BREVINOTESULMINIMALISMO John Barth I 'Meno è più" disse Walter Gropius o Alberto Giacometti o Laszlo Moholy-Nagy o Henri GaudierBrzeska o Constantin Brancusi o Le Corbusier o Ludwig Mies van der Rohe; questa osservazione (il cui primo autore fu, in realtà, Robert Browning) è stata singolarmente attribuita a ognuno dei suddetti più o meno noti più o meno minimalisti. Tale motto, così come quello della Bauhaus "la Forma segue la Funzione", rappresenta su scala ridotta, ma significativamente, l'estetica minimalista e uno dei suoi principi fondamentali: una radicale economia di mezzi può accrescere l'effetto artistico, anche quando un simile risparmio comprometta altri valori come, per esempio, la precisione, la ricchezza o la completezza dell'esposizione. La forza di questo principio estetico è immediatamente dimostrabile: si confronti la definizione del tutto degna di oblio da me usata (''una radicale economia di mezzi, ecc.ecc.") con l'indimenticabile "meno è piu". Oppure si consideri la seguente proposizione prima leggendo e poi non leggendo il contenuto delle parentesi: "Il Minimalismo (di qualunque genere) è il principio (o, almeno, uno comune minimalismo e della sua premessa: l'idea che, se non altro in arte, meno è più. I ndubbiamente si tratta di un'idea tanto vecchia e dotata di fascino duraturo quanto l'idea opposta. In principio era il Verbo: solo in seguito arrivò la Bibbia, per non parlare del romanzo vittoriano a tre piani. L'oracolo di Delfi non disse: "La capacità di penetrare la propria psiche attraverso un'esauriente autoanalisi può costituire una valida premessa alla comprensione del proprio comportamento e, in senso lato, del mondo"; disse: "Conosci te stesso". Generi letterari implicitamente minimalisti come oracoli (dal santuario di Apollo Delfico all'oroscopo dei cioccolatini), proverbi, massime, aforismi, epigrammi, pensieri, motti, slogan e frizzi sono diffusi in ogni secolo e cultura - soprattutto nelle culture orali e nelle subculture dove l'apprendimento mnemonico è di prioritaria importanza - e molti di essi contengono una riflessione o una dichiarazione della propria stessa matrice: una sorta di metaminimalismo. "La brevità è l'anima dell'acutezza", "il silenzio è d'oro", "Vita bredei principi) su cui si fonda (ciò che ìo e molti altri osservatori interessati consideriamo forse come) il più importante fenomeno attualmente alla ribalta letteraria (nordamericana e soprattutto statunitense: in sostanza, l'equivalente gringo del termine "el boom" riferito al romanzo latinoamericano): parlo, insomma, della nuova fioritura del racconto (nord) americano (particolarmente di quel tipo di narrativa concisa, obliqua, realistica o iperrealistica, estrospettiva, rifinita freddamente e quasi pri- "Se in arte l'austerità è ammirevole, anche il suo opposto vis est, ars longa": così nella sua terza epistola Seneca ammonisce gli aspiranti poeti; "Astenersi dall'eccedenza" raccomanda Mark Twain. Contro i godimenti di ampia portata della prosa di Erodoto, Tucidide e Petronio, ci sono i minuti piaceri delle Favole di Esopo e dei Caratteri di Teofrasto. Contro l'epica in versi di Iliade, Odissea ed Eneide - e dei molto più lunghi poemi in sanscrito Ramayana, Mahabharata e Kathasaritsagaro o L'oceano della storia - ci non è senza pregi e meriti. Ci sono i piaceri minimalisti della Dickinson e quelli massimalisti di Whitman, le gioie ipocaloriche di Beckett e le gioie grasse di Garcia M:irquez. In verità vi sono più vie che portano al cielo... " va d'intreccio che negli ultimi 5 o 10 anni è stata associata ai nomi di ottimi scrittori quali Frederick Barthel me, Ann Beattie, Raymond Carver, Bobbie Ann Mason, James Robinson, Mary Robinson e Tobias Wolff e che è stata lodata ed esecrata sotto le etichette di "realismo da supermercato", "popolar-chic", "minimalismo Diet-Pepsi" e "neo-proto-Hemingwayismo proletario del post-moderno, post-letterario, post-Vietnam")". Come sempre accade all'interno di ogni gruppo di artisti etichettati collettivamente, gli scrittori summenzionati sono almeno altrettanto diversi fra loro quanto sono simili. Il Minimalismo, per di più, non è l'unico e forse neppure il più importante fra gli elementi comuni al loro modo di narrare; le stesse etichette suggeriscono con la loro varietà altri aspetti e problemi nel Nuovo Racconto Americano e della sua controparte proporzionale, il romanzo spesso un centimetro. Totèc~·In~ 1f!ttAegd parlare del loro sono venerabili forme poetiche supercompresse come la frase palindroma (gli esempi sono numerosi, ma gli unici di cui serbi memoria sono: "Madam, l'm Adam" e "Sex at noon taxes") o il distico (fra i moderni ricordiamo: "La caramella è bella / ma un goccio aiuta l'approccio" di Ogden Nash) o l'haiku del Giappone feudale con le sue eco che vanno dagli imagisti di primo Novecento fino alle "poesie scarne" di Robert Creeley. Esistono anche poesie di una sola parola o parole che da sole costituiscono un poema: la migliore che conosca l'ho trovata nel Guinness dei primati, citata come "la parola più concisa": "mamih/apinatapei" che appartiene alla lingua parlata nella Terra del Fuoco e significa "guardarsi negli occhi, ognuno sperando che l'altro cominci a fare ciò che entrambi desiderano fare ma non si decidono mai a intraprendere". Il genere letterario del racconto - secondo la definizione che ne diede Poe nel 1842nella sua recensione alla prima raccolta di Hawthorne, distinguendolo dalla novella tradizio-
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