Linea d'ombra - anno V - n. 21 - novembre 1987

LA CAPRA Giovanni Guaita Ormai si riconosce universalmente nel mondo degli studiosi di sociologia, per altro così differenziato e spesso discorde, che la capra da appartamento è stata la più importante invenzione moderna per la liberazione sessuale dell'uomo. Ed è giusto dire invenzione tanto profondamente sull'animale ha inciso il lavoro genetico degli scienziati trasformando in un essere del tutto urbano quello che in natura è il più indipendente abitatore di rocce scoscese e selvatiche. Sono note le principali caratteristiche del prodotto che anche i più noti e raffinati architetti e designers considerano una delle grandi idee innovative del1'arredamento moderno. Prima di tutto occorre dire che l'animale non sporca per niente la casa. Basterà unire al cibo certe lacche colorate e i suoi rifiuti naturali si trasformeranno in palline policrome, durissime, per nulla appiccicose, che sarà quasi divertente raccogliere con lo scovolino speciale e il contenitore forniti dalla ditta. Parimenti la periodicità dell'estro potrà essere preventivamente regolata secondo i bisogni dell'utente, con una precisione e sicurezza che nessun partner umano potrà mai acquisire. Si va dal rapporto quotidiano anche ripetuto, al rapporto semestrale intervallato da innocenti attività ludiche. Anche per le caratteristiche temperamentali è possibile una vasta scelta preventiva. Tutta una ricca gamma è a disposizione del compratore; si va dal tipo molto affettivo, che insegue il partner in giro per la casa e lo sollecita con piccole cornate e morsetti, fino al tipo scontroso che invece deve essere rincorso su per i mobili e non si concede se non la si tiene tranquilla permettendole di fare qualche piccolo dispetto, come masticare un cappello. Anche il sonoro è regolabile. Si va da quella sempre assolutamente silenziosa, apprezzata da molti, al tipo che esprime il suo piacere con belati, fremiti, sordi bramiti, e il suo scontento con brontolii minacciosi e accenni di cornate. Si è andati tanto avanti in questo arricchimento di sfumature caratteriali che una delle più importanti ditte fornitrici ha riordinato il suo catalogo con nomi delle più famose dive del cinema. Pare che abbia avuto un grande successo il tipo alla Marlene Dietrich, specialmente per quello sguardo distante, impenetrabile, che però ti succhiella nel profondo. Molto hanno discusso, famosi psicologi e psichiatri, durante un importante convegno di studi promosso dalla ditta produttrice, su quel che sta nascosto dietro quello sguardo, e se tutto ciò possa trovare spazio nella mente di una capra. Si pensa che dietro quella sottilissima imperscrutabile increspatura di sorriso si celi una grande ("totale" è stato detto) esperienza del sesso, ed anche una precisa consapevolezza del proprio potere sul maschio adulto, nonché un fuggevole compiacimento peraltro sprezzante e sdegnoso di tanta sensuale potenza. Ora sembra che per esprimere tutte quelle cose con la giusta gradazione di mistero, lo sguardo antico della capra sia ancor più efficace di quello della donna. Certo è che la capra Marlene ha superato ogni~iù rosea previsione commerciale e iblioteca Gino ljianco STORIE/GUAITA dicono sia imbattibile, specialmente se preparata la sera prima con le previste iniezioni estrogene. Molti hanno descritto il ritorno a casa del partner e il tuffo al cuore che prova trovandosi di colpo sotto quello sguardo indifferente e in vista di tutte quelle attrattive femminili. Sono numerosi i casi di anziani colpiti da ictus in quelle circostanze, ma di questo la ditta non ama (o meglio, ama e non ama) che si parli. Comunque pare che sia sconvolgente trovarsela davanti in qualche luogo inatteso, magari accosciata sopra un armadio col pesante bagaglio dei seni affacciato sull'orlo del mobile, eretti i superbi capezzoli, così conturbanti proprio perché in apparenza implacabilmente destinati alla sola lattazione e mungitura. E mentre con sconvolgente innocenza espone tutti questi richiami sessuali, lei ti guarda con espressione impenetrabile e magari mastica un piumino e finge indifferenza starnutendo spruzzi di piume. Molto meno fortunato commercialmente il tipo allegro, la capra Marilyn, che pare abbia il difetto di essere troppo giocherellona, di voler fare ogni momento a testate, e magari di colpirti sul più bello con una scarica di pallini colorati. A quanto pare è difficilissimo collegare una giusta dose di humour alla intelligenza animale. Di questa scoperta han subito profittato alcuni critici per coniare l'espressione "uomo di intelligenza caprina" da attribuire ad intellettuali anche di grandissimo prestigio, ma privi di qualsiasi lume di ironia. In seguito alle esperienze di cui si è detto, oggi la ricerca è prevalentemente orientata verso il tipo serio-professionale. Si cerca di produrre una capra che sappia rispondere al telefono con un breve suono adatto, da segretaria molto occupata e scorbutica. Ciò non potrebbe essere utile, praticamente, nelle faccende domestiche ma pare abbia un effetto altamente erotizzante sul compagno. Inoltre si sa che crea nell'uomo una sicurezza e padronanza da grande conquistatore, nei rapporti con le colleghe di ufficio. E a questo proposito, delle relazioni con i terzi, giova qui ricordare che alcuni sociologi più portati all'ottimismo sperano che la capra possa servire a rieducare il maschio alla donna, avviando un processo di recupero che vinca o almeno argini la propensione omosessuale ormai vincente. Altri studiosi, forse con maggior realismo, pensano che si debba riconoscere ancora una volta, anche in questo tipo di rapporto che parrebbe del tutto nuovo, la liberazione di una forma di sessualità obliterata, risalente addirittura alle arcaiche civiltà pastorali. Essa sarebbe nata in quel preciso momento in cui cominciò ad affermarsi l'agricoltura. Allora la pastorizia, prima praticata collegialmente dall'intera tribù, non venne abbandonata, ma affidata ad alcuni pochi giovani, scelti allo scopo. Costoro dovevano andarsene sui pascoli con gli armenti, mentre gli uomini adulti restavano con le donne al villaggio per accudire ai campi. Fin da quell'epoca così lontana, per il dispetto e la solitudine di quei pochi, pare che la congiunzione animale si sia iscritta, come una pratica liberatoria, nei geni dell'uomo (e della capra). Come sempre accade nella vita culturale di un popolo moderno, il recupero storico oltre a mettere in circolazione una 67

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