Linea d'ombra - anno VI - n. 23 - gennaio 1988

"I crimini compiuti in questo secolo sono manifestazioni delle forze di annientamento che la legge dell'economia capitalistica cuoce necessariamente nella sua pentola." tarono alle trasformazioni dell'economia." "L'immagine rivoluzionaria della rottura deÌle catene sopravvisse solo nelle calunnie dei controrivoluzionari. Se appena la fantasia riusciva a sollevarsi al di sopra del terreno dei fatti, metteva al posto dell'apparato statale esistente la burocrazia dei partiti e dei sindacati: al posto del privilegio del profitto i piani annuali dei funzionari." "Entrambi (partito e sindacato) puntarono verso il controllo statale. I governi e le burocrazie dei partiti di opposizione di destra e di sinistra si orientarono a seconda della loro posizione nel processo sociale verso qualche forma di Stato autoritario. Per gli individui è però decisiva la forma che questo Stato finisceper assumere. Disoccupati, pensionati, uomini d'affari, intellettuali si aspettano la vita o la morte a seconda che vinca il riformismo, il bolscevismo o il fascismo." Horkheimer, che in quella situazione storica disperata aveva davvero preoccupazioni ben diverse dalla metodologia, purtuttavia applica in modo esemplare il metodo del confronto responsabile: egli deriva l'essenza dello Stato autoritario dalle tendenze immanenti al capitalismo, comprendendola comeidentica senza contestare la diversità delle forme in cui si può concretare. Esse sonq accidentali in due sensi: in primo luogo sono tutt'altro che trascurabili, poiché vita e morte dipendono da quale vince; in secondo luogo non si può prevedere quale vincerà. L'accidente non è pienamente determinato dall'essenza, nei cui confronti ha sempre un momento di casualità. Se la storia non deve essere ridotta al ronzare di un meccanismo ad orologeria né dissolta in un'infinità di fenomeni tutti egualmente essenziali o inessenziali, non si può rinunciare all'antica distinzione filosofica tra essenza e accidente. Un materialismo degno di questo nome deve accoglierla, senza cadere nell'errore di credere che accidentale sia lo stesso di nullo, privo d'importanza. Gli individui sono sempre accidentali, eppure è di essi che si tratta. Ma fare della teoria per amor loro obbliga proprio a tematizzare l'essenza sociale dalle cui leggi coattive dovrebbero liberarsi. Se invece questa essenza la si prende come tema per amor suo e si favoleggia di leggi ferree che governano la storia, il materialismo si corrompe e non è affatto vero che si trovi nel suo elemento. Attenendosi al rapporto essenza-accidente Horkheimer può giungere al paradosso che perfino il bolscevismo va inteso a partire dalla tendenza del capitalismo allo Stato autoritario, come opposizione rimasta prigioniera della situazione che voleva rovesciare e che ha così rafforzato. "La specie più conseguente di Stato autoritario, liberatosi da ogni dipendenza dal capitale privato, è lo statalismo integrale, il socialismo di Stato. I capitalisti privati sono eliminati ... Ma i produttori cui appartiene giuridicamente il capitale rimangono lavoratori salariati, proletari." "Anche quando il plusvalore non viene più intascato in forma di profitto, è di esso che si tratta. La circolazione è eliminata, lo sfruttamento modificato", però da uno Stato in cui "la polizia pervade la vita fino alle ultime cellule". Horkheimer di conseguenza non si perita di porre l'a·ccento sull'elemento comune. "In tutte le sue varianti lo StaBibliotecaGino Bianco to autoritario è repressivo." "Solo all'inizio la maggioranza delle vittime dell'apparato poliziesco proviene dal partito di massa che ha avuto la peggio. Più tardi il sangue sparso esce dalle ven" del popolo intero. La scelta della gente che si mette in campo di concentramento diventa sempre più casuale. Che la quantità dei detenuti aumenti 9 diminuisca, che addirittura per qualche tempo ci si possa permettere di non occupare più i posti lasciati vuoti dagli ammazzati, in fondo chiunque potrebbe essere internato." Scritto nel 1940! Lo scritto di Horkheimer Lo stato autoritario è programmatico, ma abbastanza esauriente per mostrare come si possa sfuggire all'antinomia suaccennata e confrontare fenomeni senza fare pareggiamenti: distinguendo invece in essi l'essenza e l'accidente e derivandoli da qualche cosa che non è anch'esso fenomeno, bensì fondamento dei fenomeni: la forma di organizzazione assunta volta per volta dalla società. Il constatare l'uguaglianza o la disuguaglianza serve allora soprattutto a verificare che siano stati derivati esattamente. Un'esatta derivazione nel caso dei crimini in questione compiuti in questo secolo può essere solo un'attualizzazione, non una storicizzazione. Non sono da comprendere appiccicandoli al posto giusto nell"album della storia universale, ma. solo considerandoli come prime manifestazioni delle forze di annientamento che la legge dell'economia capitalistica cuoce necessariamente nella sua pentola e che non hanno cessato di agire fino al giorno d'oggi. Alla formulazione di Horkheimer "il fascismo è la verita della società moderna" (Gli ebrei e l'Europa) si potrebbe perciò aggiungere: e lo stalinismo è la stessa verità specularmente rovesciata. In certo qual modo è più tragico del fascismo, perché è uscito da una rivoluzione che voleva spezzare quelle forze che ha finito per aiutare a trovare uno sbocco alternativo. Ma entrambi, fascismo e stalinismo, hanno lo stigma incancellabile di essere gli originali storici di cui i crimini mondiali attuali sono le copie. Le copie non sono mai identiche agli originali, quindi fascismo e stalinismo sono irripetibili, eppure costantemente presenti. Il primo si libra come una spada di Damocle archetipa su ogni espansione e ogni crisi capitalista, il secondo su ogni rivoluzione proletaria. Questa, nonostante tutta l'analogia dei fenomeni, è una differenza strutturalmente rilevante. Il primo è il pericolo che ci minaccia da parte dello stesso assetto irrazionale della società, il secondo da parte del tentativo di riassestarla in modo razionale. Ma per entrambi si può dire che sono "un passato che non passa", perché da allora la storia è una storia che non va più quasi avanti, perché i fondamenti sociali di allora non sono cambiati in linea di principio. Che le copie restino addietro rispetto agli arginali o addirittura li superino sotto que- · sto o quell'aspetto, esse sono sempre foggiate su un altro modello, seguono un percorso già tracciato e si trovano per cosi dire a rimorchio. Finché il mondo rimane strutturato così com'è, il Terzo Reich rimane uno dei due archetipi dell'orrore moderno e la Germania non riuscirà a liberarsi da questa ipoteca, come una comunità religiosa non può liberarsi del suo fondatore. 51

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