Linea d'ombra - anno V - n. 22 - dicembre 1987

SAGGI/BERTINETII La seconda parte si svolge nel 515 d.C., all'inizio dell'invasione sassone; e di nuovo assistiamo allo stesso processo di annullamento dell'identità di un popolo da parte dei nuovi invasori, mentre il periodo romano assume i contorni della favola, di ciò che forse non è mai stato, di una mitica età felice che nelle parole dei poeti maschererà una realtà di massacri e sopraffazioni. In questa seconda parte le scene dell'invasione sassone si alternano con quelle dell'Irlanda ai giorni nostri, in un continuo passaggio dal passato al presente la cui "verosimiglianza" è stata stabilita dalla forza visuale del finale del primo atto. Allo spettatore non vengono fatte prediche. La realtà è li, davanti ai suoi occhi: la violenza, il sopruso, il travisamento della verità di ieri sono gli stessi di oggi. Dirgli questo parlando dell'Irlanda è un segno di grande coraggio civile e intellettuale. Dirglielo con un linguaggio drammatico di tale vigore inventivo è segno di indiscutibile grandezza teatrale. The Romans in Britain fu rappresentato al National Theatre nel 1980. Nel 1981 la Royal Shakespeare Company mise in scena a Brenton la sua Thirteenth Night. Il titolo ha un'ovvia eco scespiriana, ma la vicenda, se non forse per il nome di un personaggio, non rimanda alla Dodicesima notte, bensi alla grande tragedia del potere, Macbeth. Quasi tutto il dramma è un sogno, o meglio un incubo del protagonista, il laburista di sinistra Beaty, che nella prima scena viene assalito e colpito alla testa da un gruppo di fascisti. Poco prima dell'aggressione un suo compagno di partito si chiedeva che cosa avrebbe fatto in Inghilterra un vero partito rivoluzionario, non il partito laburista oscillante tra slanci progressisti e conservazione. La risposta, nell'incubo di Beaty/Macbeth, è lo stalinismo. Brenton interpretava qui in modo distopico il dibattito presente nel partito laburista, che dopo la vittoria della Thatcher nel '79 aveva vissuto una lunga fase di tentennamenti e di decisioni poco felici. Il suo testo, rappresentato nell'estate del 1981, giungeva in una situazione di incerto compromesso tra destra e sinistra laburista. E questo da un lato gli faceva presentare, seppure come incubo, i pericoli possibili di forzature estremiste estranee alla maggioranza dell'elettorato laburista. Ma dall'altro non gli impediva di ribadire, non a caso nelle scene meno visionarie, i pericoli reali della politica conservatrice, filoamericana e filonucleare. Ancor piu direttamente interno al dibattito nel Partito laburista è il testo di Howard Barker, A Passion in Six Days, rappresentato a Sheffield nel 1983 in occasione del congresso del Partito. Barker, un autore di notevole interesse, che meriterebbe un'attenzione maggiore di quella che possiamo qui dedicargli, ha spesso indagato con partecipazione pessimistica sulle caratteristiche della contrapposizione di classe in Gran Bretagna e sulle debolezze della sinistra britannica, attraverso una serie di testi spesso caratterizzati da una commistione avvincente di dimensioni diverse, realtà, sogno, ricordo, immaginazione, unificate e amalgamate in una Bs riilolec~e ~tnò ~ia~•còvicenda di A Passion in Six Days ripercorre le tappe del congresso laburista dell'anno precedente, immaginando inoltre l'elezione a capo del partito di un personaggio basato sulla figura di Neil Kinnock, che effettivamente fu poi eletto leader nel 1983. La passione del titolo è la passione politica innanzitutto, ma è anche quella privata, sessuale, che giuoca un ruolo non certo secondario nella vita dei politici di professione che Barker ha reinventato come suoi personaggi. li contrasto tra il realismo opportunistico dei politicanti e l'idealismo spesso astratto dei militanti "puri", ma soprattutto il contrasto tra l'immagine pubblica e i sentimenti privati sono al centro di un testo che, al di là delle reazioni scandalizzate di alcuni, non ha certamente influito sulle scelte dei delegati laburisti; ma che ha invece offerto alcuni squarci sulle contraddizioni della sinistra inglese, nel pubblico e nel privato, che costituiscono uno spunto di riflessione certamente piu stimolante di quello offerto dalla gran parte dei discorsi che si svolgevano nel congresso vero. L'eccezionalità del testo di Barker, come del precedente di Brenton, sta soprattutto nella loro natura necessariamente ideologica (dato il tipo di temi affrontati) in un paese particolarmente refrattario al dibattito ideologico. Forse per via del loro proverbiale empirismo, gl inglesi preferiscono confrontarsi su problemi specifici, su argomenti pratici, su questioni concrete, anziché su temi "astratti". Questo è vero anche per il teatro, sia quello di vent'anni fa, sia quello di oggi. Ed il problema concreto che piu ha attratto i nuovi drammaturghi degli anni Ottanta è quello dell'emarginazione giovanile - o della condizione giovanile in genere, tra l'incubo della disoccupazione e la spinta al carrierismo piu spregiudicato. Su questo tema hanno scritto i due autori che piu spesso la critica ha indicato come i talenti emergenti della drammaturgia inglese di questo decennio, Tony Marchant e Doug Lucie. Marchant, nato nel 1959 in un quartiere popolare londinese, si è affermato grazie a due atti unici, London Calling e Dealt With (1981), che hanno come protagonisti alcuni giovanissimi proletari dell'East End di Londra. C'è un accorto uso dello slang, un po' ma non troppo, giusto per dare il sapore linguistico della diversità evitando di cadere nella macchietta; e ci sono tutti gli elementi della condizione di emarginati, l'istruzione scolastica scadente e senza sbocchi, le squallide condizioni di vita nei quartieri ultrapopolari, la disoccupazione, la ribellione contro il mondo degl adulti, la piccola illegalità, l'odio per la polizia, il riformatorio, il fascino - per il piu stupido - del movimento fascista/razzista come possibile strumento di autoaffermazione. Ma forse c'è anche troppa verbosità, un che di forzato nel far dire ai personaggi, seppure in modo semplice, quali sono i problemi di fondo. li pregio dei due atti unici, portati con grande successo in tourné nelle scuole londinesi, sta nella loro freschezza (l'autore era di poco piu vecchio dei suoi personaggi), nella felicità delle molte battute ironiche, nella serie di piccoli e

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