Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

schiavi fuggiaschi non venivano più, come prima, a mettersi fra le mani di Candido Neves. C'erano mani nuove e abili. Visto che gli affari aumentavano, più di un disoccupato si era preso una corda, era andato ai giornali a copiare gli annunci e si era buttato nella caccia. Nello stesso quartiere c'era più di un concorrente. Vale a dire che i debiti di Candido Neves cominciarono ad aumentare, senza quei pagamenti improvvisi o quasi dei primi tempi. La vita diventò difficile e dura. Si mangiava a credito e male, si mangiava in ritardo. E il padrone voleva i suoi fitti. Clara non aveva neanche il tempo di rammendare la roba del marito, tanto era il bisogno di cucire per gli altri. Zia Monica aiutava la nipote, naturalmente. Quando lui tornava a casa la sera, gli si leggeva in faccia che non aveva un centesimo. Cenava e subito tornava fuori a caccia di qualche fuggiasco. Ormai gli capitava, anche se raramente, di sbagliare persona e di acciuffare qualche schiavo fedele, al servizio del padrone, tanto era accecato dal bisogno. Una volta catturò un negro libero; si profuse in mille scuse, ma si prese una gran quantità di pugni che gli diedero i parenti dell'uomo. - Ci mancava solo questo! esclamò la zia Monica vedendolo entrare e dopo avergli sentito raccontare l'equivoco e le sue conseguenze. - Lascia perdere, Candinho; cercati un'altra vita, un altro lavoro. Effettivamente, Candido desiderava fare qualcos'altro, non per via del consiglio, ma per il semplice gusto di cambiar lavoro; sarebbe stato un modo per cambiare pelle o persona. Ma la cosa peggiore era che non riusciva a trovare nessun mestiere da imparare su due piedi. La natura intanto faceva il suo corso, il feto cresceva tanto STORIE/MACHADO DE ASSIS da divenire un peso per la madre, ancor prima di nascere. · Venne l'ottavo mese, un mese di angosce e di necessità, sempre meno del nono, di cui pure vi dispenso dal racconto. Meglio dire soltanto dei suoi effetti. Che non avrebbero potuto essere più amari. - No, zia Monica! urlò Candinho rifiutando un consiglio che mi costa scrivere, e tanto più costò al padre udirlo. - Questo mai! Fu nell'ultima settimana dell'ultimo mese che la zia Monica diede alla coppia il consiglio di portare la creatura che doveva nascere alla Ruota dei Trovatelli. In verità, non avrebbero potuto esserci parole più dure da sopportare per due giovani genitori che aspettavano quella creatura per baciarla, proteggerla, vederla ridere, crescere, metter su carne, saltare ... Abbandonare cosa? Abbandonare come? Candinho sbarrò gli occhi davanti alla zia e finì per dare un pugno sul tavolo da pranzo. Il tavolo, che era vecchio e traballante, poco ci mancò che si sfasciasse del tutto. Intervenne Clara: - La zia non l'ha detto per male, Candinho. - Per male?, soggiunse zia Monica. - Per male o per bene, sia quel che sia, io dico che è il meglio che potete fare. Siete carichi di debiti, e carne e fagioli cominciano a scarseggiare. Se non salta fuori qualche soldo, come potrà crescere la famiglia? E poi, c'è tempo; più in là, quando tu, Candinho, avrai una vita più sicura, i figli che verranno saranno accolti con la stessatenerezza di questo o anche maggiore. Questo sarà ben allevato, senza che gli manchi nulla. Insomma, credi che la Ruota sia una spiaggia o un mondezzaio? Lì non si ammazza nessuno, nessuno muore allo sbaraglio, mentre qui è sicuro che muore, se vive così risicato. Insomma ... Zia Monica concluse la frase con una scrollata di spalle, 49

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