Linea d'ombra - anno V - n. 21 - novembre 1987

HORROR CRACK Stefano Benni Prima furono sinistri scricchiolii. Poi un rumore agghiacciante, come un lamento della terra ferita, un'imprecazione di divinità ctonie. Tutto iniziò a tremare, dal caffè nelle tazzine fino ai grandi pannelli elettronici su fino ai lampadari che risuonarono di accordi minacciosi. Si videro i giapponesi fuggire per primi. Poi udimmo il boato e un enorme fungo di polvere e banconote salì nel cielo, e quando la nube si diradò ci accorgemmo che era crollata la Borsa. I soccorsi furono più rapidi: elicotteri e aerei privati, enormi yachts arrivati via fiume, polizia ed esercito arrivarono sul posto in pochi minuti. Dopo neanche un'ora giunse una cartolina dal mare del ministro della Protezione Civile. Diceva: "sono al vostro fianco". Dalle macerie salivano urla e lamenti. Spuntavano braccia sorprese dal crollo mentre ancora stavano contrattando, alzando al cielo tre dita_o quattro, alcune solo due in un gesto non si sa se apotropaico o commerciale. La televisione filmava avida l'orrendo spettacolo: i frammenti di Saint Gobain, brandelli di Assitalia, parti di Fiat e schizzi di Eridania ovunque. I giornalisti si precipitarono sulle macerie. Tale Giorgio Borsa urlava "no, il Capitalismo no!" e raspava con le unghie alla ricerca di eventuali superstiti o portafogli. Mormorava oscure minacce e slogan caporaleschi contro pacifisti e mamme. È impazzito, diceva qualcuno. Era così anche prima, sosteneva qualcun altro. Tale Ronchley, più dig11itoso, contava i mattoni caduti e li moltiplicava per l'indice BibliotecaGino Bianco Dow Jones, quindi suggeriva ai pompieri dove scavare e quelli lo mandavano a quel paese. L'avvocato Agnelli benché azzoppato saltava qua e là gridando: "le mie fabbriche di auto, le mie fabbriche di armi" e invano il fido Romiti gli suggeriva di abbassare la voce. Nel momento del dramma la verità risplende. Quand'ecco che da un cumulo di macerie venne estratto un uomo in condizioni pietose. Solo gli occhi erano visibili nella maschera di sangue e polvere. Respirava a fatica. "Anghessa!" urlò l'avvocato vedendolo, "tu il mio agente di borsa più fidato! Cos'è successo? Chi è· stato? I giapponesi? I cobas?" "Un giornale!" disse con un fil di voce Anghessa, "un articolo di giornale è arrivato seminando il terrore". E con mano tremante consegnò all'avvocato una pagina spiegazzata su cui era scritto: "REAGAN: BASTA CON LA GUERRA NEL GOLFO, Washington, 20 ottobre". In merito alle recenti operazioni il presidente Reagan ha dichiarato: "Il male è stato estirpato e l'America può stare tranquilla". Nessuna nuova operazione verrà intrapresa nei prossimi anni. La situazione in quella zona è ormai sotto controllo, il canale è liberato e non si temono recrudescenze nemmeno in altre zone". L'avvocato lanciò intorno un'occhiata incendiaria. "Chi ha fatto questo titolo?" gridò. Si fece avanti Barbellini Amodio, direttore di un giornale noto per la sua indipendenza dalle pressioni albanesi: "Sono stato io," disse, cadendo in ginocchio. "Stronzo!" disse l'avvocato agguantandolo per il collo, "non capisci che !'«operazione» di Reagan a cui si allude è quella per il cancro al naso? Il golfo Persico non c'entra! La guerra ci preoccupa e fa sussultare i mercati, ma la pace, una lunga noiosa sterile pace, è la fine per noi! Tu hai ucciso la Borsa!" Un lamento di cordoglio e indignazione i levò da tutti. Allora l'avvocato si arrampicò sul cumulo di macerie più alto e cosi parlò: "Sia maledetto il giorno e l'ora! Eridania perì abbracciata a Zignago nel suo stesso sangue giace l' Italcement i e delle Chimiche gloriose e impestatrici solo la Pirelli si salvò. Addio Gemina addio Mira Lanza. Olivetti e Assitalia addio resterà il ricordo nei nostri cuori. IL CONTESTO Sarete vendicati: per ognuno di voi che è caduto mille saranno licenziati. Per ognuno di voi che è fallito mille pagheranno. Nuove guerre nuove armi nuove navi nuovi tuonanti mercati faremo. E questo luogo risorgerà più forte e bello che pria !" Così parlò l'avvocato. E quegli uomini duri che mille volte avevano guardato negli occhi i sindacati e l'inflazione, piansero. In futuro, avrebbero pianto gli altri. Elsa Tagliabue UN POSTO PER SBAGLIARE Postfazioni di L. Tavazza e P. Vercellone pp. 176 - L. 18.000 P. Singer - T. Regan -- DIRITTI ANIMALI, -- DOVERI UMANI Introduzione di Adriano Sofri -- pp. 224 - L. 22.000 - Howard S. Becker OUTSIDERS -- Saggi di sociologia -- della devianza - Introduzione di - - Gaetano De Leo -- pp. 164 - L. 18.000 - - EDIZIONI = GRUPPOABELE - Via dei Mercanti, 6 - 10122 TORINO 15

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