SAGGI/CORONA che si esprime nelle riviste "Top Stories" "Bomb" e "Between C di più e tolgo via roba: mi accorgo di aver detto troppo". Musica & D" (c9n riferimento alle strade più avventurose dell'East Villa- da camera, insomma, che attinge talvolta un nitore settecentesco; ge). Femminista che difende la pornografia e intende procedere sulle musica per pochi strumenti scelti, comunque, e mai per grande ororme di Genet e Burroughs, Acker è un'artista multimediale, che chestra. lavora con musicisti, pittori, registi, commediografi. Tra i suoi li- Quale che sia il giudizio conclusivo da dare sui minimalisti, nesbri The Childlike Life of the Black Tarantula, Kathy Goes to Hai- suno può negar loro la dignità di capaci, consapevoli professioni- /i, The Aduli Lije of Toulouse-Lautrec, e ora il romanzo Don sti. Forse stiamo assistendo a un fenomeno nuovo, interessante, Quixote, in cui il mitico personaggio rivive in una donna trauma- riterrei, per chi voglia studiare i meccanismi materiali che concortizzata da un aborto. Acker ci riporta a una letteratura di frontie- rono al farsi della letteratura: mai prima d'ora, credo, un gruppo ra, audace, polemica, rischiosa. E ben venga. Se infatti, dopo così numeroso di scrittori ha debuttato quasi simultaneamente ofCarver, ho voluto qui ricordare tre figure così diverse è per dare frendo prodotti di qualità media notevole e molto omogenea. Scorni! senso che, insieme all'ultima ondata dei giovani e alla mainstream pare l'opera prima promettente ma fragile o grezza. Il prodotto è minimalista, nell'America di oggi sussistono pur sempre un "pri- già "finito", all'esordio stesso. La singolarità del fenomeno, insima" e un "altro". sto, nasce dalla congiunzione dei due elementi: l'abbondanza dei Ciò fatto, veniamo senza altri indugi ai minimalisti. Premesso debuttanti e la buona qualità media della produzione. È come se che nessuno di loro si riconosce nell'etichetta, e che non formano in America fosse venuto il tempo della vendemmia, di una vendemun gruppo organizzato, che cosa li accomuna? Un distacco, privo mia lungamente preparata. Si stanno forse manifestando i primi masdi polemica, nei confronti della letteratura sperimentalistica postmo- sicci risultati di quelle scuole di creative writing che nelle università derna, per cui non parlerei di "avanguardia moderata" (Barilli), americane esistono ormai da decenni e che noi abbiamo sempre guarma, appunto, di indifferenza all'avanguardia; la volontà di una più dato con sorridente sufficienza. Il genio non si insegna, dicevamo. diretta comunicazione col lettore (Leavitt: "Ho scritto i racconti Infatti. Ma il talento si può educare. La questione meriterebbe, ereperché avevo delle storie che volevo raccontare. La spinta è stata do, uno studio puntuale, ma già riusciamo a distinguere qualche quasi esclusivamente narrativa"; intervista in Speak Up, maggio linea genealogica. Per esempio: Mclnerney va a scuola da Carver; 1986); una tendenza a costruire storie imperniate su episodi di or- Carver è andato a scuola da John Gardner, e di John Gardner sodinaria vita quotidiana, spesso "storie di donne e di bambini", se- no stati pubblicate, postume, le note - si vorrebbe quasi dire le condo l'autoironica definizione che Grace Paley dava ai propri dispense - sull'insegnamento dell'arte dello scrivere: The Art of racconti (intervista a Sara Poli, "Linea d'ombra" n. 10, gennaio Fiction, (Knopf, New York, 1983) e On Becoming a Novelist (Har1985). E proseguiva: "Roba veramente banale, insignificante; che per & Row, New York, 1983). Oppure: Gordon Lish, già redattore razza di sciocchezze sono queste - mi dicevo - donne ai giardini, della sezione letteraria di "Esquire" passato poi alla casa editrice in cucina ... ma và! ". Lo stile della narrazione tende a una unifor- Knopf, tiene corsi di scrittura alla Columbia e alla New York Uni-. mità tonale che ricorda Cechov. I fatti vengono "mostrati" più che versity, e dalla Columbia sono uscite Mona Simpson (Anywhere bui "descritti", secondo una tecnica "drammatica" oggettivante, già Here, romanzo, 1987), ora redattrice della "Paris Review"; Amy auspicata da Henry James, non dissimile da quella del naturalismo Hampel (Reasons to Live, racconti, 1985, dedicato a "The Teacher, europeo (Maupassant), e ripresa infine da Hemingway. Di qui la Gordon Lish"; Ragioni di vivere, Serra e Riva, 1986), che lavora tendenziale esclusione del monologo interiore, del flusso di coscienza, alla rivista "Vanity Fair"; e Susan Minot (Monkeys, romanzo, 1986; a favore di un certo quel realismo che può (Carver) sconfinare nel Scimmie, Mondadori, 1987). naturalismo. I narratori di queste storie sono molto discreti, con- All'apparato produttivo delle scuole di creative writing corritrollati. Costante è l'uso di un montaggio di tipo cinematografico sponde oggi una rete di distribuzione assai articolata. Ai punti-ven- (o televisivo) che entra in medias res senza preamboli, diaframmi dita di antico prestigio se ne sono affiancati altri recentissimi e fune "cornici", a un ritmo molto serrato, che non lascia spazio a diva- zionali, che consentono ai giovani di farsi notare e magari di affergazioni. Intima Carver: "Get in, get out. Don't linger. Go on" "Pre- marsi. In primo luogo le grosse riviste commerciali a diffusione sto dentro, presto fuori, Niente indugi. Avanti!"; On Writing (1981, nazionale, che pubblicano racconti, poesie, saggi e anche spezzoni raccolto in Fires, Vintage Books, New York, 1984, p. 13, trad. it. di romanzo: allo zenit brilla sempre la stella fissa del "New Yordi Riccardo Duranti in "Linea d'ombra n. 20, col titolo li mestiere ker", il cui splendore non sembra soggetto a declino. Ma poi ci sodi scrivere). Quel che si vede non conta più di quel che non si vede, no "Esquire", "Harper's", "The Atlantic", "Playboy", che resta solo suggerito. Di qui il termine "minimalismo" (3). "Playgirl", "Mademoiselle", "Ms", "Vogue", "Vanity Fair" e Un altro principio su cui questi scrittori convengono fu origina- altre ancora. Quel che appare curioso è che a questi periodici di inriamente enunciato da Ezra Pound: "Fundamental accuracy of sta- trattenimento variamente elegante, disinvolto e anche frivolo si aftement is the ONE morality of writing". Carver si è ricopiato la fianchino efficacemente riviste accademiche o d'élite quali "The massima su un cartoncino affisso al muro accanto alla scrivania (Fi- Paris Review" di George Plimpton, il nuovissimo "The Quarterres, p. 14). Estrema attenzione ai dettagli, dunque; assoluta pulizia ly" di Gordon Lish, "Antaeus" "The New England Review", "Triformale. Il prodotto deve risultare accuratamente rifinito. Il lavo-. Quarterly", "The Missouri Review", "The Antioch Review" e via rodi lima è strenuo, talvolta maniacale, flaubertiano; tutto il rove- dicendo, e che tutti questi nuovi autori circolino indifferentemente scio della poetica neo-romantica di un Kerouac o di un Ginsberg attraverso canali. Tama Janowitz sembra detenere il primato della ("il primo pensiero è il migliore"). Per i minimalisti valgono anco- versatilità: pubblica sia sul "New Yorker" sia su quelle riviste punk ra una volta le parole di Grace Paley, nell'intervista citata: "Quan- che citavo prima, e in più insegna a Princeton. · do ho finito di scrivere, ritorno varie volte su quel che ho scritto, , Accanto alle riviste ci sono poi le collane economiche dedicate rimetto nel cassetto quel che non serve, elimino quello che non c'en- alla narrativa contemporanea. La più brillante è la Vintage Contra, tolgo quello che non è necessario, e cerco di lasciare solo quel- temporaries, della Random House, lanciata ne11'84 da un giovane lo che occorre ... non è che scrivo così densamente dall'inizio ... scrivo rampante e yuppie prototipico che si chiama Gary Fisketjon. Con ibliotecaGino Bianco 63
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==