Linea d'ombra - anno VI - n. 25 - marzo 1988

la sorella, i compagni, Edward - ad amarlo per primi. Ed ecco, a distanza di anni, il senso dello spreco e "il terribile desiderio di volgermi di colpo e di correre indietro, per i corridoi del tempo, urlando al ragazzo che ero, cercandolo fino a scovarlo e picchiandogli forte sul petto: 'Amalo, maledetto idiota, amalo'.'' Dato che ho sconsigliato "la vita quotidiana oggi'', posso permettermi ancora un paio di consigli librari: spero che abbiate già letto tutti lnfellettua/e a Auschwitz (BollatiBoringhieri, L. 16.000) di Jean Améry; stando in tema vorrei andaste a cercare in libreria il libro misconosciuto del francese Robert Anthelme: La specie umana (Einaudi, L. 14.000. Apparve per la prima volta nel 1954 nei "Gettoni" di Vittorini ed è ancora reperibile nei "Supercoralli" e nella "Einaudi Biblioteca Giovani"). Spero proprio che lo apprezzerete almeno quanto Se questo è un uomo di Primo Levi. A proposito di Levi: segnalo la mirabile prefazione di Cesare Cases alle sue Opere (Einaudi, L. 42.000): potete leggerla integralmente nell' "Indice" (n. 10), mentre nel volume einaudiano ne appare una versione "tagliata" (censurata?). Vi manca ad esempio tutta la parte finale di cui voglio riportare qui la chiusa, anche perché riguarda sia Levi sia la difficoltà di vivere l'oggi: "Ma soprattutto era sempre più stanco di essere sano in un mondo che vedeva sempre più insano. Chi canterà mai questa fatica di essere sani di mente? (... ) È come la torsione di un filo d'acciaio da cui pende la nostra vita con i suoi febbrili movimenti. Un giorno in Levi questo filo si spezzò. Portò dentro la posta, lasciò nel suo studio il computer e l'archivio perfettamente ordinato, appena meno della sua mente, e se ne andò". HORROR ANTOLOGIE Stefano Benni Il Grande Editore era un po' nervoso. Fuori dalla porta c'era un Giovanotto Assai Raccomandato, nipote del Grande Direttore · di Giornale. Qualsiasi cosa il giovanotto volesse chiedere, sarebbe stato difficile rifiutare. - Buongiorno, caro Giovanotto, - Buongiorno, caro. Editore. Vorrei esporle un'idea che da tempo discuto e verifico in quotidiane e affettuose conversazioni con mio Zio. Un'idea as.sai nuova: un'antologia della letteratura italiana. Il Grande Editore ingoiò tre pillole rosse e ben nascondendo l'intimo tormento che lo rodeva disse con voce del tutto normale: - Molto interessante. Dalle origini? - No. Solo il Novecento. Il Grande Editore ingoiò altre tre pillole rosse e ben dissimulando il malessere atroce che lo invadeva disse con voce professionale: - Certo i nostri piani per il 1988non prevedevano un'antologia, ma mi attrae la novità dell'idea. Però, detto tra noi, non vorrebbe far altro? - No, grazie. - Un bel romanzo da esordiente, ad esempio? Siamo pronti a farle un contratto per tre romanzi da esordiente. - No, grazie. - Non vuole fare un libro di interviste? Alla famiglia Agnelli? Agli agenti di borsa? Agli stilisti milanesi? Al sindacato piloti? Agli inviati pentiti? Alle madri di traduttori? - No, grazie. Il Grande Editore ingoiò le ultime tre pillole e ben nascondendo un presagio di catastrofe disse con la voce più suadente: IL CONTISTO - Ma perché prima di cimentarsi in una antologia non fa qualcosa di più leggero? Un saggio su Kafka? Un po' di aforismi sul declino dell'occidente? Un autodafé? - No, grazie. - Allora un po' di giornalismo? Vuole collaborare alle nostre riviste? Abbiamo una grande idea: un torneo di romanzieri con una giuria di computeristi. Manzoni contro Verga e così via, chi ha usato meno virgole, eliminazione diretta con repèchage. Vuole fare il segnalinee? - No, grazie. - Vuole fare il critico letterario? Vuole stroncare? Abbiamo una nuova serie di stroncatori yuppies molto efficienti, se vuole le troviamo subito un posto. Basta che non ci tocchi Cari Schmitt. - No, grazie. Il Grande Editore ingoiò la scatola vuota delle pillole e disse con fermezza: - Qual è il piano dell'opera? - La letteratura del Novecento fa schifo e ancor più schifo fanno le antologie. Non condivido le scelte di parte. No alla burocrazia letteraria romana, no alla mafia industriaipoetica milanese, no ai cadaveri nell'armadio, no a Montale, no a Silvio D' Arzo, no a Puvis de Chavannes. Vede già l'intimo nesso? - Lo intravvedo. - Contavo sulla sua sensibilità. Dunque mi ascolti bene: l'antologia comprenderà tre soli nomi: Boccaccio, mio Zio e Carnillo Verdesaperlo ... - Sono d'accordo sullo Zio. Ma Boccaccio ... nel Novecento ... - Ci ho fatto la tesi di laurea e non posso certo buttar via un anno di lavoro ... - Capisco. Del resto Boccaccio è autore attuale ... però Camillo Verdesaperlo? - È una mia scoperta. Non posso pubblicare un'antologia senza una scoperta. .- Certo. Ma ... un'antologia con tre nomi non verrà un po' misera? - Aggiungeremo trecento pagine. - Di cosa? - La lista degli esclusi. - Grande idea. In ordine alfabetico? - Vedremo. Ci pensa alle polemiche degli esclusi dalla lista degli esclusi? Ne parleranno tutti. - Lei è un vulcano di idee, Giovanotto. Torni domani per il contratto e mi saluti suo Zio. Ma, prima di lasciarci, mi tolga una curiosità ... Questo Camillo Verdesaperlo? - Ebbene sì, disse il Giovanotto, abbassando gli ocèhi con modestia, è un mio pseudonimo. Il Grande Editore sorrise indulgente, le pillole fecero effetto e si addormentò. 15

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