Linea d'ombra - anno V - n. 22 - dicembre 1987

IL PASSATODELL'AMERICA INCONTROCONNUGNNISSENSON a cura di Regina Hayon Cohen Nissenson è venuto in Italia ne/febbraio di quest'anno in occasione della pubblicazione dell'edizione italiana del suo ultimo romanzo, L'albero della vita (Rizzo/i). Conosciuto fino a oggi da un gruppo ristretto di appassionati di letteratura ebraico-americana, Nissenson ha ottenuto con quest'ultimo lavoro un largo consenso di critica e di pubblico negli Stati Uniti e si accinge ora ad affrontare i lettori europei con diverse traduzioni oltre a quella italiana(/). Le sue due raccolte di racconti A Pile of Stone (Scribner's Son, 1965) e In the Reign of Peace (Farrar Strauss and Giroux, /972) il reportage Notes from the Frontier (Dia/ Press, /968) e il romanzo My Own Ground (Farrar Strauss and Giroux, 1976)sono incentrati soprattutto su tematiche ebraiche. I personaggi sono di volta in volta ebrei della Polonia di inizio secolo, ebrei americani della prima generazione di immigrati, israelianidi ieri e di oggi. Ognuno alla ricercadellapropria identità, alleprese con il disagio dellapropria esistenza di uomo in bilico tra fede e miscredenza. I grandi temi che Nissenson affronta nei suoi precedenti scritti (rapporto uomo/Dio, l'ateismo, l'esilio e la redenzione) rientrano ; anche nel suo ultimo romanzo. Il campo di indagine questa volta è l'America protestante del primo Ottocento. Un seguito ideale · quindi alle tematiche ebraiche e nel contempo un passo indietro nella ricercadelle radici della cultura americana a cui l'autore si sente profondamente legato. dei suoi lavori ad essere tradotto in italiano. Quando e come ha cominciato a scrivere? Ho cominciato a scrivere a ventiquattro anni, subito dopo essermi laureato. A dir il vero, il mio primo lavoro è stato scrivere la sceneggiatura di un film - mi trovavo all'epoca in Israele - nel quale ho pure recitato. Il film è stato girato nel deserto del Neghev, presso il kibbutz Revivim, a sud di Beersheva. È stata un'esperienza interessante, scrivere non mi creava problemi, i dialoghi nascevano spontaneamente e con molta facilità. Con i proventi del lavoro mi sono fermato in Israele tre anni, che in parte ho trascorso nel deserto e in parte nel nord di Israele, in Galilea, presso il. kibbutz Ma'aian Baruch, dove mi sono fatto degli ottimi amici che torno spesso a trovare ancor'oggi. È stato un periodo cruciale della mia vita. Mi trovavo in un paese in guerra e per la prima volta mi confrontavo con l'esperienza della vita e della morte. Le situazioni in cui mi sono trovato, mi hanno rapidamente maturato come essere umano e come ebreo. Ho cominciato a scrivere a quel1 'epoca i miei primi racconti ambientati appunto in Israele, che affronSi tratta di un 'opera singolare, apparentemente lo scarno diario di un pioniere, Thomas Keene, che vive tra il 181I e il 1812 in una colonia dell'Ohio. Lo seri- "Ho consultato giornali, libri e diari tavano i temi che da allora in poi mi hanno sempre ossessionato: il rapporto tra uomo e Dio, l'esilio e la redenzione. l'ateismo, il destino umano e l'universo. Tutti temi a cui ritorno continuamente in quanto artista e su cui mi interrogo costantemente. dell'epoca della Frontiera, . venie annota nello stesso stile telegrafico avvenimenti banali ed eccezionali. Episodi di vita quotidiana della colonia, . accenni allapropria vita intima e gli sconho studiato l'agricoltura dell'Ohio, i suoi mezzi di trasporto, il clima, quanto costasse inviare una lettera, le recinsioni difensive, le armi... tri a volte sanguinosi con gli indiani De- . /aware. Ogni fatto sembra registrato ! senza emozione: lamorte di un amicoper i i/ morso di un serpente a sonagli, il fiHo cercato di rivivere la vita del pioniere, capire cosa volesse dire tagliare un albero, Proprio in Israele ho trovato la mia voce in quanto scrittore e ho sviluppato il mio stile. Sono stato fortunato perché è stato un processo fluido, quasi spontaneo. Posso dire di aver scritto ben pochi di quelli che si è soliti definire "iuvenilia", ho cominciato subito a scrivere lavori danzamento con la vedova Fanny, i rap- . porti tortuosi con la schiava Hattie, le · ripetute ubriacature e il massacro di alcuni membri della colonia. Eppure il risultato è un quadro a tinte forti - come i dipinti che i/lustrano il libro - una ricopreparare il fuoco con la sterpaglia, andare a caccia di ceni, bere il liquore fatto in casa... " struzione affascinante dell'epoca mitica della frontiera, esperienza centrale nella formazione del/'American mind. A complicare i livelli di lettura del romanzo, si inframezzano poi nel diario citazioni dotte della Bibbia, frasi intriganti dei classici latini che spingono il lettore ad analizzarepiù afondo la complessapersonalità de/l'ex-reverendo Keene, anch'egli come tanti altri personaggi di Nissenson un uomo colto nel mezzo di una profonda crisi esistenziale. · Nissenson è oggi uno scrittore affermato. Ha tenuto negli ultimi anni dei corsidi creative writing presso l'università di Yole. Questa ' primavera ha seguito il processo di Klaus Barbie a Lione per conto · della rivista "Life" e si dedica ora alla scrittura del suo prossimo romanzo The Song of the Earth, un romanzo ambientato nelfuturo. I suoi scritti non sono molto conosciuti in Italia se non presso una cerchia ristretta che si interessa di letteratura ebraico-americana. Il suo ultimo romanzo L'albero della vita, viene ora pubblicato in edizione italiana, ed è il primo a1 lioteca Gino Bianco "maturi". Ero molto interessato alla misura del racconto, e ho continuato a scriverne - due volumi di racconti - entrambi su temi ebraici, alcuni dei quali erano ambientati in Israele, altri nell'Europa dell'Est, altri ancora negli Stati Uniti. Tutti avevano un qualche rapporto con l'esperienza ebraica, le relazioni tra Dio e le tragedie del popolo ebraico del XX secolo. Ho portato avanti gli stessi argomenti in due libri successivi: Notes/rom the Frontier, una "memoria" in forma di diario che ho scritto dal kibbutz Ma'aian Baruch durante il periodo della Guerra dei Sei Giorni, e in My Own Ground, un romanzo ambientato in America, nel Lower East Side di New York nel 1912. Quest'ultimo è un remake della storia di Giacobbe e Esau. Il mito, le storie della Bibbia, mi hanno sempre interessato. Ho infine sentito un gran bisogno di scrivere qualcosa che riguardasse l'esperienza protestante in America, motivo così fondamentale nella vita degli Stati Uniti. Incentrato su questo tema è

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