Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

INCONTRI/BEN .IELLOUN TaharBenJelloun (fatodiDenlsRoche EdltlondsuSeull). Inbasso: foto diFabio Gambaro Leggendo Creatura di sabbia vengonoinmentceertpi ersonaggigenetani, per esempio in FatimalaMariCaasarèdsei Paraventi ... Può essere, ma io / paraventi non l'ho visto. E poiGenet non voleva che si parlasse di letteratura, mivietavdaiparlare di letteratura! L'influenza che ho subito da lui è diquelleche entrano nella pelle, di cui non ci si rendeconto.Quelchepiù apprezzavo di lui, come uomo e come scrittoree,ral'assoluto della ribellione permanente. Era sempre instatodicolleraF.ino all'ultimo giorno della sua vita - anche sesfortunatamente non l'ho visto nel suo ultimo mese di vita, perchsétavaterminando quel libro magnifico che è Un captifamoureux. Ho parlato di lui il giorno in cui mi hanno dato il Goncourdt icendo: "me lo immagino che sta divertendosimoltoallemie spalle, nella sua tomba". Penso che mi avrebbemoltopreso in giro, ma che allo stesso tempo mi avrebbedetto: "Li hai fregati, hai visto?" Perché aveva sempre questosensodella rivincita da prendere sulla Francia e sull'Occidente. Apartire dagli anni Cinquanta, dagli anni in cui ha smessdoiscrivere, sembrava avere una sola idea in testa: comevendicardsiella Francia e delle umiliazioni che dalla Franciaavevaricevuto, da ragazzo. Non le ha mai perdonate, allaFranciaG. enet è un personaggio insostituibile. Un grandissimoscrittore francese. Quando scriveva era di una perfezioneassolutaH. oscritto delle cose con lui, ho lavorato con lui, ec'eradaimpazzire: mi telefonava alle sei di mattina dicendo chebisognavca mbiare una virgola a pagina 33 e così via... Unavoltami ha detto che ben pochi scrittori lo intimidivano,e unodeirari era Nerval. Perché? gli chiesi. "Perché GérarddeNervaslcrive nel francese più puro". E ha sempre volutoscriverneelfrancese più classico, perfino più accademico. QuandosileggeGenet, questa perfezione letteraria salta agli occhi,non è uno come Artaud, che di tanto in tanto dà i numeri. Tournier ... parliamo naturalmente de La goutted'or; a me è sembrato che fosse utile che uno scrittorepopolares,eguito da un grosso pubblico, affrontasse il problemdaell'emigrazione, ma ho l'impressione che il librononsiastato affatto letto in questa chiave. Il problema di La gouttde'or è che è un libro che si disperde in più direzioni,chenellibr? manca qualcosa, un qualcosa che non so benedefinir.e.. E un libro che non ha funzionato neanche dal puntodi vista del mercato. Tu hai a disposizione un immaginariomoltoriccoc,ome quello del Marocco, cui far riferimento... Noi scrittori maghrebini dividiamo con i latino-americani qualcosa di favoloso, anche quando non sappiamoscrivere, abbiamo tuttavia una riserva straordinaria a cuiattingere, la terra e i popoli del nostro paese. Basta girareper il Marocco, e saper ascoltare, osservare, e poi riportaresullapagina. Io non invento granché, non faccio chetrasmettere. Naturalmente non sono affatto innocente, trasmettotradendo un poco, ma posso assicurare che l'essenziale è preesistente: la verità è così rotonda e bizzarra, che cominciaa turbinare 32 a ubriacarti di fantasie. Hai rapporti con gli scrittori maghrebini? Un po', certo, ma non direi molto intensi. Contemporaneamenteal tuo libro, è stato tradotto in Italia un romanzo di Driss Chraibi, diversissimo da quello... Un ottimo scrittore. È un bene che gli scrittori maghrebini siano così diversi l'uno dall'altro. Non c'è un movimento, non c'è un gruppo possibile. Si è soli, e non si è molto solidali, purtroppo. È un problema di riconoscimenti: ci sono scrittori che vengono "riconosciuti" e scrittori che non lo sono, e questo pone sempre dei problemi. C'è un po' di tutto, ma non è che siamo poi così numerosi... Il mio parere personale, molto soggettivo, è che gli scrittori maghrebini veramente importanti che bisognerebbe far conoscere bene in Italia, sono tre o quattro. Sono quelli che meritano di più di venir letti o tradotti, e sono, in Algeria, Kateb Yacine, il più grande, un poeta davvero grande, autore di Nedjima, uscito da Seui! nel 1955 un capolavoro assoluto (ed. ital. Jaca Book), e di cui le edizioni Sindbad hanno raccolto di recente, l'anno scorso, una scelta di poesie, un grosso volume. Ancora in Algeria c'è Mohammed Dib, anche lui pubblicato da Seuil e da Sindbad, che ha scritto racconti magnifici. In Marocco, Driss Chraibi, che ha scritto un libro formidabile, Le passé simple, pubblicato nel 1955 da Dénoel, il suo libro migliore. In Tunisia non c'è molto, ma c'è un tale che piacerebbe molto ai lettori più letterati, più fanatici della scrittura: Abdelwahab Meddeb, pubblicato da Sindba~. Ha scritto due romanzi molto particolari, senza personaggi, Talismano e Phantasia. Sono questi gli autori da far conoscere soprattutto. Non sono molti, no?

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