Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

STORIE/SCHREINER Olive Schreiner a 24 anni M a al mattino vide che si trattava di un posto meraviglioso. Le rocce erano ammonticchiate l'una sull'altra, e crollate in vari punti. Fra queste crescevano dei fichidindia e non meno di sei alberi di kieperso/ erano sparsi qua e là fra le kopjes in rovina. Nelle rocce si aprivano centinaia di tane per i conigli, e dalle crepe pendeva l'asparago selvatico. Corse al fiume, si bagnò nell'acqua fresca e limpida e se la fece schizzare sopra la testa, cantando ad alta voce. Tutte le canzoni che sapeva erano tristi e quindi non poteva cantarle ora che era così felice e libera; ma cantò le note senza le parole, come fanno i cock-o-veets. Cantando e saltellando senza posa se ne tornò e, raccolta una pietra affilata, praticò un'incisione alla radice di un kiepersol; ne tagliò un grosso pezzo, lungo quanto il suo braccio, e si sedette a masticarlo. Due conigli fecero capolino dalla roccia sopra la sua testa e la sbirciarono furtivi. La bimba porse loro un pezzo, ma questi non ne vollero approfittare e corsero via. Le sembrava delizioso. Il kiepersol è come una cotogna cruda, quando è ancora molto verde, ma a lei piaceva. Del buon cibo che ti venga offerto in malo modo da altri è, strano a dirsi, molto amaro; ma dolcissima è ogni cosa che riesci a procurarti da solo! Quando ebbe terminato di mangiare, ne estrasse un altro pezzo e andò in cerca di una dispensa in cui riporlo. Sulla cima di un cumulo di rocce sul quale s'arrampicò, scoprì che delle grosse pietre, separate alla base, s'incontravano alla sommità, creando uno spazio coperto. "Oh, questa è la mia casetta!" disse. Era chiusa ai lati e sulla parte superiore, e aperta solo sul davanti. Sulla parete trovò una bellissima nicchia per il kiepersol e poi scivolò giù di nuovo. Ritornò con un grosso ramo di ficodindia, che conficcò in una fessura davanti alla porta e ricoprì con asparagi selvatici, fino a che assunse l'aspetto di un albero che crescesse proprio in quel punto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che lì dietro c'era una stanza, perché lasciò solo un'apertura minuscola, sopra la quale appese un soffice ramo d'asparago piumato. Strisciò quindi all'interno per vedere che aspetto aveva: c'era una splendida luce verde, soffusa e delicata. Uscì nuovamente per raccogliere un po' di quei fiorellini di campo purpurei - voi sapete quali sono - che tengono la faccia rivolta verso il suolo, ma quando si girano all'insù sono occhi profondamente azzurri che guardano dritto nei tuoi! Li staccò con un po' di terriccio e li conficcò nelle fessure tra le pietre; in questo modo la stanza fu completamente arredata. In seguito andò giù al fiume e ne ritornò con le braccia cariche di rami di salice che dispose a formare un morbido letto; e poiché faceva molto caldo, si coricò a riposare. Si addormentò presto e dormì a lungo, perché era molto debole. Nel tardo pomeriggio fu svegliata da alcune gocce fredde che le colavano sul viso. Si tirò su a sedere. Era scoppiato un violento temporale e gocce di pioggia erano penetrate attraverso la fessura tra le rocce. Scostò il ramo d'asparago da un lato e guardò fuori, con le manine incrociate 44 attorno alle ginocchia. Sentì il tuono brontolare e vide i torrenti rossastri fluire rapidamente fra le pietre nella loro corsa verso il fiume. Udì il rombo del fiume che ora scorreva sfrenato, arrabbiato e rosso, trasportando ceppi e alberi nell'acqua torbida. Ascoltò e sorrise, stringendosi più vicina alla roccia che la proteggeva e premendo il palmo della mano contro la parete. Quando nessuno ci ama, amiamo infinitamente gli oggetti silenziosi attorno a noi. Al tramonto, il cielo si rasserenò. Allora la bimba mangiò dell'altro kiepersol e si rimise a dormire. Pensava che non ci fosse niente di più dolce del sonno: quando uno ha ingerito solo succo di kiepersol per due giorni, non si sente molto forte. "È così bello qui", pensò nell'addormentarsi; "resterò qui per sempre". Poi si alzò la luna. Il cielo adesso era chiarissimo, senza nemmeno una nuvola; il chiaro di luna filtrava attraverso le fronde sulla porta e proiettava sul suo viso un intreccio di luce. Stava facendo un bel sogno - i sogni più piacevoli sono quelli sognati quando si ha fame. Credeva di camminare in un luogo incantevole tenendo la mano di suo padre, ed entrambi portavano in capo ghirlande d'asparago selvatico. Le persone che incontravano sorridevano e la baciavano; alcuni le regalavano dei fiori, altri le offrivano del cibo, e la luce del sole splendeva ovunque. Sognò le stesse cose più e più volte, e ogni volta diventava tutto più bello, finché, al1'improvviso, le sembrò di essere rimasta completamente sola. Guardò in su: da una parte c'era l'alto precipizio, dall'altra

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