Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

STORIE/MACHADO DE ASSIS Non tutti i bambini ce la fanno. da Ajuda, vide sul lato opposto una figura di donna; era la mulatta fuggita. Non sto qui a raccontare la commozione di Candido Neves perché non potrei farlo con l'intensità del caso. Un aggettivo basta: diciamo enorme. Dato che la donna si avviava, si avviò anche lui; a pochi passi c'era la farmacia dove aveva avuto l'informazione di cui vi ho detto sopra. Entrò, trovò il farmacista, gli chiese la gentilezza di tenergli il bambino per un istante; sarebbe venuto senz'altro a riprenderlo. -Ma ... Candido Neves non gli diede il tempo di dir altro; uscì rapidamente, attraversò la strada, fino al punto in cui avesse potuto cogliere la donna senza allarmarla. In fondo alla strada, quando lei stava per imboccare la via S. José, Candido Neves le si avvicinò. Era proprio lei, la mulàtta fuggiasca. - Arminda! urlò, come diceva l'annuncio. Arminda si voltò senza sospettare alcun inganno. Fu solo quando lui, estratto il pezzo di corda dalla tasca, afferrò la schiava per le braccia, che lei capì e tentò di fuggire. Ormai era impossibile. Candido Neves, con le sue mani robuste, le stringeva i polsi e le intimava di camminare. La schiava tentò di gridare, e sembrò riuscire a urlare più forte del suo solito, ma capì subito che nessuno sarebbe venuto a liberarla, al contrario. Chiese allora che la liberasse lui, per amor di Dio. - Sono incinta, padrone!, esclamò. - Se ha dei figli, le chiedo per amor loro di lasciarmi; sarò sua schiava, laservirò per tutto il tempo che vorrà. Mi lasci andare, padroncino! - Cammina!, ripetè Candido Neves. - Mi lasci! - Non perdiamo tempo, cammina! A questo punto ci fu un po' di lotta, perché la schiava, gemendo, si trascinava insieme al figliolo. Chi passava o si trovava sulla porta di qualche negozio, capiva di cosa si trattava e naturalmente non accorreva. Arminda continuava a ripetere che il padrone era molto cattivo e probabilmente l'avrebbe punita a frustate - cosa che, nello stato in cui si trovava, sarebbe stato ancor peggio da sopportare. Certamente l'avrebbe fatta frustare. - La colpa è tua. Chi t'ha detto di far figli e poi scappare?, domandò Candido Neves. · Non era in vena di ridere per via del figlio che era rimasto là, nella farmacia, ad aspettarlo. È anche vero che non era abituato a dire grandi cose. Continuò a trascinarsi la schiava per Rua dos Ourives, diretto alla Rua da Alfandega, dove viveva il padrone. Qui, all'angolo, la lotta aumentò, la schiava puntò i piedi contro il muro, indietreggiò con gran forza, inutilmente. Quel che ottenne fu, nonostante la casa fosse vicina, di impiegare più tempo del dovuto ad arrivarci. Vi giunse, infine, trascinata, disperata, ansimante. Lì s'inginocchiò di nuovo, ma invano. Il padrone era in casa e accorse al richiamo e al rumore. - Ecco qui la fuggiasca, disse Candido Neves. - È proprio lei. - Signore! - Cammina, entra ... Arminda cadde nel corridoio. Sull'istante il padrone della schiava aprì il portafoglio e prese i centomila réis della ricompensa. Candido Neves mise via le due banconote da cinquantamila réis mentre il padrone ripeteva alla schiava di entrare. Lì per terra, spinta dal dolore e dalla paura, e dopo un altro po' di lotta, la schiava abortì. Il frutto di tanti mesi entrò senza vita in questo mondo, fra i gemiti della madre e i gesti di disperazione del padrone. Candido Neves assistette a tutto lo spettacolo. Non sapeva che ora fosse. Bisognava comunque correre subito alla Rua da Ajuda e fu quello che lui fece senza voler conoscere le conseguenze della disgrazia. Quando vi arrivò, vide il farmacista solo, senza il figlio che gli aveva affidato. Avrebbe voluto strangolarlo. Per fortuna il farmacista gli spiegò tutto in tempo: il bimbo era in casa con la sua famiglia, e vi andarono subito tutti e due. Il padre accolse il figlio con la stessa furia con cui, poco prima, aveva acchiappato la schiava fuggiasca, una furia diversa, naturalmente, furia d'amore. Ringraziò in fretta e a stento e uscì per strada, non più diretto alla Ruota dei trovatelli, ma verso la casa in prestito, con il figlio e i centomila réis della ricompensa. Zia Monica, udita la spiegazione, perdonò il ritorno del bimbo, dato che Candido portava con sé i centomila réis. Rivolse, è vero, qualche parola dura contro la schiava, per via dell'aborto oltre che per la fuga. Candido Neves, baciando il figlio, fra vere lacrime, benediceva quella fuga e non si curava dell'aborto. - Non tutti i bambini ce la fanno, rimuginava fra sé e sé. (traduzione di Rita Desti) ROSSOSCUOLA Scuola • Cultura• Società N. 40, marzo-aprile 1988 I programmi di lavoro del Movimento di cooperazione educativa, di Rinaldo Rizzi; Una "Lega contro il razzismo", di Luigi Manconi; De Felice e la "pregiudiziale antifascista", di Costanzo Preve; Inchiesta: E ora, che Cobas accadrà?; Donne insegnanti:una discussione "a/femminile" - Il costo de/fe piatta/ orme; La scuola di massa è ancora da fare, di Lidia Menapace; Leggere gli anni verdi: Tolstoj, di Piero Arlorio. Un numero lire 3.500, abbonamento a cinque numeri lire 17.500. Versamenti sul ccp 14450100intestato a Rossoscuola, str. della Magra 5/b - 10156Torino - Copie saggio su richiesta. 51

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