Nella pagina precedente un'incisione di Frederick Catherwood (Messico 1843). Era una bella giornata. Un sole tropicale scaldava l'atmosfera. Avevamo ricevuto l'ordine di prepararci per marciare e probabilmente avremmo avuto quello stesso giorno il primo incontro con le truppe yankees. In ogni volto, bruciato dal fuoco furioso di quel cielo incandescente, brillava il desiderio di sangue e di vittoria. Tutto era pronto per la partenza, la tromba aveva già lanciato nell'aria il suo segnale d'oro. Stavamo per metterci in cammino, quando da una curva apparve un ufficiale al galoppo. Chiamò il nostro capo e parlò con lui in gran segreto. Come dirvi ciò che provammo? Siete stati mai schiacciati dalla cupola di un tempio che la vostra stessa speranza aveva innalzato? Avete mai sofferto vedendo uccidere davanti a voi vostra madre? ... Quella fu la più terribile delle sciagure. Era "la notizia". Eravamo perduti, perduti senza rimedio. Non avremmo più combattuto. Dovevamo consegnarci come prigionieri, come vinti. Cervera era nelle mani dello yankee. La squadra navale era stata inghiottita dal mare, distrutta dai cannoni nordamericani. Non rimaneva più niente della Spagna, nel mondo che lei aveva scoperto. Dovevamo cedere le armi, tutto, al nemico vincitore; e il nemico apparve sotto le spoglie di un grande diavolo biondo, dai capelli lisci, la barba caprina, un ufficiale degli Stati Uniti seguito da una scorta di soldati dagli occhi azzurri. L'orribile scena ebbe inizio. Si consegnarono le spade; poi anche i fucili ... Alcuni soldati bestemmiavano, altri impallidivano, gli occhi umidi di lacrime, scoppiando di indignazione e di vergogna. E la bandiera ... Quando venne il momento della bandiera si vide una cosa che suscitò in tutti quel glorioso spavento che viene da una meraviglia inaspettata. Quell'uomo strano, con gli occhi così profondi che parevano dire cose di secoli, ci lanciò un amaro sguardo di addio e si diresse verso la voragine, passo dopo passo, con la sua bandiera gialla e rossa, senza che nessuno osasse fermarlo, e vi si gettò. Dall'oscurità del precipizio le rocce restituirono un rumore metallico, come di un'armatura. Qualche tempo dopo il cappellano si arrovellava: - "D. Q." ... Improvvisamente pensai di aver risolto l'enigma. Quella fisionomia non mi era sicuramente sconosciuta. - D.Q. - gli dissi - è ritratto in questo vecchio libro. Ascoltate: "L'età del nostro gentiluomo rasentava i cinquant'anni: era di complessione robusta, asciutto di corpo, magro di viso, molto mattiniero e amante della caccia. Si afferma che avesse il soprannome di Quijada o Quesada (c'è una certa discordanza tra gli scrittori che trattano di ciò), sebbene si possa arguire, in base a plausibili congetture, che si chiamasse Quijano". Era il portabandiera. Come si chiamava? Biblioteca Gfffo Tsntff 6A. Paba e E. CaSliglia). I: CLASSJ:CJ: DELLA SCALA D'ORO Un ritorno che dirà qualcosa alla "gente d'età". Venti volumi già disponibili nelle migliori librerie in una nuova veste grafica per riproporre ai bambini di oggi le storie e le fiabe di sempre. "Quel che più conta è che la 'prova del budino' (dare in mano a dei bambini di oggi questi volumi) è vittoriosaper la collana, che questi libri continuano a piacere. Lo stesso è dei disegni che oggi figurano come originali proprio per la loro distanza dagli sdilinquimenti all'inglese, dalle rozzezze alla giapponese e dall'iperealismo all'americana". Goffredo Fofi, "L'Indice" U T E T LIBRERIA
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