essere tanto forte.' 'E ora,' domandò l'altro, 'sfiderà Donovan, vero?'. 'Lo sfiderà. E lo butterà giù', promise Luben.' 'Come con Ferreira. Alla ottava ripresa .. .'. 'Anche prima, stavolta ... Avrà più rabbia, il Poderoso.' 'Allora avrà il titolo, Luben ... Pensa!'. 'Sarà campione del mondo, sì, affermò Luben con enfasi.' 'Lo rivedremo tra noi, con la cintura. Qui. .. " "Proprio così, dottore. Tre mesi dopo Valeriano Vidal atterrò Donovan al quarto round. Lo ubriacò di colpi e lo abbatté ... Il famoso 'maglio del Poderoso,' ricorda? Ah, che sera memorabile! Tutta Cuba attaccata alla radio, si può dire, ad ascoltare Ramiro Chavez che trasmetteva da Milwaukee. Le parole arrivavano intermittenti, la voce di Ramiro era affannosa. A Matahambre gli altoparlanti la portavano a tutto il villaggio, anche nei sentieri della selva. Beh, a un certo punto Ramiro si fermò, per l'incredulità, immagino ... O meglio, prima la voce si alzò, e udimmo delle frasi spezzate come 'Un allungo ... un allungo ... Valeriano rientra .. .' e poi 'Destro d'incontro ... ah!' E in quell'attimo di sospensione noi capimmo ... vedemmo, quasi, il crollo di Donovan, prima - un istante prima, le dico - che Ramiro urlasse il K.O. Ma lo sa che urlo fu? Non era esultanza, era un lamento, che so, o piuttosto ... un ruggito! Una belva avrebbe potuto essere, mi creda. 'Campeòn mundial!' gridò Ramiro nel microfono e ripeté per non so quanto, a squarciagola: 'Valeriano Vidal campeòn mundial!' L'indomani lessi lo stesso grido a tutta pagina sul giornale di Pinar del Rio. I cronisti de 'La Tarde' salirono a Matahambre e ci aspettarono sull'orlo dei pozzi. Tutto vollero sapere dai compagni del Poderoso. Com'era e come non era, come si era scoperta la passione del pugilato e chi l'aveva consigliato, chi l'aveva messo sulla strada giusta ... 'La Tarde' pubblicò anche una dichiarazione che ci commosse. 'Dedico il trionfo ai miei mineros, disse Valeriano. Torno nell'isola e vado tra loro a festeggiarlo.' "Tre giorni di festa, dottore. Un villaggio di poche migliaia di anime che si sente sotto gli occhi del mondo. Un turbine di entusiasmo, tra quelle casupole e piste di argilla ... Se lo videro davanti, il bel giovane dalla figura eretta, superba, fasciata di un vestito di panno bianco. Avanzava tra getti di fiori, coriandoli, acclamazioni isteriche. Passava in un cerchio di meraviglia. Lo chiamarono, lo toccarono, lo incoronarono con ghirlande, gli strapparono la camicia. Rufino Bedoja lo accolse con la delegazione delle autorità e lo abbracciò nel punto stabilito: davanti alla baracca dove il Poderoso era nato ventisei anni prima. Il momento più solenne venne sul piazzale davanti ai pozzi. Valeriano chiese silenzio, qualcuno gli porse una custodia. Attese che tutti gli sguardi si fermassero su quella scatola e l'aprì con uno spostamento lieve della mano, da illusionista. La cintura dorata, la cintura del campione del mondo brillò mentre Valeriano protendeva le braccia, come se la offrisse al cielo." "Ma non era ancora il clou," soggiunse il vecchio, "c'era dell'altro in programma ... " Nel frattempo raccolse un cenibliotecaGino Bianco STORIE/ROMANI no del principale e controllò la situazione nel salone. Ammiccò al cliente che aspettava da più tempo e lo avvertì che tra pochi minuti era il suo turno. Subito tornò a me per le operazioni di rifinitura. Con la stessa macchinale rapidità con cui tagliuzzava e spazzolava riacciuffò la sua storia. "Tre giorni di baldoria ... Ma non gli bastava, volevano vedere il Poderoso in azione. Almeno uno scampolo, pretendevano, della bravura tanto ammirata a Milwaukee, ali' Avana, a Key Wèst. Valeriano capì e accettò di salire su un ring improvvisato al centro del villaggio, purché si trattasse soltanto di una seduta di allenamento, o poco più. Rufino Bedoja si accordò con lui per un'esibizione in cinque riprese contro un medio-massimo di Camaguey: un tale Mendez. "Ebbene, questo Mendez non fu mai visto a Matahambre. Chissà perché. Lo cercarono in ogni parte dell'isola. Niente, era scomparso. Due ore prima dell'incontro Rufino era ormai rassegnato a veder saltare il pezzo forte della festa. "Fu allora che mi venne l'idea ... Mi venne e mi esaltò, lo confesso, per quanto fosse temeraria. No, non fu per i soldi. Dopo pensai ai soldi, lì per lì non feci alcun calcolo. '' Andai da Bedoja e mi offrii al posto di Mendez. Lo sbalordii, non c'è dubbio. Parve ravvivarsi, sebbene gli si leggesse sempre in faccia un'angolosità, un tormento ... 'Ma sei ATTENTI ALLE IMITAZIONI! Vecchie riviste si rilanciano aggiornando la loro formula e la loro immagine. Nuovi mensili di taglio letterario si preparano presso editori in grado economicamente di sostenerli bene, di pagare i loro collaboratori, di comprare testi stranieri di autori importanti, di lanciarli con investimenti pubblicitari adeguati. Temiamo la loro concorrenza? In definitiva, no. Siamo stati in grado in questi anni di fare una rivista piuttosto bella, piuttosto utile, piuttosto chiara e leggibile, piuttosto aperta e insieme rigorosa, definita, radicale come di dovere (quando necessario anche molto). Riusciranno i nostri rivali, con tutti i loro soldi, tutti i loro staff, tutti i loro sostegni (industriali, politici, corporativi) a fare qualcosa di meglio di quanto noi siamo riusciti a fare con le sole nostre miserrime forze e il solo aiuto benevolo di molti amici vecchi e nuovi? Ci permettiamo di dubitarne. Ciò in cui possono certissimamente dimostrarsi più forti è nella possibilità di far conoscere la loro esistenza a un pubblico di potenziali lettori molto vasto, mentre noi dobbiamo accontentarci della "pubblicità" diretta, da lettore a possibile lettore: di quel sostegno che solo chi già ci conosce può darci. Possiamo contare quasi esclusivamente su questo tipo di comunicazione. A te, lettore amico, corrispondere con un po' del tuo entusiasmo a quello che noi mettiamo nell'inventare una rivista indipendente, vivace, e crediamo, coi tempi che corrono necessaria. 63
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