IL CASO,LASCIENZA,~-ALEGGE INCONTROCONFRIEDRICHDURRENMATT a cura di Klaus Davi Se le fosse capitato di dover fare un 'intervista a uno dei più grandi scrittori viventi, cosa gli avrebbe domandato? Non credo che mi sarebbe mai accaduta una cosa simile. Non ho mai pensato di lavorare come giornalista. Ho iniziato quasi subito a scrivere racconti, romanzi, drammi. È un compito che, quindi, lascio molto volentieri a lei. Cosa conosce della letteratura italiana contemporanea? Non molto. Ho letto Eco, sia il romanzo che i saggi, e lo trovo molto interessante. Poi li Gattopardo. Ottime, devo dire, le atmosfere riprodotte, non c'è ombra di artificiosità. Anni addietro iniziai I Promessi Sposi, ma, ahimé, non sono proprio riuscito a terminarlo. Ho letto anche Moravia, che trovo un ottimo scrittore. E Elsa Morante? Non la conosco. Ma av;à certamente sentito parlare della Storia. Certo. Adesso che mi ricordo l'ho anche letta, senza però riuscire a terminarla. Sa, noi che scriviamo non amiamo leggere le cose troppo lunghe degli altri, tutte quelle pagine ... Non mi fraintenda: si tratta di un limite mio, contro il quale non riesco a fare nulla. Italo Svevo è l'autore italiano che preferisco. Credo che Zeno Cosini sia una grande invenzione. Se la letteratura italiana non è stata determinante per la suaf orrnazione, lo è stata certamente lafilosofia tedesca. Per i suoi primissimi racconti, Weihnacht e Der Folterknecht, si è parlato di un autore molto influenzato da/l'espressionismo tedesco e da Nietzsche. li mondo concepito da Durrenmatt sarebbe un mondo liberatosi da Dio, ma sul quale Dio opererebbe le proprie vendette. I critici - o i germanisti, come vuol chiamarli - non di rado hanno scritto delle cose sul mio lavoro o superficiali o semplicemente ridicole. Nietzsche non è mai stato un punto di riferimento per me, e non credo che in ciò che ho scritto siano riscontrabili influenze nietzschiane. Ho studiato filosofia all'università, e ho smesso prima ancora di laurearmi. In un certo senso non ho mai cessato di studiare filosofia ... Ultimamente provo un interesse notevole per le scienze naturali, un campo incredibilmente vasto e in rapidissima espansione. Da che cosa scaturisce un simile interesse? In me non è mai morta l'esigenza di pensare con il tempo. Oggi, per esempio, è semplicemente ridicolo pretendere di interessarsi a problematiche di ordine filosofico, prescindendo dalle scienze naturali. Ma quali sono stati i filosofi più significativi per la sua formazione di uomo e di scrittore? Kierkegaard e naturalmente Kant. Sono sempre stato un anti-hegeliano convinto. Secondo me Hegel ha, sostanzialmente, cercato di reintrodurre la metafisica nella filosofia, BibliotecaGino Bianco quando Kant le aveva così bene distinte. Importante è stato anche, per me, il confronto con le ideologie, la religione e la teologia. Tuttavia, come le dicevo, ultimamente sono le scienze naturali a interessarmi e ad attrarmi di più. A proposito del problema della religione volevo partire da un punto di riferimento preciso: il suo racconto Pilatus. Lo scrisse quando era ancora molto giovane. Nel leggerlomi sono venuti in mente alcuni passi del Principio Speranza di Bloch su Gesù: lo stesso desiderio di umanizzarlo, di strapparlo all'aleatorietà delle fonti ufficiali ... Dio è stata la più grossa finzione nella storia dell'umanità. Una finzione estremamente fruttuosa; un'ipotesi incredibilmente produttiva. Oggi, semplicemente, non possiamo più credere in un'ipotesi simile e tantomeno sostenerla. Con ciò non voglio però negare l'importanza che per noi tale finzione ha avuto. Per contro, nel suo racconto lei ha parlato di Gesù in maniera del tutto originale. Gli uomini, secondo lei, non lo riconobbero perché era troppo umano, troppo poco monolitico e statuario rispetto ai loro preconcetti. Le confesso una cosa: quando mi domandano "Ma lei cosa pensa di Gesù?", rispondo sempre: "Ma quale Gesù?". Cosa sappiamo noi di Gesù? Esistono i Vangeli, che però non sono minimamente attendibili dal punto di vista storico, ed è stato già ampiamente dimostrato. Probabilmente sarà stato un ribelle. La sua crocifissione sembra essere l'indicazione più significativa in proposito. Si trattava di un ribelle contro Roma. Un ebreo contro Roma. Gli Ebrei sono il popolo che più di ogni altro ha dato filo da torcere ai Romani; e per di più non hanno mai ceduto. Le guerre che Roma condusse contro gli Ebrei sono di gran lunga le più terribili. In confronto la conquista della Gallia non è nulla. Cosa intende per ribelle? Un ribelle politico? Non saprei proprio. Forse si è trattato di un ateo. Il primo ateo veramente consapevole. Sa, dei Vangeli si possono dare innumerevoli interpretazioni. Kierkegaard parla in proposito di pensiero soggettivo, che ha come oggetto l'esistenza, da distinguere dal pensiero oggettivo, quale, per esempio, la matematica. Il pensiero soggettivo non è necessario per vivere, tuttavia gli uomini hanno fatto della religione qualcosa di indispensabile per vivere. Oggi, le cose non sono affatto cambiate. Si pensi a tutte le guerre di religione in atto: in Irlanda e nei paesi islamici. Ovunque fanatici. Ovunque fondamentalisti. È cosa estremamente ardua per l'uomo vivere di sola ragione. Il mondo in cui viviamo ha subito delle modificazioni incredibili. Le nostre scoperte nell'ambito macrocosmico come in quello microcosmico sono in progresso continuo. È inevitabile quindi che le immagini che noi abbiamo delle cose siano radicalmente trasformate. Anche il nostro rapporto con la religione, la metafisica dovrebbe subire una radicale modificaziòne. 37
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