INCONTRI/CHAPLIN la Russia, e io sono assolutamente contrario, e sono sicuro di non essere un comunista, sono sicuro che il mio nome non sarà mai legato ad alcun comunista. Sono in affari per trenta milioni di dollari - perché mai dovrei desiderare il comunismo? Lei crede che il modo di vita comunista sia migliore di quello americano? No. Ovviamente se lo pensassi forse andrei a viverelà. Nello stesso tempo, però, non sono ostile. Non sono mai stato ostile, a meno che non decidano di attaccare l'America, allora sarei il primo a prender le armi ... Lei prenderebbe le armi per respingere... Ma sì, per respingere qualsiasi invasore che attaccasse gli Stati Uniti. E un'altra cosa. A loro non piace chi parla francamente, la stampa. Io non ho una buona immagine pubblica in questo paese. Io disprezzo la stampa, e loro hanno sempre mentito nei miei riguardi. Hanno cercato di farmi passare per un mostro, e roba di questo genere. Io ho avuto una vita molto tranquilla e normale. Non sono uno che ama far parte di organizzazioni, ma durante la guerra ero decisamente contrario ai nazisti e fino ad allora ero assolutamente ostile alla guerra, perché pensavo che fosse una vergogna, loro avevano fatto un patto con Hitler. Quando si arrivò alla guerra io mi schierai decisamente con l'intero movimento alleato, per la sconfitta dei nazisti e dei fascisti. Per questo feci anche un film [li dittatore], sentivo questa questione. Pensavo che loro erano comunisti e primitivi, ma tutto quella faccenda della razza - io non sono ebreo - tuttavia il solo fatto che si accanivano contro una minoranza spinge a reagire più dell'ideologia, più del movimento del lavoro o di qualunque altra cosa del genere - erano impazziti, ecco tutto: erano dei pazzi. Lei era membro del Comitato nazionale per l'amicizia sovietico-americana? Mi pare, sì, credo di sì. Per quanto tempo ha fatto parte di quell'organizzazione? Non saprei. Non so nemmeno quando sia successo. Era una di quelle cose che capitavano durante la guerra, in cui si diceva c'è troppo disaccordo e la quinta colonna cerca di provocare divisioni nello schieramento alleato, eccetera, stiamo in pace e siamo amici fra noi. Il "Daily Worker" del 29 settembre 1943presenta Mr. Chaplin come uno dei padrini del decimo anniversario dell'United States Friendship Congress. Francamente non so, non ricordo. È possibile... 1121 novembre 1944 apparve sul "Daily Worker" una sua fotografia, in relazione a un articolo che notava come lei e altra gente del cinema avevate mandato un telegramma di saluti alla manifestazione del comitato sovietico-americano al Madison Square Garden. È possibile. Non so. Guardi, io non posso - queste cose 38 BibliotecaGino Bianco non sono così importanti per me. Di corrispondenza ne ricevo a mucchi. Può darsi che dicano, tutte queste iniziative nascono da certe influenze, vuole unirsi agli altri, così e così, mostrare la sua buona volontà e la sua amicizia per la Russia sovietica? L'amicizia per la Russia sovietica? Sono del tutto favorevole. Sono del tutto favorevolea trattati commerciali e tutto il resto, così possiamo andare avanti e evitare la guerra ... Quante volte ha parlato per il Comitato di sostegno alla guerra russa, Mr. Chaplin? Quattro o cinque volte circa. Conosce Earl Browder? [Browder era il presidente del partito comunista americano]. No, non lo conosco. Mr. Chaplin, lei è stato presidente onorario di un incontro culturale avvenuto al Carnegie Hall di New York il 16 ottobre 1942? Ho parlato in quell'occasione, sì. Ed era il presidente onorario, dunque, di quell'incontro? Non ricordo. Ricordo che mi chiesero e volevano sapere se avrei parlato in quell'occasione. Credo che il presidente fosse Orson Welles... E allora, in quell'intervento, o meglio all'inizio di quell'intervento, lei introdusse le sue osservazioni dicendo "Cari compagni, ho detto compagni"? Sì. E che cosa voleva dire con quella formula di saluto? Volevo dire - c'erano ovviamente dei russi fra il pubblico, e dal momento che eravamo tutti insieme nella causa alleata e combattevamo per la democrazia loro erano nostri compagni e io fui orgoglioso di potermi rivolgere a loro come a dei compagni. Eravamo tutti uniti in una sola causa. Significavaforse che lei era e si considerava un seguacedella linea comunista? No. O un membro del partito comunista? L'attacco aveva un certo brio. Provocò una grossa risata, a quel tempo c'era la diffusa sensazione che i russi fossero alleati molto strani. Tanto per scaldare l'atmosfera, e dare un senso di unione e di cordialità, e così via. lo sono liberale di natura. Più avanti è riportato che lei proseguì: "lo non sono un cittadino americano e non ho bisogno dei documenti della cittadinanza americana. I documenti di cittadinanza non significano nulla. Io sono un patriota dell'umanità. Sono un cittadino del mondo". La prima parte non è corretta. Vuol dire che lei non fece questa affermazione, "lo non sono un cittadino americano e non ho bisogno dei documenti di cittadinanza americana"?
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