INCONTRI/SWln "Quando si avverte che le cose stanno giungendo a un termine, è proprio allora che c'è maggiore sensibilità per ciò che è stato prima, per tutta la vita di prima." più incompleti o più remoti di quelli maschili. Si tratta probabilmente di uno dei problemi che si presentano allo scrittore maschio. Non ci si aspetta che i personaggi femminili siano pienamente delineati. Come scrittore ho i miei difetti e uno di essi è forse l'incapacità di descrivere un personaggio femminile. Nel romanzo che ho appena terminato c'è però un personaggio femminile che parla con una sua voce. Non mi pare comunque che parlare di antifemminismo sia giustificato; è solo che, come scrittore, non rendo tanto bene le donne. Tu sei un romanziere di professione? Riesci a viveredi questo lavoro? Hai mai insegnato? Si sente un tono didattico nel Paese dell'acqua. Si, ho insegnato ma non storia, lingua e letteratura inglese; ma non ho mai desiderato essere un insegnante. Non ne ho mai avuto la vocazione. L'ho fatto perché si adattava alle mie esigenze. Potevo farlo part-time e questo mi perme(teva anche di scrivere. Quanto al tono didattico, è dovuto al fatto che il narratore è un insegnante, ma io penso che gli insegnanti, in quanto figura autoritarie, vadano sempre messi in ridicolo. Direi che Tom ha un forte senso di autoironia ... Ti consideri parte di una generazione di giovani scrittori? Etichette e definizioni come "postmodernismo" e "realismo magico" significano per te qualcosa? Sì, mi ritengo parte di una generazione di giovani romanzieri - una generazione che sta diventando adulta - se non altro perché sono uno dei tanti scrittori relativamente giovani che hanno pubblicato in anni recenti. Non mi pare si possa parlare di scuola o di movimento. Si tratta di un insieme vario di talenti che in qualche modo si differenzia da una generazione più vecchia e che fa qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. Cosa penso del postmodernismo? Da studente studiavo letteratura inglese, ma è stato prima che l'espressione postmodernismo divenisse corrente e poiché non ho conservato alcun contatto con il mondo accademico, tutto mi è passato oltre. Le correnti teorie letterarie o non le conosco o non le capisco e devo dire, con una certa arroganza, che non me ne importa granché poiché non possono cambiare il mio modo di scrivere. Hanno a che fare con la critica e l'interpretazione, con l'altra estremità dello scrivere e in questo senso non mi riguardano. È per questo che non scrivi recensioni? Ne ho fatte in passato, ma in realtà non mi piace scrivere recensioni perché... non mi piace formulare giudizi. Leggi romanzi contemporanei? Sì, leggo molto; benché per tutti gli scrittori ci sia il problema, che quando scrivono, le letture del momento possono interferire con ciò su cui stanno lavorando, talvolta positivamente talvolta in modo piuttosto inopportuno. Mentre scrivo tendo quindi a non leggere tanto, oppure a leggere cose più remote, come i classici. ibliotecaGino Bianco Quali sono tra i contemporanei, i tuoi autori preferiti, inglesi e non? Mi piacciono gli autori del cosiddetto rea).ismomagico, anche se non mi pare di potermi contare tra loro. Tranne che per il Paese dell'acqua ... Si, certo. Marquez e Giinter Grass, sono scrittori che ho letto molto, e penso che si distinguano fra gli altri. Fra gli scrittori inglesi e americani, fra i miei contemporanei più prossimi mi piace Kazuo Ishiguro e ammiro le opere di Salman Rushdie. Uno scrittore che apprezzo moltissimo è Russe! Hoban; scrive in un modo così personale che è impossibile catalogarlo. È quasi metafisico. La sua opera più nota, direi quasi impossibile da tradurre, è un romanzo dal titolo Riddley Walker, scritto parte in inglese e parte in una specie di inglese deteriorato. È molto difficile da descrivere. Tratta della vita molto tempo dopo una guerra atomica, quando ogni cosa è regredita al livello primitivo. Fra le tue opere, qual è quella che preferisci? In un certo senso, succede sempre che l'ultima cosa che hai scritto sia quella che preferisci. Forse non perché ti piace di più, ma perché è la cosa a cui sei più vicino. Mi considero un romanziere piuttosto che uno scrittore di racconti e forse amo più i miei romanzi che i miei racconti. D'altra parte, si spera sempre di migliorare. Non tomo mai su quello che ho scritto. Non l'ho mai fatto. A volte, molto tempo dopo aver scritto un romanzo, provo la strana sensazione che nei romanzi ci siano delle cose con una specie di loro esistenza assoluta e, sembra che ci sia qualcosa che va oltre le pagine del libro. Se si considera ad esempio, lo scenario del Paese dell'acqua, il villaggio, il fiume, e il cottage, comincio a sentire solo ora che ho scritto un altro libro che quel luogo esiste da qualche parte, e che potrei addirittura andarvi. Vorrei chiudere l'intervista con uriaosservazione cattiva: allafine di Shuttlecock si trova uno strano avvertimento per il lettore (critico?) in cui sembri suggerire che non si dovrebbe indagare ulteriormente sul libro che si sta leggendo: "meglio non ricercare significati al di là di quello che appare in superficie". Se è un senso di diffidenza nei confronti dei critici che esprimi con queste parole perché lo fai, dal momento che ti hanno sempre trattato così bene? Non penso che sia da intendere in questo modo. La frase si riferisce a cose nel romanzo piuttosto che ... I romanzieri detestano sempre i critici. È un fatto noto ... Non credo che fosse intesa come una forma di disapprovazione nei confronti dei critici ... Che mi piacciano o no, essi sono liberi di indagare, di esplorare e di dire qualunque cosa vogliano. Il bello del romanzo è che è diverso per ogni lettore, compresi i critici. Ma capisco che possa essere interpretato in questo modo ed è un'interpretazione che trovo divertente. (traduzione di Giovanna Cimino). 35
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