Linea d'ombra - anno VI - n. 23 - gennaio 1988

Dobbiamo vedere questi fenomeni come l'altra faccia dello sviluppo tecnologico, che preso da solo e per se stesso verrebbe valutato in modo negativo, ma che può anche dare vantaggi se lo vediamo da un altro punto di vista. Questa nuova positività è però di natura prettamente extra-sociale. Sì, e proprio così. La finalizzazione della scienza è caratteristicadelle società industriali avanzate. Ora noi ci troviamo in una società postindustriale, in cui certamente, come dice Daniel Beli, il sapere è una delle più importanti risorse. Ma il fatto di trovarci in una società post-industriale non potrebbe compromettere la portata strategica della tesi della finalizzazione? La differenza, il passaggio da una fase industriale a una post-industriale non ha conseguenze per la tesi della finalizzazione. La teoria di Beli non fa che sottolineare che il cardine capitale-lavoro non è piu quello determinato dalla coesione sociale. Il nuovo cardine intorno al quale si muove la società è quello dei servizi e del sapere. È certo possibile dire che le previsioni di Beli non si sono realizzate e che invece di trovarci nella società post-industriale ci troviamo in una società superindustriale, come è stata definita da alcuni. Però credo che alcuni momenti della tesi di Beli si siano realizzati. Con Nico Stehr abbiamo detto che ci stiamo muovendo verso una società del sapere, e questo è decisamente nella direzione di Beli. Per la tesi della finalizzazione la nuova situazione è un supporto, perché così si può mostrare chiaramente che la finalizzazione della scienzasi ripercuote anche sulla società. Quindi non solo la società determina lo sviluppo scientifico ma, essendo diventata la scienza la forza produttiva centrale, questa determina a sua volta la società. Il sapere determina sia le risorse del singolo, sia lo sviluppo generale della società, sia il rapporto di forza tra le nazioni. Tutto ciò non fa che sottolineare la giustezza della tesi della finalizzazione. E il comune denominatore tra scienza sociale e scienza naturale non verrà mai trovato? Perché no? Certo, dal punto di vista scientifico abbiamo ancora molto da fare. Noi ci troviamo di fronte a una civiltà tecnologica e a una natura costituita socialmente, cioè a fenomeni o a oggetti che si intersecano vicendevolmente, e devono quindi essere affrontati integrando i metodi delle scienze naturali e sociali. Questo lavoro deve essere ancora iniziato. La realtà è già interdisciplinare: l'oggetto c'è, ma deve essere ancora trovato in un sapere che lo affronti in modo adeguato. Noi ci troviamo in un ambiente naturale che è profondamente determinato dall'azione umana e sociale, ma ciò nonostante la società non ha alcun ruolo nella conoscenza della natura. Come pure ci troviamo in una società che è profondamente segnata dalla tecnica, ma il sapere tecnico non ha alcun influsso sulla scienza:sociale. Ciò è ovviamente una lacuna che andrà colmata, altrimenti non avremo un sapere che è adeguato all'oggetto che vogliamo conoscere. BibliotecaGino Bianco 1nornpson Bertna aerth• aox-Car . c~•daWI Nawal al= flrdaUS ·ner trlcan• olive scnre1 fattoria a storia di una caracci 010 oletan° Enrichetta hlostro n•P Misteri del c . r Wirnscnne1de Anna d'autunno Latte 1 vivere Grace paley tratternPl de piccoli con Jean RhYS l bUIO "'aggio ne Arwood Margaret l oraco o LadY ongen• Elsa Joubert glo di popple lii li 1ungo vlag .,, 0 · Enchi fUITII" onnazak• Elisabeth surit~~oberta 1111enchù Hll chiamo è Rodoreda Mere ,-.1orn• suchi Ernec~~t!econd• classe c1ttadln• GIUNTI

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