lana sulla testa era ripartita in ciocche rotonde. Si accostò all'euforbia e scrutò la bambina che giaceva sotto il sole cocente. Poi si allontanò, catturò una delle caprette d'angora più grasse, serrandole stretto il muso mentre se la caricava sotto il braccio; si guardò alle spalle per controllare che la bimba stesse ancora dormendo e poi saltò giù in uno degli s/oots. Camminò lungo il letto dello sloot per un breve tratto, finché giunse a un argine a strapiombo, sotto il quale due uomini sedevano sulla sabbia rossa. Uno era un minuscolo boscimano, vecchio e straccione, alto quattro piedi; l'altro era un manovale inglese con una giubba blu scuro. Sgozzarono la capretta con il coltellaccio del manovale, seppellirono le interiora e la pelle, e coprirono il sangue sparso con la sabbia. Poi parlarono e litigarono un po'; ripresero quindi a chiacchierare tranquillamente. L'ottentotto si ficcò una zampa della capretta sotto il vestito, lasciò il resto della carne ai due nello sloot e se ne andò. Quando la piccola Jannita si svegliò, era quasi il tramonto. Piena di paura si rizzò a sedere, ma le capre erano tutte intorno a lei, e si avviò per condurle a casa: "Credo che non se ne sia persa nessuna", disse. Dirk, l'ottentotto, aveva già riportato a casa il suo gregge e stava in piedi vicino alla porta del kraa/ con i suoi pantaloni gialli sbrindellati. Il vecchio boero grasso appoggiò il bastone di traverso sul cancello e fece saltare le capre di Jannita una per una. Le contò. Quando l'ultima ebbe saltato, disse: .. Hai dormito oggi? Ne manca una." Allora la piccola Jannita si rese conto di ciò che stava per arrivare e mormorò un "No". Poi sentì in cuore quella nausea mortale che si prova quando si dice una bugia e allora disse "Sì". "Pensi che ti daremo da mangiare stasera?" chiese il boero. "No", disse Jannita. "Cosa pensi che ti daremo?". "Non lo so", rispose lei. "Dammi la tua frusta", ordinò il boero a Dirk, l'ottentotto. L a luna era tutto fuorché piena quella notte, ma la sua luce era così bella! La bambina si trascinò fin sulla porta della baracca dove dormiva e la contemplò. Quando si ha fame e si sente male dappertutto, non si versano lacrime. Appoggiò il mento a una mano e guardò con i suoi occhioni di colomba; l'altra mano, che aveva un taglio profondo, la avvolse nel grembiulino. Scrutò, sull'ampia distesa, la sabbia e i cespugli nani del karoo illuminati dalla luna. Dopo un po', da molto lontano, vide avvicinarsi lenta un'antilope selvaggia, che si spinse vicinissima alla casa erimase a guardarla meravigliata, mentre la luce della luna scintillava sulle sue corna e nei grandi occhi. In piedi, sotto lo sguardo della bambina, fissò stupita i muri di mattoni rossi. STORIE/SCHREINER Poi, all'improvviso, come se provasse disprezzo per tutto ciò che aveva davanti, inarcò il bé! dorso elegante, si voltò e se ne volò via, sopra. i cespugli e la sabbia, come la striscia lucente di un lampo bianco. La bimba si alzò per seguirla con lo sguardo. Così libera, così libera! Via, via! Guardò fino a che non riuscì più a distinguerla sulla vasta pianura. Il cuore le si gonfiò in petto, facendosi sempre più grosso: emise un grido sordo e, senza aspettare, indugiare, né pensare, seguì le orme dell'antilope. Via, via, via! "lo - anch'io!" disse, "anch'io!". Quando alla fine le gambe cominciarono a tremarle e si fermò per respirare, la casa era un puntino alle sue spalle; cadde a terra, tenendosi i fianchi ansimanti. Allora cominciò a pensare. Se fosse rimasta sulla pianura, al mattino avrebbero rintracciato i suoi passi e l'avrebbero presa, ma se avesse camminato nell'acqua sul letto del fiume non sarebbero stati capaci di trovare le sue impronte; si sarebbe nascosta là dove c'erano le rocce e le kopjes. Così si alzò e si diresse verso il fiume. L'acqua era bassa, appena un filo d'argento nell'ampio letto sabbioso, che di tanto in tanto si allargava in una pozza. Entrò e si bagnò i piedi nella deliziosa acqua fresca. Camminò su per la corrente, dove l'acqua rumoreggiava sulla ghiaia e oltre il luogo dove si trovava la fattoria; e nei punti in cui le pietre erano grosse, saltava dall'una all'altra. Il vento notturno sul viso la rendeva forte - rise. Non aveva mai sentito un tale vento prima di allora. È questo il profumo della notte per le antilopi selvagge, perché sono libere! Un essere libero percepisce sensazioni che uno in catene non potrà mai provare. . Alla fine arrivò in un posto dove i salici crescevano su entrambe le rive del fiume e sfioravano il letto sabbioso con i lunghi rami. Non avrebbe sap~to spiegare il senso di paura che in quel momento s'impossessò di lei. Sulla riva sinistra si alzava una catena di kopjes e uno strapiombo roccioso. Fra il precipizio e la sponda del fiume c'era uno stretto sentiero coperto di frammenti di roccia caduta. E sulla cima del precipizio cresceva un albero di kiepersol, le cui foglie palmate si stagliavano nette contro il cielo notturno. Le rocce e i salici gettavano un'ombra profonda su entrambe le rive del fiume. Fece una pausa, guardò in alto e intorno a sé e poi, impaurita, riprese a correre. Di che cosa ho avuto paura? Che stupida sono stata! disse, quando arrivò in un luogo dove gli alberi non crescevano così fitti. Allora si fermò, guardò indietro e rabbrividì. A lungo andare i suoi passi si fecero sempre più stanchi. Ora il sonno le gravava sulle membra, tanto che quasi non riusciva ad alzare i piedi. Abbandonò il letto del fiume. Vide solo che le rocce lì attorno erano smangiate e irregolari, come se tante piccole kopjes fossero andate in pezzi e giacessero sparpagliate sul terreno; si stese ai piedi di un'agave e si addormentò. 43
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