Linea d'ombra - anno V - n. 22 - dicembre 1987

John Hawkes, Joseph Heller, Thomas Pynchon, Kurt Vonnegut e - ho la presunzione di dire - me. Questa reazione, quando sia provata, sembrerebbe attinente tanto all'implacabile realismo dei nostri successori quanto al loro minimalismo: fra gli esimi fratelli Barthelme, la produzione letteraria di Donald non è di dimensioni meno esigue di quella di Frederick o del promettente Steven; ma il loro materiale caratteristico, il loro punto d'appoggio e il loro gusto alla fine sono naturalmente diversi. Per esempio, la complessità formale di Sentence (un non-periodo che dura nove pagine) di Donald Barthelme o il dichiarato anche se satirico intellettualismo del suo Kierkegaard unf air to Schlegel sono lontani dal "realismo da supermercato" quanto i voli folli di Gravity's Rainbow di Pynchon. È proprio così: il dialogo fra realismo e fantastico, fra quotidianità e favola, come il dialogo fra minimalista e massimalista, è vecchio come la narrazione e non sempre inconciliabile. Esistono innumerevoli possibilità di combinazione, fusione, incrocio e lavoro comune dall'una e dall'altra parte della strada. 6) La reazione contro la quasi ineludibile iperbole della pubblicità americana, sia commerciale che politica, con la sua manipolazione ad alta tecnologia e le sue incantevoli menzogne, ubique e inquinate quanto e più dell'aria che respiriamo. È comprensibile che tale atmosfera - insieme a tutti gli altri fattori precedentemente elencati - abbia potuto ispirare una narrativa dedicata a un dimesso, programmaticamente disincantato, minimizzante e magari minimalistico Raccontare la Cosa Com'è. Questa è sempre stata la base, di carattere filosoficomorale, del minimalismo e del suo stretto parente, il realismo, nelle loro varie incarnazioni durante i secoli, nelle belle arti e altrove: il sentimento che il linguaggio (o chi per lui) è per qualche ragione divenuto eccessivo, ingombro, corrotto, irreale, falso. È la reazione dei Puritani c"ontro il barocco Cattolicesimo; è l'atteggiamento di Thoreau che respinge persino le povere comodità del villaggio di Concord. P er la generazione perduta dei reduci della prima guerra mondiale - afferma uno dei loro più famosi portavoce, il Frederick Henry di Addio alle armi di Hemingway - "termini astratti come gloria, onore, coraggio o santità erano osceni". Wassili Kandinsky disse di cercare "la noce, non il guscio". Il Funzionalismo della Bauhaus era ispirato in parte dall'ammirazione per la tecnologia meccanica, in parte dalla ripulsa nei confronti dello stravagante apparato culturale della Belle Époque. Il naufragio del Titanic è assurto a simbolo della fine di quell'epoca, così come la vista di un gruppo di operai schiacciati dal crollo di uno stucco vittoriano divenne per il giovane Frank Lloyd Wright il simbolo del peso morto della decorazione architettonica senza funzione. Flaubert si scagliava contro la "blague" della parlata borghese e di quella burocratica, in particolare; il suo amore per il "mot }uste" comportava molto più una sottrazione che un'addizione. BibliotecaGino Bianco SAGGI/BARTH Il barocco ispira il suo opposto: dopo gli eccessi della Scolastica viene il radicale riduzionismo di Cartesio: dubitiamo, e scartiamo tutto ciò che non è autoevidente e vediamo se, dopo questa operazione, rimane qualcosa di indubitabile su cui ricostruire. E anche all'interno della Scolastica, tre secoli prima di Cartesio, Guglielmo di Ockham affilò il suo famoso rasoio: Entia non sunt multiplicanda (gli enti non devono essere moltiplicati). Insomma, meno è più. Dunque, al di là dei loro stimoli personali e locali, gli esponenti più o meno minimalisti del Nuovo Racconto Americano sono autori di una correzione dei valori letterari, e artistici in genere, che si ripete ciclicamente. Questo ciclo è riproposto, su ritmi più lenti, dalla storia della filosofia e dalla storia della cultura: le Rinascenze danno luogo alle Riforme e queste, a loro volta, originano le Controriforme; i sette anni di abbondanza sono seguiti da sette anni di carestia dopo i quali, come nel Genesi, possiamo tornare a sperare nel cambiamento. Infatti, se in arte l'austerità è molto ammirevole, anche il suo opposto non è senza pregi e meriti. Ci sono i piaceri minimalisti di Emily Dickinson - "e gelo nelle ossa" - e quelli massimalisti di Walt Whitman, le gioie ipocaloriche dei Testi per nulla di Samuel Beckett e le gioie grasse di Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. In verità vi sono più vie che portano al cielo. Fra minimalismo e massimalismo, è degno di compassione solo il lettore - o lo scrittore, o l'epoca - troppo dedito all'uno per poter gustare l'altro. (traduzione di Gianfrancesco Turano) Copyright John Barth 1986. ROSSOSCUOLA Scuola• Cultura• Società N. 38, novembre-dicembre 1987 Editoriale (Mario Salomone) Primo piano: Golfo, Emergenza pace (M. Cavallone, G. Pontremoli e A. Garelli, Collettivo Luca Rossi, A. Drogo) Ora di religione/Obiettiamo, ministro Galloni (L. Joroch e C. Ottino, M. Bortoletto, Movimento di Cooperazione Educativo, L. Winkler) Inchiesta/La scuola fa notizia (P. Di Loreto, A. Arbicone e M.G. Ponzi, L. lanetta, R.A.M.) Inchiesta/Mappa del labirinto Cobas (o curo della Redazione di Firenze) lnchiesta/CDB verso il contratto (A. Montigioni e C. Matassini, D. Artese e A. Benassi, C. Petrucci, P.C., A. Berni) Scuola elementare: al via i nuovi programmi (F. Calvetti, P. Serosini) Leggere gli anni verdi: "Fuga" di C. Alvaro (R. Ceseroni) Farescuola (G. Fresia, L. Boccarasso, L. Bonometto) Cultura (M.C. Donnini, M.S.) - Schede e recensioni Strada della Magra 5/b, 10156 Torino

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