Linea d'ombra - anno VI - n. 23 - gennaio 1988

SAGGI/TURCKE I "re magi" visti da JohnHeartfield, 1935 gione: questo tono nono è una formaesteriore,ma rivelaquel che vuole la spregiudicatezza p.redetta:"una sorta di risarcimento danni". Quindi l'antinomia resta. Da unapartel'insistenzasull'unicità dei crimini tedeschi, che respingecomeprovadi cattivo gusto i confronti dettagliati e con ciò limitala libertà della scienza storica; dall'altra il confrontocheregistraspregiudicatamente, e che non si può fare senzarelativizzare,servendo. così all'autoassoluzione dei tedeschi.C'è una viad'uscita da questa antinomia? Heinrich August Winkler ha fattoquestapropostadi soluzione: "La Germania è culturalmenteunpaesedell'occidente; ha partecipato all'illuminismo europeoe ha una lunga tradizione di Stato di diritto. Questonon valeper la Russia e ancor meno per la Cambogia. I criminidi Staline dei kmer rossi non vengono per questo minimamentescusati.Ma Hi- · tler e i suoi accoliti dobbiamo misurarliconi nostricriterioccidentali. Su questo sfondo storicoilgenocidiodegliebrei,ma anche degli zingari, voluto dallo Stato tedesco,è il massimo delitto del ventesimo secolo, anzidellastoriauniversale." (Auf ewig in Hitlers Schatten?, in "Frankfurter Rundschau", 14.11.1986). Il massimo delitto? Sembra propriochesiacosì.Ma perché allora misurare con due pesi e duemisure?1tedeschicon i valori "occidentali", i russi e i cambogianiconquelliasiatici. Con il che questi non sono "minimamentescusati", però posti in una luce meno sfavorevole: delittitremendi,però appunto asiatici. Eccoci di nuovo al "crimineasiatico", anche se con i segni invertiti, e Fest ha buon gibcoa rispondere.La proposta di misurare ogni popolo con i proprivaloriculturali continua "la vecchia distinzione nazistatra popolipiù avanzati e popoli che si trovano a uno stadio più primitivo" (la memoria dovuta). Solo che questa lezioneandrebbeimpartita al suo compagno di lotta Nolte prima che a storici che invocando l'impiego di diversi criteri culturalivoglionopur dire qualcosa di giusto, e cioè che noi tedeschiabbiamosempre ottimi motivi per lavare prima di tutto i nostri panni sporchi. Il lavare tranquillamente i propri panni sporchiè l'unico atteggiamento simpatico e gradevole che possanoassumerei tedeschi: il guaio è che non serve a' usciredal dilemma.1crimini tedeschi si possono capire solo in rapportoconi crimini mondiali, dunque andando a ficcareil nasoancheincasad'altri. Siamo da capo: l'antinomia del superamentodel passato tedesco si può risolvere o no? e erto che si può. Per esempio una soluzionesi delineava già al tempo in cui gli avvenimenticheoggiconsideriamo storici erano contemporanei o non avevanonemmenoancora raggiunto il loro culmine. Allora in alcune(poche)teste c'era una spregiudicatezza certo non inferiorealla"nuovaspregiudicatezza", eppure al di sopra di ogni sospettodi fare dei pareggiamenti, perché essa aveva fatto un passodecisivoal di là dei confronti: il passo che riconduce i fenomenimessi a confronto alle loro radici ·sociali. "Ma chi non vuoleparBibl teca Gino Bianco lare di capitalismo", suona un detto famoso di Horkheimer del 1939, "dovrebbe tacere anche sul fascismo" (7). Che cosa voleva dire? Naturalmente non che dappertutto, simultaneamente e d'un sol colpo l'organizzazione capitalistica della società dovesse diventare fascista, bensì che c'era una possente tendenza, determinata dall'economia, in quel senso. Negli anni sessanta, quando lo slogan "il capitalismo conduce al fascismo" non mancava in nessuna dimostrazione rispettabile, questo era quàsi un luogo comune. Oggi evidentemente è necessario ricordarlo. "Nel sistema della libera economia di mercato", scriveva Horkheimer nel 1940 nel saggio Der autoritiire Staat (Lo stato autoritario), "i suoi prodotti specifici, le macchine, sono diventati strumenti di distruzione non solo in senso letterale: invece del lavoro esse hanno reso superflui i lavoratori. La borghesia stessa è decimata, la maggior parte dei borghesi ha perso la sua autonomia; se non sono stati ricacciati nel proletariato o piuttosto nella gran massa dei disoccupati, sono caduti in dipendenza dei grandi trust o dello Stato. L'eldorado delle esistenze borghesi, la sfera della circolazione, si liquida. Il suo lavoro è eseguito in parte dai trust. .. in parte dallo Stato ... Quante più forze produttive questo gestisce in proprio, tanto più esso diventa il vero capitalista totale ... Il capitalismo di Stato è lo Stato autoritario del giorno d'oggi." "La grande forza di questo Stato sta nella sua capacità di foggiare l'opposizione a sua immagine. La parola d'ordine che invitava ad associarsi in sindacati e partiti fu seguita fino in fondo, ma questi, anziché eseguire i compiti innaturali dei proletari associati, cioè la resistenza alla società di classe in generale, ubbidirono piuttosto alle condizioni naturali della propria evoluzione in organizzazioni di massa. Essi si adat-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==