Linea d'ombra - anno V - n. 22 - dicembre 1987

non ci crede. C'è un continuo dibattito tra i due e tuttavia sembra lecito chiedersi da quale parte ti poni. Pensi forse che siamo alfafine della storia? Intendi con questo dire qualcosa sul mondo post-nucleare? Non faccio mai dichiarazioni. Se lo facessi non sarei un romanziere. No, penso che i romanzi non si scrivano su delle dichiarazioni di principio ma su delle esperienze. Ciò ovviamente non preclude il dibattito delle idee che dal romanzo scaturiscono, ma non è questa la cosa più importante. Ora, riguardo all'ambiguità, penso che sia un elemento molto rilevante poiché il romanzo è una forma nella quale non si deve dire che qualcosa è questo o quello, si può dire che è questo e quello; e tutti quegli aspetti complessi della vita che non sono e non possono essere risolti sono proprio questi l'argomento dei romanzi. Sebbene nella vita di ogni giorno per motivi pratici dobbiamo prendére delle decisioni, dobbiamo avere delle opinioni sulle cose, nei romanzi questo problema non esiste. Essi sono lì per dire che la vita è molto più complessa di quel che appare. Penso che questa sia una funzione molto importante del romanzo. Perciò la mia risposta alla domanda sulla mia posizione nel dibattito sulla storia o sul mondo post-nucleare, è che io mi limito a presentare il dibattito. Alla fine non affermo nulla. Non è questa la mia funzione in quanto romanziere. Il mio cuore è sempre con tutti i miei personaggi anche quando sono in opposizione tra loro. Forse è questo il motivo per cui è possibile vedere in ciò che scrivo, in molte coppie di personaggi, un senso di appartenenza reciproca anche quando sono su opposte posizioni. Price e Tom, l'insegnante di storia e lo studente ribelle, sono antagonisti ma emotivamente e psicologicamente diventano amici e arrivano a comprendere che ciascuno ha qualcosa ibliotecaGino Bianco INCONTRI/SWln dell'altro. Tom afferma che la storia ha un valore ma, d'altra parte, il suo senso della storia è stato minato da ogni sorta di° cosa nel romanzo, compresa la sfida di Price. Quest'ultimo crede che la storia sia un'idea inutile perché forse sta per giungere al termine, eppure ciò che comincia ad apprendere è che esiste una cosa chiamata storia personale che Tom possiede in quanto più anziano. Egli è attratto dalla storia personale di Tom, dalle sue confessioni, dai suoi dilemmi e preoccupazioni e non dalla rivoluzione Francese o da qualsiasi altro argomento trattato in classe. Mi interessa quel processo grazie al quale ciascuno comprende il punto di vista dell'altro piuttosto che optare per l'uno o per l'altro. È chiaro dal romanzo che scrivo da una posizione di sfiducia totale per il futuro: non avrei potuto introdurre certi contenuti del romanzo se non avessi avuto io stesso queste paure e apprensioni, ma alla fine non mi identifico con nessuno dei personaggi. Ti sembra che ci sia una relazione tra il problema della fine della storia e fa fine del romanzo? Vuoi forse alludere alfa futilità del discorso sul romanzo? Oggi è diventato possibile che il mondo si autodistrugga. Se si ha paura di questo, allora è possibile che molte cose diventino futili. Ma ciò nonostante continuiamo a farle. È il fatto che siamo in molti a condividere le stesse paure sul futuro che mi permette di non disperare. In qualche modo credo che il senso di urgenza che questa paura genera contribuisca a una sorta di rinascita del romanzo, se vogliamo pensare al romanzo. C'è la sensazione che nella seconda metà di questo secolo il mondo sia giunto ad una crisi totale mai prima sperimentata. C'è un senso di urgenza nelle cose. E 33

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