Linea d'ombra - anno V - n. 21 - novembre 1987

STORIE/ATZENI nia -. Non vuoi mai fermarti, non vuoi mai dormire ... Ogni notte, mentre dormi, cresci un tanto così. .. Se non dormi non cresci, resti sempre piccolino -. - Ohm mammai, un'anninnia -. - Zitto. Bussano alla porta. Chi è? -. - Mintonia -. Luisu batte le mani e Cosima risponde: - Entra, figlia mia, entra, la porta è aperta -. Mintonia è serva da Giona Porcu, e ogni tanto ruba i mandarini, o le mele, e qualche pistoccu, e li porta al bambino. Le venute di Mintonia promettono festini. - Quali nuove? - Tzia Cosima parla mentre ancora Mintonia si affanna a spingere la porta e mandar fuori il vento. E subito Luisu: - Cosa mi hai portato? -. - Arance, e latte caldo -. - Ihuh-hu - salta, acchiappa la scodella, ma è calda - uuh -. Ci riprova con una pezzuola. - Buono, Luì, che svegli le galline. E tu siedi, Mintonia, siedi-. Luisu sorseggia, perfettamente immobile sulla stuoia. Ha otto anni, è già grande. - Tzia Cosima, voi sapete dell'oro di Giona Porcu. Lo conserva in quattro bauli, in quella stanza senza finestre. Ogni notte si rinchiude dentro, conta le monete e beve bicchieri d'ac- .quavite. Dopo un po' non riesce più a contare, e canta a voce alta. Quel conto ogni giorno ricomincia, e non finisce mai. Si addormenta sull'oro, e russa. Nessun altro può aprire quella porta: l'unica chiave la tiene lui stesso legata ai pantaloni ... Stanotte non riuscivo a dormire ... Il campanile ha suonato le due ... Le fascine trascinate dal vento sbattevano sul muro del cortile e sulla mia finestra, e mi parevano anime di donne morte che sbattevano dappertutto senza trovare la strada. Era buio, dentro casa. E sento un rumore come di un bastone che picchia sul muro, alle mie spalle. Mi sollevo dal letto, spaventata. Socchiudo la porta e guardo fuori. Una luce, piccola come una mosca, viene dall'andito. La seguo. Non è una mosca, è un barlume di candele accese, viene dalla porta di Giona Porcu, socchiusa ... Mi avvicino ... Sento dentro una voce che pre- . ga ... Spingo piano ... E lo vedo, addormentato, sdraiato dentro un baule, insieme alle monete. E Teresa in un angolo, piaga- . ta, coi capelli sulla faccia e sul petto, che prega a voce bassa: · - Madre misericordiosa, fammi morire -. E non dice altro che questo. Sono fuggita via, e stanotte non posso dormire-. - Puoi dormire con noi, terrai caldo a Luisu -. Ma non dorme nessuno, e nessuno parla più, stanotte. I n ogni casa, in tutti gli ovili, per Luisu c'è una scodella di latte, un pezzo di pane, un po' di formaggio. Compie nove anni, e dieci. Spia quel vecchio ... Dicono che il demonio gli ha cucito la lingua. Vive solo, in una casa di fango, su in alto, in cima al paese, più in alto del portale di Giona Porcu. Giovanna, una ragazza sordomuta, gli porta un po' di cibo e u a coperta. . . 'bl1otecaGino Bianco Luisu guarda la casa silenziosa, e immagina un uomo. Antico Isaia Durzu, alto e barbuto, robusto e impegnato in un litigio continuo con un demonietto rosso veloce come un serpente e linguacciuto. Quell'uomo è tanto preso da non poter mettere il naso fuori di casa. Luisu vede Giovanna che esce. Ha pianto. Cerca di nascondere i segni. Cammina lenta, a testa bassa. Cosa sarà successo, là dentro? Il bambino immagina un gran diavolo nero che tiene sulle gambe un piccolo vecchio tremante e gli cuce la bocca con aghi roventi ... Isaia passa le giornate a scucirla e ogni notte il diavolo la ricuce? Mintonia racconta che Giona Porcu, a furia di togliere un pugno di farina al giorno, ha dimezzato il pane in bocca ai suoi servi. L uisu compie undici anni. A febbraio il gelo brucia l'erba. A marzo il fiume straripa e strappa le sementi. Aprile nevica, e maggio piove. Alla fine di giugno il sole asciuga i pozzi, e a luglio l'acqua si avvelena. Agosto porta la carestia. La fame prende il paese, e governa. Nessuno ha grano per panificare, le pecore non danno latte, le galline non fanno uova . Su disisperu spinge prete Saddi, su per il paese, fino al portale di Giona Porcu, e spinge la mano a bussare. La casa è silenziosa, come se Giona Porcu e i suoi servi fossero spariti, o morti addirittura. Prete Saddi è vecchio, curvo, ha fatto in tempo a conoscere Papale Porcu, erano grandi amici. E nuovamente bussa. Silenzio. Chiama a volce alta - Giona Porcu!-. Silenzio. - Dì, l'hai vista, Giona Porcu? La terra è pietra, e i frutti seccano prima di nascere. Li hai visti?-. Luisu e mammai, accovacciati sul braciere, ascoltano. Tutti in paese ascoltano. La voce del prete arriva dentro ogni finestra . La casa di Giona Porcu è muta come un camposanto. Il prete ricomincia, a voce più bassa, e nell'aria c'è soltanto la sua voce e il suo respiro. - Dicono che sei grasso, Giona Porcu, come la bestia che ti nomina. Non so se è vero, perché in tutta la vita non ti ho visto una volta sola. E dicono che ti nascondi come un ladro, e che sei avaro. E vedo questa porta chiusa alle mie preghiere. Chiusa da undici anni, Giona Porcu, da quand'è morto tuo padre, che non aveva bisogno di porte. Attento. Le cattive azioni portano cattiva fortuna-. Il prete aspetta, davanti al portale chiuso. I battiti del suo cuore suonano nel paese come il martello del fabbro. Al tramonto il portale si apre. Lascia venir fuori un servo, che non dice una parola, e poggia un sacco di grano sul bordo della strada, dove scivola un'acqua putrida succhiata da mosche avide. Prete Saddi raccoglie il sacco, e il portale si chiude alle sue spalle.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==