ERWIN SCHRODINGER, FISICOEPOETA Emanuele Vinassa de Regny Nel 1949, mentre era ancora in esilio in Irlanda dove l'aveva portato il suo rifiuto al nazismo, il grande fisico austriaco Erwin Schrodinger (1887-1961), premio Nobel per la fisica nel 1933, pubblicò a Godesberg una raccolta di poesie (Gedichte) presso una piccola casa editrice specializzata. Si tratta di poesie in tedesco, in inglese e di traduzioni in tedesco di poesie inglesi, che costituiscono sicuramente una selezione di un materiale poetico molto più vasto, selezione fatta direttamente dall'autore (1). Nonostante ricerche accurate, della pubblicazione di queste poesie non si è trovato alcun riscontro critico né nell'ambiente scientifico né nell'ambiente letterario. L'esistenza di queste poesie viene peraltro in genere segnalata in molte biografie. Poiché Schrodinger una volta aveva detto (2): "Non vorrei dare l'impressione che solo la scienza mi interessi. In realtà il mio desiderio originario era di essere un poeta. Ma mi sono reso subito conto che la poesia è un mestiere che non rende. E la scienza, invece, mi ha offerto una carriera", si potrebbe pensare che la poesia sia rimasta per lui un desiderio giovanile, una specie di hobby. Invece le sue poesie non sono banali poesie d'occasione (abitudine del resto assai diffusa negli ambienti colti tedeschi), bensì poesie assai raffinate nello stile tardo-romantico (espressionista) tipico della letteratura tedesca degli anni Venti-Trenta, anche se ovviamente non costituiscono un vero e proprio caso poetico (3). È proprio il valore intrinseco delle poesie che fa sorgere un duplice interrogativo. È possibile delineare una diretta connessione tra queste poesie e l'attività scientifica di Schrodinger? È lecito tracciare un parallelo tra poeta e scienziato, ovvero cercare nelle poesie un riflesso delle posizioni scientifiche del suo autore? Oppure, il che è più probabile, nelle sue poesie Schrodinger esprime tutto se stesso, la sua cultura e la sua visione del mondo, e non soltanto i suoi interessi scientifici? Una delle difficoltà principali che si presentano quando si cerca di inquadrare queste poesie nella complessa personalità di Schrodinger sembra essere la mancanza di datazione. Da un punto di vista strettamente poetico, è infatti molto diverso che una poesia appartenga alla gioventù o alla maturità del suo autore. Inoltre, da un punto di vista più generale, sarebbe molto interessante poter collegare con sicurezza le poesie alle varie fasi della vita dello scienziato. Si può peraltro tentare una datazione di massima facendo un'ipotesi forse un po' ovvia, quella di attribuire le poesie in lingua tedesca (che sono 27) al periodo àustro-svizzero-tedesco e le poesie in lingua inglese e quelle tradotte (che sono rispettivamente 7 e 6) al periodo successivo, quello dublinese. A questo punto si può tentare una verifica, sicuramente più arrischiata, cioè cercare nelle poesie riferimenti precisi di tempo e di luogo, oppure accenni più o meno espliciti a vicende personali. Questo procedimento, collegato a testimonianze di vari autori e ai molti dati biografici disponibili, può servire come traccia. Per esempio, data per scontata la suddivisione delle poesie in due periodi, si ritrovano elementi geografici ben precil bIiOÌeCaGino Bianco si che tendono a confermarla: il Tirolo (Merano) e Zurigo nel primo periodo, la spiaggia di Armslow nel secondo. Tra i riferimenti alle vicende personali il più esplicito si trova forse in Presentimento, che chiude le poesie tedesche: la fine della tranquillità che fa quasi desiderare la morte. Ma tra le poesie tedesche anche Cigni e Metà settembre sembrano delineare la tempesta che si sta per scatenare sulla Germania: gli amicicolleghi che pian piano se ne vanno, ma anche l'orgoglio di chi sa affrontare il pericolo. Sempre in questo periodo è assai esplicito il riferimento al grande amore e alla paternità (Incontro; A; Il deluso). li tema dell'esilio e della paura della povertà si ritrova invece chiaramente nelle poesie inglesi, nelle quali appare anche il riferimento alla malattia (in Irlanda Schrodinger fu malato gravemente). Un altro elemento che sembra confermare l'ipotesi dei due grandi periodi è la scelta degli autori delle poesie tradotte, scelta evidentemente non casuale. Tutti, salvo Tennyson, sono poeti irlandesi e due di essi (Yeats e Synge) sono tra i grandi poeti che contribuirono in maniera determinante al rifiorire della cultura celtica nel loro paese. E non è una semplice coincidenza il fatto che,. durante il soggiorno dublinese di Schrodinger, la giovane repubblica tentasse di consolidare le sue tradizioni nazionali e che l'Institute for Advanced Studies di Dublino fosse per metà destinato proprio all'approfondimento della cultura celtica. Gli altri due poeti tradotti (Dodds e Darley), indubbiamente minori, hanno anch'essi un legame particolare con il periodo dublinese. Eric Dodds (1893-1979) è forse il più famoso grecista di lingua inglese, autore di un importante testo, I Greci e l'irrazionale (4), che si ricollega direttamente a La natura e i Greci di Schrodinger pubblicato tre anni dopo (ma le conferenze da cui è tratto precedono l'opera di Dodds); i due furono tra l'altro colleghi a Oxford. George Darley (1795-1846) è un poeta che ebbe scarsi riconoscimenti in vita e che ha la caratteristica di essere stato un discreto matematico: i suoi testi di algebra e di geometria ebbero sicuramente più successo delle sue posie o dei suoi drammi storici. Non è azzardato immaginare che Schrodinger abbia idealizzato in Darley il prototipo dello scienziato-poeta. Questi particolari sembrano quindi ulteriormente confermare il parallelo tra i due periodi della vita di Schrodinger e i due gruppi di poesie, e rendono forse irrilevante la ricerca di una datazione più precisa. . A favore di questa tesi ci sono altri due importanti elementi: a) le poesie pubblicate rappresentano, come si è detto, una scelta operata direttamente dall'autore su un materiale sicuramente molto più vasto; b) l'assenza di presentazione e la mancanza di date sono evidentemente sue scelte precise. A questo punto si può addirittura considerare inutile la datazione esatta e pensare che le poesie siano state scelte e ordinate a prescindere dalla data della loro stesura con lo scopo di narrare - in chiave poetica - la vita dell'autore, di comporre una sorta di diario ideale. Questa nuova ipotesi sembra trovare conferma dal fatto che anche l'autobiografia di Schrodinger pubblicata po-
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