Linea d'ombra - anno V - n. 20 - ottobre 1987

STORIE/ROMANI tiere della periferia, lungo l' Aniene ... Si sentì osservato, e mi prevenne. "Non ci credono, lo sa? Fingono, ma poi vanno a dire - alle mie spalle - che mi invento ogni cosa. È tutta ignoranza. Ma guardi ... " E si scostò da me. Aprì un armadietto a lato della specchiera e ritornò con un grosso volume. Mentre me lo metteva sotto il naso leggeva e scorreva il titolo col dito: "Nat Fleischer, Almanacco mondiale della boxe 1948. New York. Nat Fleischer," disse. "Non le insegno io chi è · Nat Fleischer." "Chi non lo conosce," dissi io. "Una grande autorità della boxe." "Il più grande esperto del mondo," aggiunse. "Qui c'è tutto. Anno per anno. Ogni match. Anche il più insignificante, purché ufficiale. Anche nella locqlità più sperduta. Lo vede?" "Lo so," dissi. "Il nome dei pugili," insistette, "e dell'arbitro, il referee''. "È completo," ammisi. "Il luogo del combattimento. Irrisultato: ai punti, K.O., K.O. tecnico ... Tutto." "Ah, non manca niente." "Ecco," concluse, "adesso può giudicare lei. Richiuse il volume e lo riaprì dove una striscia di giòrnale fungeva da segnalibro. Il suo dito scese in fondo alla pagina e mi accompagnò a questa riga: "2/8/1948. Kingston, Jam. Aniceto Velez (Mex.) su Edoardo Mantovani (lta.) per abbandono 7a ripresa. Arnold Flanagan, referee." "Ebbene?" chiesi "Oh, è molto semplice. Edoardo Mantovani sono io." "Lei?" Pareva molto divertito. "Modestamente, dottore. O meglio: ero io." "Come sarebbe a dire 'ero io'?" "Ero io Edoardo Mantovani. Allora mi chiamavo così." Capì che ero abbastanza perplesso. Perciò proseguì: "Un falso nome. Mi convenne cambiar nome, a un dato momento. Ma non è chiaro, vero?" "Fino a un certo punto," dissi. "Oh, certo. Ma devo fare un passo indietro." E tirò il fiato, come per rimettersi in corsa. "Intanto lei si chiederà che ci stavo a fare laggiù. Ecco, un cugino. Un bel giorno un cugino mi manda a chiamare a Caracas. 'Vieni a sistemarti,' mi scrive. So che è negli affari, fa una fortuna. Era uno come me e ora viaggia in Buick. Decido alla svelta. Ho mia madre e una sorella, qui, ma a parte loro che mi trattiene? Di mio non ho niente. Non ho lavoro. L'unica cosa che so farelè andare per palestre. Ogni tanto tiro qualche cazzotto, da;dilettante. La Virtus sulla Salaria, ricorda? Ci si allena Enrico Venturi, ci conosco Spaldi. Ma non è un mestiere, quèllo. E così parto. Tutto questo poco prima della guerr,,a. _ "Parto, ed entro nel giro del cugino. E tutto vero, è diBi ioteca Gino Bianco

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