POISIA/BOSSIRT Canzone Dove porta oggi la mia strada: Al mattino ancora non lo so. La sera poi, a disagio: La via lattea di nuovo senza luci! Segnali di divieto parlano per sé. E comunque: dei divieti me ne infischio! .Nella selva stellata dò pane all'Orsa maggiore. Così da qualche tempo tiro avanti. Quasi mai incontro Dio, Qualche volta soltanto lo vedo di lontano Perso nello spazio curvo. Lentamente poi sopraggiunge la stanchezza: Non so più chiedere un passaggio. Monto il mio padiglione celeste, A un tiro di sasso dall'universo. Canzone 1982 Chi ancora ha una canzone si afferra la trachea: senza motivo evidente. Vento moderato-forte Vetri alle finestre. Nessuno. Non un tintinnio. Per quanto l'orecchio li fiuti, pericoli su trampoli. Ragione senza denti, senza lingua la memoria. Garantito dal vino, non contare più nulla. (Ansimare: dove mai, in riunione, a letto?) Il cambiamento un rumore. 40 Perseverare quando tintinna il latte del mattino Come mi parlerebbe la notte se mettesse ossicini di tiepide preoccupazioni solo nel mio orecchio: debole sussurro di calamari inquieti. Ma io non ho casa. E i miei piedi dormono su viadotti spazzati dai venti. Mille miglia lontani da me vivono, dispersi nel paese, i miei figli. (Goffa grafia delle loro lettere, breve pausa per i censori.) Troppo piccola la mia mano, escrescenza della testa, protesa verso un livido crepuscolo. Durezza dell'unghia, persevera, parola, a raschiare l'occhio di questo insolente giorno da giornale. Dialogo con un poeta morto Come te ne sei andato: il gatto fra i capelli il coltello in mezzo ai denti. Dimmi. Ora ti fiammeggiano gli occhi. Noi cambiamo il giorno. Carpazi, piegati E le suole di ghiaccio parlano di campagna, dell'orso in verticale sul cranio che danzando mi porta via qualcosa: croco, la bellezza, pane scarso. Virgil M.
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