eppure non sono divenute iguane. Tu parli come se io fossi soltanto la somma di questi feno111eniche definisci condizionamenti o accidenti; eppure io so di essere un'entità autonoma, una forza distinta, compiuta in se stessa. Posso assicurarti che, se mai sono il prodotto di un'azione modellatrice, non mi hanno plasmata il sole e il mare, ma mi sono plasmata da me. LO ZOOLOGO Eppure tra voi e queste rocce vi sono caratteristiche comuni, lo devi ammettere; voi siete di colore nerogrig1astro, come loro, e i loro dorsi sono scuri e scabri come i vostri. A qualche distanza è impossibile distinguervi. L'IGUANA Ma noi sappiamo nuotare e muoverci e abbiamo il potere di generare altre iguane, mentre alle rocce questo non è dato. E nuotiamo perché vogliamo nuotare, ci spostiamo perché vogliamo spostarci; deponiamo uova perché intendiamo perpetuare una razza unica e superiore. LO ZOOLOGO Benissimo. Ma queste tue asserzioni semplicistiche non significano nulla per noi scienziati. Anche supponendo che, grazie alla volontà di nuotare, ne abbiate acquisita l'arte, così che le code vi si sono appiattite e i piedi palmati, spetta a noi scienziati studiare questa "volontà", individuarne origini, struttura, funzionamento. L'IGUANA Mio caro amico, stai perdendo il tuo tempo. Con questo metodo non giungerai mai a dominare la vita. Da animale a animale, posso soltanto consigliarti di seguire l'istinto di cui la natura ti ha dotato, senza curarti di ciò che lo spinge a operare. Questa è la grande forza che ci muove: l'istinto! Lascia che ti porti di trionfo in trionfo! che ti guidi all'appassionato godimento della pienezzza della vita animale. Proprio in questo momento l'istinto mi induce a interrompere la conversazione, a reclinare il capo e ad appisolarmi. Sono certa che provi anche tu lo stesso desiderio. (L'iguana chiude gli occhi.) LO ZOOLOGO "Da animale a animale" - è quello che gli animali non si stancano di ripetermi. Mentre viaggiavo alla volta di queste isole, una notte, a Panama, andai a caccia nella giungla. Ero munito di una lampada frontale e dovunque volgessi lo sguardo, scorgevo animali che mi fissavano con occhi
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