Linea d'ombra - anno VI - n. 24 - febbraio 1988

...... "' .....- .r ~~~ - coli in metallo). La ditta Wahl, una media industria eme"rgente, produce con successo attrezzature per barbieri, rasoi, macchinette per capelli, e anche un aggeggino che sta avendo un successo straordinario nel!' America degli yuppies ·esimili: un rasoio che vi taglia la barba lasciandovela appena, un po' irsuta, alla moda dell'attore Don Johnson nella serie televisiva Miami Vice, e che con facile slogan felice è chiamato "Miami Device" (dove device sta appunto per "aggeggio"). Dal canto suo, la acciaieria Northwestern Steel and Wire - 4500 tra operai e impiegati - possiede due fra i più grandi altiforni elettrici del mondo, per la produzione di acciaio da materiale ferroso di scarto. Ho girato intorno all'acciaieria che sorge piena di mistero sulla riva del fiume, con il suo intrico polveroso di tubi, condotti e ciminiere, le alte pareti rugginose, la fitta rete di binari che si perdono nel buio dei portoni, gli alti finestroni che mi hanno ricordato una poesia del 1914di Vachel Linsady: "i vetri delle fabbriche sono sempre rotti". In quest'acciaieria, Vince - il mio ospite italoamericano - ha consumato gran parte della propria vita: in tutti i sensi. Mentre lavora all'orto-giardino da pensionato, sul retro della casetta che s'è costruito da solo, Vince mi parla nel fantasioso miscuglio di slang e dialetto lazial-campano, e racconta i tre infarti che ha avuto. Grace, la moglie immigrata dall'Abruzzo e conosciuta in America, mi spiega che tutt'e tre le volte a salvarlo è stato San Rocco: è religiosissima, ha visto due volte la Madonna e fa parte d'un club di donne che si riunisce per pregare per gli atei e i non-credenti (''anche per me, allora ... '', le dico, suscitando un moto di sorpresa e incredulità). Poi, con le lacrime agli occhi, Vince mi mostra sul petto la lunga cicatrice verticale del by-pass di qualche mese fa, e aggiunge che adesso sta bene, davvero bene, gli sembra d'avere quindici anni di meno ... E nel groppo della commozione gli mancano le parole. Per tenersi in esercizio, in cantina ha sistemato un piccolo tapis roulant e, davanti, l'immancabile televisore: così, ogni giorno, l'occhio al quiz del momento e al serial o alle notizie, si fa la camminata che l'ossessiva abitudine collettiva all'automobile ogni giorno gli nega. A tavola, mi narra che è stato "il mili", l'acciaieria, a SAGGI/MAFFI stremargli il cuore. Ragazzo, ha raggiunto in America il pa- .dre·e.migrato tempo prima: erano gli anni '30, epoca di crisi, "di fame, di disoccupazione e di lotte operaie. Racconta degli inizi del la:yoro in fabbrica, del rapporto delicato e complesso çhe,legava i greenhorns (i "corni teneri", gli immigrati di fresco) al caposquadra e al caporeparto connazionale; e delle.serrate e degli scioperi, dei lavoretti occasionali per sbarcare il lunario mentre la fabbrica era ferma, del sindacato ("e così facimme l'unione ... "). Del mili, di questo cuore che batte al centro di Rock Falls/Sterling e che, da un momento all'altro, nella crisi dell'industria americana dell'acciaio, potrebbe fermarsi come ha fatto il suo cuore, Vince parla con un misto d'orgoglio e timore reverenziale. Le sue parole evocano un'esperienza dura e sfibrante, e al tempo stesso quasi epica: il frastuono e gli schianti dei macchinari, il bagliore delle colate sfrigolanti, gli orribili incidenti mortali, il caldo tremendo, opprimente, e gli spessi panni di lana che gli operai son costretti a indossare anche d'estate per proteggersi dalle bruciature ... "Le fabbriche dove filettavano il ferro erano solo enormi capannoni aperti da ogni lato, e sotto quelle tettoie smisurate Deborah poteva scorgere un'intera città di fiamme che bruciavano incandescenti e selvaggenella notte. Fuoco in tutte le forme più terribili: caverne di fuoco ondeggiante al vento; fiamme di metallo liquido torcentisi in rivoli tortuosi attraverso la sabbia; giganteschi calderoni ribollenti di fuoco, su cui si chinavano figure spettrali e disperate intente a rimescolare la strana mistura; e dappertutto, frotte di uomini seminudi che nella luce rossastra sembravano fantasmi vendicatori, e correvano di qua e di là, scagliando masse di fuoco scintillante. Sembrava una via dell'inferno ... ": parole scritte nel 1861 da Rebecca Harding Davis nel romanzo Life in the Iron Mills, che mi tornano alla mente nella notte di Sterling, mentre dalla finestra della mia stanza osservo il chiarore pulsante in fondo al cielo e ascolto il ritmico rimbombare lontando del mili. Sono ormai fuori dal processo produttivo, Vince e Grace. Vivono la loro vita di senior citizens in questa cittadinasuburb dove ci si muove solo in auto, dove le luci si sono 71

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