• AL SERVIZIODELLASVEZIA Ota Pave/ I direttore generale della ditta Electrolux, il signor Frantisek Koralek, per cui mio padre lavorava, era un riccone. Aveva uno stipendio di trentamila corone al mese, una villa a Orechovka e ogni anno una nuova automobile americana, nessun bambino e a Chuchle una propria scuderia, la FRAKO (Frantisek Koralek), con dei meravigliosi cavalli e tanto di sponsorizzazione Electrolux, e insieme anche fantini inglesi. Mio padre però considerava il signor Koralek un gangster principalmente per un motivo: perché possedeva una donna come la signora Irma, che non meritava affatto. La signora Irma piaceva immensamente a mio padre. Benché ebrea, aveva degli straordinari capelli biondi, gli occhi azzurri e un seno attraente che sotto tessuti morbidi, come lo sciantung o il raso, risaltava splendidamente, e un culetto tondo e sodo. Il suo corpo slanciato ricordava le puledre della scuderia di suo marito e il suo viso aveva l'espressione vivace della persona colta: anzi proprio questo particolare aveva colpito mio padre, che peraltro quando scriveva non sapeva nemmeno dove mettere le doppie, dato che l'avevano cacciato dalla scuola per tutta una serie di ragioni è infine perché aveva gettato un calamaio pieno d'inchiostro contro il suo insegnate Lukes. Per la mamma l'amore nascosto di mio padre per la signora Irma non era un segreto, ma non se ne preoccupava troppo. Secoiidò lèi le possibilità di mio padre erano in tal senso altrettanto scarse, che se avesse voluto intraprendere la scalata dell'Everest: con noi tre ragazzi sulle spalle, e senza possedere nessun cavallo né tanto meno alcun macchinone americano. Si intendeva di calcio, di boxe e di pesca, ma tutto questo ovviamente non poteva abbagliare la signora Irma. Del resto il passato del babbo era ben noto. Prima di lavorare per la famosa ditta svedese Electrolux, aveva venduto estintori Tutankamen, di produzione nazionale. Si sapeva di· alcune fabbriche che avendo adottato questi Tutankamen erano state distrutte dalle fiamme. Qualcuno aveva anche accennato a come eravamo vissuti in quel periodo e lo aveva divulgato per tutta Praga. Abitavamo in un paesetto nel cuore dei boschi vicino a Marianske Lazne e mangiavamo funghi, senza sale, senza uova e senza pane ... con cipolla pura, e basta! Ma era accaduto un miracolo - proprio dal momento in cui il signor Frantisek Koralek aveva detto: "Noi la assumiamo come rappresentante commerciale", per mio padre aveva incominciato a splendere in cielo una buona stella. Avvenne poco dopo che l'avevano assunto in prova presso la filiale Electrolux di Pilsen, affidandogli senza troppa convinzione un aspirapolvere custodito in una valigia di legno. Non gli davano alcuna diaria e lui dovette farsela a piedi con quella valigia fino a Rokycany, perché non aveva da pagare il treno. A Rokycany rimase due ore in piazza prima di decidersi a visitare il primo cliente al quale disse per la prima volta la frase che da Pilsen s'era venuto ripetendo durante tutto . il viaggio: "Io sono il rappresentante della ditta Electrolux e vendo aspiravolveri di marca, Made in Sweden". BibliotecaGino Bianco Quel signore non mise alla porta mio padre. Anzi, alla fine ne comprò uno. Quello stesso giorno il babbo vendette a Rokycany quattro aspirapolvere, e si può dire, per quella volta, che fosse un rendimento notevole per un novizio del mestiere, perché la gente era abituata alla scopa e allo spazzolone da centinaia di anni e un aspirapolvere da duemila corone era considerato un'invenzione del diavolo e per di più completamente inutile. Con dei soldi presi in prestito a Rokycany partì per Radnice, dove uno zio medico lo raccomandò a dei suoi clienti, e di lì si spostò a Pribram. Continuò a ripetere la sua frase mostrando l'apparecchio e accompagnando il tutto con sorrisi, lusinghe, inchini. In dieci giorni vendette trentuno aspirapolvere. A Pilsen nessuno ci voleva credere. Quando lo seppero, lo portarono da Pilsen a Praga per mostrarlo come un miracolo del cielo. Mentre passava per i corridoi della direzione, le porte si aprivano e gli impiegati bisbigliando se lo indicavano. Lo condussero dal direttore generale Koralek, dove ad aspettarlo c'era anche la moglie di costui, la bionda e cerulea signora Irma, che guardando con occhi sognanti il mio impaurito genitore, gli porse la mano e disse: "Mi congratulo con lei, signore". A mio padre parve di colpo di essere al settimo cie!.9,péii~. sò subito di non aver visto mai una donna così bella; nel con:'.' gedarsde baciò la manina, balbettando per tanta felicità: e andandosene si ripromise che avrebbe messo a disposizione di quella ditta e di quella signora tutte le sue forze. E così fece. Con mio padre la ditta Electrolux vinse un terno al lotto. Presto egli fu considerato un vero fenomeno nella vendita di aspirapolvere e frigoriferi. Difficile dire com~ ciò fosse possibile, ma in quel campo era un genio. Difficilmente in un'arte s'intuisce un genio, e tanto meno se si tratta della vendita di aspirapolvere. Aveva negli occhi allegria, umiltà, tristezza, ma soprattutto lo charme, l'eleganza e il fascino del bell'uomo. Era insistente, disinvolto, però senza mai oltrepassare i limiti del buon gusto. Solo le cattive lingue della concorrenza ripetevano di lui la solita vecchia canzone: "Se lo cacciassero dalla porta, rientrerebbe dalla finestra". Ben presto divenne il campione della ditta Electrolux per tutta la Repubblica: la ditta aveva i suoi campioni in tutto il mondo, così come ci sono i campioni di nuoto e di calcio. Il diretto~e generale Frantisek Koralek gli consegnò nel corso di una cerimonia un orologio d'oro Movado a doppia cassa, dove era splendidamente inciso: Primo premio. La signora Irma, porgendogli la manina, gli disse ancora una volta: "Mi congràtulo con lei, signore". Sorrise a mio padre, il quale non capì che era solo un sorriso convenzionale e che non andava più in là di tanto. Incoraggiato dal successo vinse ancora un altro orologio d'oro Movado, anche quello a doppia cassa; si aveva l'impressione che potesse divenire in tutto il mondo il campione irresistibile della ditta Electrolux. E così andò sempre avanti, spinto dal miraggio della bella signora Irma. Anche I~mamma era molto contenta e le cose ci andavano stupendamente. 41
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