Linea d'ombra - anno V - n. 21 - novembre 1987

l'autore di teatro più che interc,sarsi ai prodotti della scienza, dovrebbe occuparsi dei processi che conducono alla scoperta scientifica. Il confronto con Brecht è abbastanza articolato. Io stesso osservavo poc'anzi come a tutt'oggi sia inverosimile pretendere di interessarsi a problematiche filosofiche senza conoscere la scienza. Penso che questa tesi sia ugualmente valida per chi desidera scrivere. Bisogna essere a conoscenza dei problemi che riguardano la scienza, e a proposito scrissi appunto l Fisici, in cui cercavo di analizzare l'importanza del "caso" nella vita. La mia critica a Brecht si rivolgeva soprattutto alla sua concezione della scienza e dell'era scientifica che stiamo vivendo, di cui egli aveva sviluppato una visione totalmente avventuristica. Proprio da questa sete esasperata di scienza, di scoperte scientifiche-, è possibile capire quanto sia incontenibilmente in crescita la componente irrazionale dell'uomo. È proprio in questa bramosia che ha sede l'emozionalità più irruente, più pericolosa. Brecht, paradossalmente, credeva di individuare in questa idolatria per la scienza un modo con cui "scientificizzare" il teatro, identificando una scelta simile con un ipotetico "stadio della ragione". Non dobbiamo affatto razionalizzare il teatro. Il teatro deve essere teatro del mondo, non un ricettacolo di dogmi e ideologie. E Brecht giungeva a vedere nella ideologia la scienza. È chiaro che non avrei mai potuto concordare con una posizione simile. Cosa pensa del teatro moderno Durrenmatt? Il teatro negli ultimi anni ha subito delle trasformazioni notevoli. Ciò che oggi spacciano per teatro non è altro che un contesto in cui i registi hanno perso troppo la mano. Il teatro di oggi è un teatro di registi. Ai tempi in cui scrivevo, si pensava agli attori, non ai registi. Il mio era un teatro per gli attori. Quello che oggi viene esibito, non ha più nulla a che vedere con il teatro. E non so proprio se scriverò ancora per il teatro. Ormai ho sessantasette anni, e mi sento un po' come un pittore d'affreschi che non ha più muri su cui dipingere. ERRATA. Nello scorso numero della rivista, nelle ultime righe del racconto di Silvio Fioroni Improvvisamente, d'estate, a pag. 71, il salto di una parola ha reso impossibile la comprensione del racconto. Ce ne scusiamo con l'autore, la traduttrice, i lettori. Il testo originale diceva: "Ricordo bene. Nell'altra giardinetta mancava però mio nonno. Mia nonna, ecc. ecc.". BibliotecaGino Bianco FlashArt LA VERA RIVISTA D'ARTE INTERNAZIONALE ARTE POVERA PROCESSART MINIMAL ART ARTE CONCETTUALE LAND ART VIDEO ART PATTERN PAINTING TRANSAVANGUARDIA NEO ESPRESSIONISMO flGURATION LIBRE GRAFFITI EAST VILLAGE Nuovo SURREALISMONEO-GEO GIANCARLO POLITI EDITORE VIA CARLO FARINI 68 - 20159 MILANO - TEL 02-688.7341 Il Patalogo Annuario dello spettacolo Dal 1979 il volum,e di consultazione e di lettura indÌS'pensabileper l 'awassionato di cinema, televisione, media: un manuale per entrare nel mondo dello spettacolo, un cult per il collezionista. Il Patalogo 10 (1987) Cinema+ Televisione Il Patalogo 10 (1987) Teatro · ubulibri 43

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