DISCUSSIONI/MORANTE particolare sulla terza parte "Canzoni popolari" discutendola soprattutto nella sua possibile funzione di dialogo coi Movimenti giovanili: "In essa" - spiega a proposito della Canzone della Grande Opera e in particolare del suo protagonista, il Pazzariello - "[ ... ] la visione della Morante, decisamente metastorica, è bensì di un metastorico abbastanza diverso da quelli a cui siamo abituati. Innanzitutto perché il Pazzariello si cala in una mitologia concreta, mediterranea[ ... ]". Quindi, dopo aver esaminato i rapporti fra la seconda e la terza parte del libro, "cioè tra la tragedia della conoscenza e una proposta di suo superamento", osserva: "Su questa proposta (terza parte) il libro è un invito.a reagire, e il lettore - ragazzino o aspirante F.P. - che voglia concedere alla trascinante simpatia del testo, dovrà pur reintrodurre confronti più concreti, se ritiene possibile accettare il dialogo. E questi non possono condurci che alla Storia. Dunque, anche al progetto. Trascurando ogni assurdo rimprovero di genericità di analisi, il ritegno nei confronti del libro finisce coll'avere alcune motivazioni concomitanti [... ]". Ma conclude infine che se poeti del genere (della Morante) "non esistesseromancherebbe alla nostra compiutezza umana e alla limpidezza del nostro progetto qualcosa di difficilmente sostituibile". Pier Paolo Pasolini ha dedicato al libro due scritti. Uno, è la critica-poesia già citata (uscita in due puntate sulla rivista "Paragone") in cui loda soprattutto l'umorismo della Morante: "[ ... ] l'umorismo come carità, è questa ... la Grazia!" e dice, a proposito del personaggio del Pazzariello: "È facile scandalizzare i borghesi. / Meno facile è scandalizzare "Tutti". I Il Pazzariello, lui, scandalizza 'Tutti' ". E l'altro scritto, è un corsivo uscito nella sua rubrica "Il Caos" nel quale Il mondo salvato dai ragazzini è visto essenzialmente nel suo valore politico: "Il libro della Morante è addirittura un manifesto politico. Il manifesto politico, potrei dire paradossalmente, di quella nuova sinistra che in Italia pare non poter esistere, crescere[ ... ]. Un manifesto politico scritto con la grazia della favola, con umorismo, con gioia (ecco perché prima dicevo che se c'è una fatalità nel destino di un libro, essa è voluta dall'autore: la Morante infatti non ha voluto sapere che grazia, umorismo, gioia sono sentimenti e strumenti stilistici, oggi, incomprensibili). Ed è dunque arduo per un lettore e un critico comprendere come, invece, il fondo di questo libro sia atrocemente funebre, e contenga tutte le ossessioni del mondo moderno: l'atomica, la morale dei consumi e il profondo desiderio di autodistruzione, non più comef/atus vocis o luoghi comuni, ma come elementi assolutamente originali e vissuti personalmente, dentro un sistema linguistico così comunicativo da scandalizzare". h mpson aertna i ~erth• aox-C•' . sa·daWI Nawal al flrd• 111 . scnreiner ria africana 011ve di un• tatto storia caracciolo p01etano Enrichetta I ct110stro n• wttsterl de 'lllfmsctineider Anna d!a11111nno Latte .,,.re Grace paleY trattelllPI del " p1ccoll con Jean RhYS I blllO "'•99'° ne p,.t,NOOd Margaret 10 oraco L•IIY Non9en• Elsa Joubert 9 10di popple Il 111n90vla9 .,., 0· Enchi Fu"''" onnaaak• . aurgos 1111enchll Elisabeth Rl9ob8rta HIIchlalllO è Rodoreda Mere Alolll• auchi Ernec~~t:_,ond• ,,asse c1ttadln• GIUNTI
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