Linea d'ombra - anno VI - n. 23 - gennaio 1988

gioranza, grazie alla rendita di posizione che le garantiscono lo stato italiano e le forze politiche cui fa gota il voto cattolico. D'altra parte cos'altro ci si può aspettare da Woytila che viaggia in jet per ogni dove, indossa tutti i costumi folkloristici del mondo, si associa ai culti più svariati, compare a tutte le televisioni, e si propone come leader planetario della rinascita del sacro? La Chiesa cattolica, come si evince anche dai nuovi programmi di religione tempestivamente approntati e dal loro commento ufficiale, si propone ai genitori credenti e non credenti come risposta al vuoto di valori paventato nei giovani, come depositaria del senso nel deserto che cresce, "come collante sociale, morale e culturale per tutti gli italiani" (F. Gentiloni). È la religione del 92,6%, indipendentemente dalle convinzioni personali dei componenti una così vasta e presumibilmente eterogenea maggioranza. Siamo ancora e sempre al buon Gioberti, per il quale la Chiesa è la "sin_tesisuprema" e il "comignolo dialettico" dell'edificio moderno: "che cos'è infatti la civiltà, se non la disciplina cosmopolitica del cristianesimo in ordine alla vita terrestre e alla temporale felicità degli uomini?" (si rileggano le belle pagine sull'argomento in Lo Curto e Themelly, Gli scrittori cattolici dalla Restaurazione all'Unità, Letteratura italiana Laterza, Bari 1976). Va però sottolineato che il giobertismo cattolico trova forza e alimento nel quadro deteriorato della democrazia consociativa, con la sua caratteristica ostilità al "principio di minoranza". Di fronte alla BibliotecaGino Bianco Assemblea nazionale dei Cobas della scuola a Roma, il 15 novembre 1987 (foto Ansa). DISCUSSIONE pretesa di mettere a tacere le minoranze e di forzare al consenso in nome del "principio di maggioranza" occorre tenere ben vivo il senso dei suoi limiti. "Tutte le costituzioni liberali", ha scritto Norberto Bobbio, "sono caratterizzate dall'affermazione di diritti dell'uomo e del cittadino che vengono detti 'inviolabili': ora l'inviolabilità consiste proprio in questo, che essi non possono essere limitati e tanto meno soppressi da una decisione collettiva anche presa a maggioranza ... La vasta sfera dei diritti di libertà può essere interpretata come una specie di territorio di frontiera, di fronte a cui si arresta la potenza del principio di maggioranza" (La regola di maggioranza: limiti e aporie, in "Fenomenologia e società", 1981, n. 13-14, dedicato interamente al tema "La democrazia e il principio di maggioranza"). E visto che stiamo citando concludiamo con un classico: "Abbiamo, adunque, con la Chiesa e coi preti noi Italiani questo primo obligo, di essere diventati sanza religione e cattivi" (Machiavelli, Discorsi, I, 12). Non ho mai spiegato in classe Machiavelli con tanto gusto come quest'anno. 5

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