per ogni segno della natura che guardi. * * * Prima che (ma il tempo, come chi è povero di luce si disperde da sé, - il vivo è luce altrove) dall'antro oscuro, dalla spelonca, dalla vita solitaria, il vivo che di sé riflette l'eco di sé nel vuoto dov'è il limite della luce del giorno che alla soglia dà il confine del campo, - dal buio, dall'antro in cui vive la larva, - altrove esseri vivi deliranti al canto della natura nel vuoto di promesse di aiuti, di felici controcanti - dal fondo dove il senso sbatte nell'aria chiusa ed il corpo non ha ombre di suoni né il presente battito della membra corrisponde al corso itinerante, io qui suHa soglia, solo ... * * * Un risultato del richiamo: a te volta entro il dolore ... come la tua mano cinge d'ardore di richiamo la tempia, come porgi all'orecchio il dito per rinnovare il gioco delle dita e il volto sull'assente Narciso al morto, la figlia al padre per la morte comune e prima di chi fu prima ... II Per la morte di lui vedo l'assente, devo alla morte il premio del tuo volto. III Indugia al bacio dell'addio dal morto la gota sulla fronte e la tua mano lenisce al morto il rigore del gelo passando sulla tempia il profilo delle dita. Ora disteso ha quel profilo eterno che tu ancora trattieni entro il calore ibliotecaGino Bianco POUIA/RANCHEffl delle tue membra vive, a chi sotterra scandisce il tempo mozartiano e infantile con le dita orchestrali. IV Col testo a fronte, era col teschio a fronte della vita degli altri nobile e colorito per il vino e il dolore per la demenza unica creatura. V Docile pastore di un branco di nati non tuoi portati a valle oltre il sentiero delle capre al rischio della tua solitaria progenie informe, per te quell'infantile battito musicale delle tempie ... * * * I Ritorni nell'oscuro. Ma era luce la luce? Certo, diversa era da questa luce di contrari indifferenti e pure fissi ostinati nella lotta, ma quella era luce di un'alba senza tempo, estranea al verbo, alla parola della natura. II Era per essere al di fuori, ma il tempo ti perseguita, è giusto, nelle forme e la ragione si vendica del frutto del non "sapere, l'intelligenza del divario dal fatto, l'ignoranza non premia il vero. III Sai che eravamo, che siamo in attesa. Di te, dal mare del diverso, dal premio dell'assenza da noi. Quale percorso è il tuo fuori di qui, di questa grotta grembo diluvio di doveri, di propositi sublimi, di lutti divini? IV Docile al richiamo del vero è ludico il progetto del falso. 27
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