STORIE/ATZENI Foto di Paolo Zappaterra/Grazia Neri. Gli zoccoli di legno sui ciottoli, sulle pozzanghere. Il vecchio Isaia, che ha visto Lucifero danzare, li sente arrivare, e sorride. Una volta ha visto gli anni, i dodici anni maledetti. Le notti d'estate erano brevi, calde, e d'inverno erano fredde e lunghe. I giorni, Isaia li ha riconosciuti uno a uno, e li ha contati e ordinati. Ogni notte ha sottratto un giorno dal conto che lo avvicina alla morte, e ha sommato un giorno a quello che lo allontana dal demonio. Sorride. Luisu è sulla soglia. Esita. Le voci comandano - Entra-. La stanza è scura, sporca. Il braciere è spento. Un ammasso di stracci fangosi, in un angolo, rivela e nasconde un uomo accovacciato. Il bambino vorrebbe domandare - Perché? Chi ha guidato i miei passi? Chi ha parlato alla mia anima?-. Ma non può. La bocca è stretta da mille mani. Siede sulla terra coperta di cenere. Guarda il vecchio, tante volte immaginato. Un raggio di luce e poivern,scende da una fessura del tetto, illumina una faccia nera, ferma e morta, come bruciata dal fulmine. Gli occhi sono vivi, grigi e bianchi. E giocano con la luce e col buio, sparisçono e ricompaiono. Antioco Isaia Durzu riconosce gli occhi neri, muti e attenti, del messaggero. Li ringrazia e li benedice. Luisu vede Lucifero che danzava. Il vecchio chiude gli occhi e si lascia morire. Sulla porta le donne. Raccolgono gli stracci. Li seppelliscono. i liotecaGino Bianco e orri. Corri!-. Si lascia il paese alle spalle, e il sole che tramonta. La terra oltre i muri appartiene a Giona Porcu. È scura, secca. Luisu la sente cantare un canto minaccioso, di cavalli al galoppo, di cani e bastoni e fucilate. Corre. Le canne. Getta al vento i vestiti, attento alle trappole dell'acqua infida e del fondo scivoloso. Si tuffa, nuota. L'acqua è fredda. Oltre il fiume le colline nemiche, pietra e rovi. Solo un giorno di neve rossa sono state gioielli e hanno luccicato al sole, rosa e sangue. L'aria oltre il fiume è silenziosa, profumata, tiepida e dolce. Luisu si sdraia sulla riva. È incantato, stordito dai profumi delle erbe, asciugato da un vento leggero di primavera anticipata. - Corri. Corri! -. Sassi, sterpi, cardi di ogni specie, fiori secchi. Disegni di una luna grassa e rossa, ombre silenziose. Non si accorge di salire. Sulla cima il vento porta un profumo sconosciuto, dolce, acre. Viene dal mare, anche se il mare è lontano, a giorni di cammino. La luna va in alto, bianca, e illumina un sentiero in un bosco di alberi senza foglie, con spine lunghe e acuminate. Le più infide, nascoste alla luna, segnano di sangue le caviglie di Luisu. Poi i rovi spariscono in un prato di erba umida.
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