preparavo a stendere la pasta sul fondo della teglia. Mentre la lavoravo con entrambe le mani, tenevo il ricevitore premuto contro l'orecchio con la spalla. Jerome è rimasto zitto, ma mi rendevo conto che era ancora lì. Lo sentivo. Appena ho alzato lo sguardo dalla crostata, ho visto una leggera foschia che cominciava a levarsi dalla baia verso la spiaggia. Intanto il rumore delle martellate dalla casa a fianco era cessato del tutto, ma ne era rimasto come il ricordo sullo sfondo mentre guardavo verso la baia. "Jerome?", ho chiamato. Ma lui non mi ha risposto. "Jerome?", ho ripetuto. Ho continuato a restare in ascolto, stringendo il ricevitore.Mentre aspettavo, il mio sguardo si è posato sulla spiaggia. La nebbia si stava alzando. Poi, attraverso la foschia luminosa ho visto apparire dei cavalli, un piccolobranco di cavalli. Non erano montati, ma sembravano sapere dove stavano andando, come se qualcuno o qualcosa li guidasse e li spingesseavanti. Il cavallo di testa si è tuffato senza esitare nelle onde e ha cominciato a nuotare in direzione di un isolotto a qualche miglio di distanza. Gli altri l'hanno seguito e io non ho saputo fare altro che stringere ancor di più il ricevitore contro il collo e star lì ad osservarli stupita. Laggiù sulla spiaggia dove né i ragazzini né i cani potevano scorazzare liberi, c'era ora un branco di cavalliche aveva attraversato al galoppo i ciottoli e la sabbia e si era appena immerso nel mare. Ho appoggiato la cornetta sul piano della cucina e sono andata in camera da pranzo a prendere il binocolo sul tavolo vicino ai gigli. L'ho portato agli occhi e ho visto le teste dei cavalli che lottavano sopra le onde. Non riuscivo più a staccare gli occhi. "Cos'è tutta 'sta roba? Che succede qui?" ha chiesto mio marito. "Chi è che si diverte a fare questo genere di scherzi?" Ho capito che si riferiva ai fiori. Poi è andato in cucina e ho sentivo che alzava il coperchio dalla casseruola. Da uno strappo nella nebbia riuscivo ancora a vedere i cavalli. Per un attimo ho immaginato di sentire la spinta delle loro zampe nella corrente e le onde infrangersi contro il mio petto. In lontananza vedevo la terra che sembrava una sottile striscia argentea sull'acqua. Ho sentito lo scatto del telefono quando mio marito lo ha rimesso sulla forcella. Povero Jerome, ho pensato con un sussulto di rimpianto. Ma poi mi sono messa in ascolto come se il legame tra noi non avesse niente a che fare con i telefoni, come se il suo silenzio stesse ancora interrogandomi, mi implorasse di mantenere la rotta per lui nel tumultuoso infrangersi delle onde. Mio marito ha aperto un cassetto e ho sentito il tintinnio delle posate. "Se non altro hanno smesso di far casino con quei martelli", ha detto, "mi stavano facendo diventar matto. Che giornata!" Io ho continuato a guardare i cavalli. Mi sono sentita piena di una sicurezza, di una forza che mi ha sorpreso. Era come se un'energia propria s'infondesse perfino nei miei capelli lunghi sciolti lungo la schiena. Ero certa che se domani avessi preso una barca e fossi andata fino all'isolotto, avrei trovato Bibi(été~~oc;1n~i ~~as~i~ga. Vi sarebbero arrivati STORIE/GALLAGHER senz'altro, qualsiasi istinto o necessità li stesse attirando là. E quanto al mio amico Jerome, anche lui aveva una misteriosa fedeltà a mete di cui a volte io ero l'inconsapevole stella polare. Ho abbassato il binocolo e mi sono voltata verso mio marito che stava accanto al tavolo e si serviva direttamente dalla casseruola. Raschiava il fondo col cucchiaio. Il prepotente aroma dei fiori aveva creato invisibili correnti nella stanza, e anche se sembravano indicare una tristezzaper la quale non potevo fare niente, mi sono allungata verso di loro e ho respirato la loro fragranza. Mio marito si è portato il cibo alla bocca. Mi sono seduta dall'altra parte del tavolo e mi ha lanciato un'occhiata che mi ha fatto improvvisamente ricordare le macchie di farina sul viso e sul collo. Ma non ha detto niente e ha abbassato lo sguardo sul piatto, come assorto in qualche pensiero. Poi ha rialzato gli occhi e ha sorriso con l'espressione affettuosa di uno che deve sopportarne di tutti i colori per avere qualche momento di pace. Ho visto che la nebbia aveva cominciato a circondare la casa. Potremmo essere dovunque, mi sono detta. In qualsiasi altro posto. E invece eccoci qui. Lui mi ha porto il piatto e io ho teso la mano. (traduzione di Riccardo Durantt) Copyright Tess Gallagher 1987. NOI DONNE • a supplemento di 16 pagine formato tabloid di critica, di informazione e percorsi nel mondo dei libri. Articoli su Hannah Arendt, Buchi Emecheta, Anna Freud, Bessie Head, Clarice Lispector, Marilyn Monroe, Dolores Prato, Anna Pozzi, Olive Schreiner, Marie Louise von Franz, Maxie Wender. Il punto su gli studi di antropologia, arte, epistemologia della scienza. Recensioni di letteratura, saggistica e poesia Come scegliere con cura un libro per bambini Ultimi arrivi in libreria A DICEMBREIN EDICOLA 53
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