il padre di suo padre e tutti i suoi antenati, insieme con la tribù. E che lui non sapeva proprio dove andare. L'uomo gli suggerì di andare a lavorare alla costruzione del metro di Rio de Janeiro, la cui impresa non faceva discriminazioni nei confronti degli indi. Questa era la soluzione per il breve periodo. Per il lungo periodo si stava pensando di creare la riserva indigena urbana di Jacarepagua - l'Indiamares - finanziata dall'Istituto Nazionale delle Abitazioni e controllata dall'Ente per il Turismo di Rio. Gli indi, presentandosi in qualche show, come lavoratori autonomi, avrebbero avuto diritto a mutua, ferie e pensione. Ma lì no. Quella terra aveva un legittimo padrone. Fine. Libertà Era un quilombo felice,quello di Buraco do Tatu, nello stato di Bahia. Ben organizzato e ben difeso, formava una repubblica abbastanza democratica. Il comandante della regione lo attaccò con l'esercito, provocando una grande carneficina. Tra gli attaccanti più agguerriti c'era l'indio Içuè, chiamato in questa maniera perché alto e snello come una palma. Il negro Guesò, capo dei rifugiati nel quilombo, non voleva credere ai suoi occhi: - Proprio tu, indio, fatto schiavo dai bianchi, attacchi i negri che non vogliono essere schiavi? Tu, vecchio amico, che venivi al quilombo a mangiare e bere con noi? Içuè abbassò la testa, e spiegò. Aiutando a distruggere Buraco do Tatu avrebbe avuto come premio la libertà e avrebbe potuto formare con altri compagni il suo quilombo indigeno, perché anche lui amava l'indipendenza. In quanto a Guesò, poteva aspettare. La libertà doveva essere instaurata rispettando l'ordine delle precedenze: prima coloro che occupavano già la terra, in un secondo tempo quelli che erano arrivati dopo, dal1'Africa. L'amico non se la prendesse. L'ideale era lo stesso. Questo o quello L'industriale, intervistato, spiegò al reporter che la situa-· zione era grave. Nel paese c'era eccedenza di latte, e il consumo non riusciva ad assorbire la produzione intensiva. - Una calamità. Si figuri che il giornale cittadino protesta contro l'inquinamento del fiume, che è coperto da uno strato biancastro. Non è niente di strano, è latte. Si sta gettando il latte nel fiume perché non si sa più dove buttarlo. Gli scarichi sono ormai intasati. La popolazione, come lei saprà, è insufficiente a bere tutto quel latte o a mangiarlo sotto forma di burro, ricotta, formaggio o cose del genere. - Insufficiente? Sembra che la produzione di bambini sia ancora superiore a quella del latte. - Numericamente sì, ma sono bambini che non hanno la capacità economica per bere latte. Hanno appena la bocca, capisce? E quindi non servono a nulla. Se ai genitori dei bambini mancano i soldi per acquistare il prodotto, è già tanto che si butti via il latte invece di buttare i bambini. (Traduzione di Stefano Moretti, da "Contos plausìveis", 1981) Copyright C. Drummond de Andrade. BibliotecaGino Bianco STORIE/DRUMMOND DE ANDRADE ABBONARSI ÈMEGLIO da questo numero LINEA D'OMBRA è mensile e puntualmente in libreria e in edicola proporrà racconti e poesie, saggi e interviste, inchieste e fumetti ... Ma anche interventi assidui, chiari e liberi sulla situazione culturale italiana e internazionale Ai nostri abbonati e a coloro che si abboneranno entro il mese di novembre 1987 offriamo in omaggio quattro bellissimi libri scelti in collaborazione con le case editrici Edizioni E/0, La Tartaruga, Marcos y Marcos, Marietti (lev. N. Tolstoj: Il. divino e l'umano, Edizioni E/O - Gertrude Stein: Storia Geografica del!' America, La Tartaruga - Ernst Wiechert: Novella Pastorale, Marcos y Marcos lgnàcio de loyola Brandao: Vietate le sedie, Marietti) Per tutto il 1987 l'abbonamento a 10 numeri è di L. 50.000 per l'Italia L. 70.000 per l'estero tramite conto corrente postale n. 54140207 intestato a LINEA D'OMBRA Edizioni Via Gaff urio, 4 - 20124 Milano 45
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