INCONTRI/NISSENSON 1 NoVEMBRE GREENTOWN A B CAPANNA DI CAPO ARMSTRONG PEI\ RIUNIONI LA LUNGACASA A· TRONCHI 8 - TRAVEDI SOSTEGNO DELTE1TO C - TAAVEl>I COLMO p. PALI E • TETTORICOPERTO DI CORTECCl4 Da/14colle:z,ioneTb~mosKeene,Mans/ield,Ohio bliotecaGino Bianco Tutte queste informazioni sono confluite nella mia immaginaria ricreazione- della frontiera, esse infatti riflettono in qualche modo la mia esperienza al kibbutz. A quali fonti si è rifatto in particolare, nel ricostruire il momento storico delle guerre con gli indiani (1811-1812)? Come dicevo prima, ho impiegato molto tempo nel fare ricerche e nello scrivere il libro. Ho avuto la fortuna di lavorare con e di diventare amico di Don Hustlar, vice-direttore della Historical Society of Ohio. Egli mi è stato di grandissimo aiuto nel ricreare fin nei minimi particolari quell'epoca. Come ogni stato dell'Unione, anche l'Ohio ha una fornitissima Historical Society, dove sono conservati documenti e materiali che sono stati di grandissimo interesse per il mio lavoro. Ho potuto consultare giornali, libri e diari dell'epoca, in breve tutto quello che occorre a uno storico. Ho inoltre studiato l'agricoltura dell'Ohio, i suoi mezzi di trasporto, il clima; quanto costasse inviare una lettera, le recinzioni difensive, le armi. Ho comprato dei vecchi fucili a ripetizione, dei moschetti concui si può sparare davvero usando la "polvere nera", il tipo più primitivo di esplosivo. Ho imparato a caricarli, a sparare. Volevo sapere come funzionavano e mi resi conto che erano difficili da caricare, che al massimo si potevano sparare quattro colpi al minuto - molto pochi - ,e qualche volta il colpo non partiva nemmeno - ed è pericoloso - oppure i fucili esplodevano. Volevo sapere che odore avevano, quanto fumo facevano. Ho inoltre cercato di rivivere la vita del pioniere, capire che cosa volesse dire tagliare un albero, camminare con gli stivali sulla neve, preparare un fuoco nella foresta con la sterpaglia. Sono andato
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