Linea d'ombra - anno V - n. 20 - ottobre 1987

CHARLOTINQUISITO UN INTERROGATORIO DEL 1948 a cura di Charles J. Maland D ue giorni dopo che Char!es Spencer Chaplin e la sua famiglia s'erano imbarcati sulla Queen Mary per recarsi in Europa e presenziare a Londra e a Parigi alle prime di Luci della ribalta; un portavoce dell'ufficio del Procuratore Generale degli Stati Uniti annunciò alla stampa che il permesso di rientro di Chaplin era stato revocato, precisando che il suo ufficio aveva "una bella causa" contro il comico cinematografico. Chaplin, nella sua qualità di straniero residente e cittadino britannico, aveva bisogno del permesso per tornare negli Stati Uniti. Quel provvedimento fu almeno in parte una rappresaglia. Il 3 ottobre 1952 il procuratore generale McGranery, "disgustato" a quanto venne riferito)per la causa di riconoscimento di paternità intentata contro Chaplin a/l'inizio degli anni Quaranta, dichiarò al "New York Times" che a suo giudizio Chaplin era "un personaggio sgradevole", che aveva fatto affermazioni tali da rivelare "un atteggiamento sarcastico e malevolo nei confronti del paese la cui ospitalità l'aveva arricchito". Chaplin, esasperato dagli attacchi della stampa e del governo, decise di non tornare. Ne/l'aprile del 1953 si -misein tasca il permesso di rientro e si stabilì in Svizzera, dove abitò per il resto della sua vita. Le difficoltà politiche di Chap/in con il governo federale avevano origini ben precise all'inizio degli anni Quaranta, quando Chaplin si impegnò attivamente su una questione politica per la prima volta in vita sua. In un'epoca in cui i nazisti avevano invaso la Russia e molti americani chiedevano che gli alleati aprissero un secondo fronte in occidente contro le potenze dell'Asse, Chaplin tenne un certo numero di discorsi a favore dell'unità degli alleatie della richiestadel secondo fronte. Quando dopo la fine della guerra l'opinione generale cambiò e agli occhi degli Stati Uniti la Russia si sostituì ai nazisti nel ruolo di avversario principale nell'arena internazionale, Chaplin divenne il bersagliodi un'inchiesta dell'FBI sulla sicurezza interna. Il 17 aprile 1949 il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover chiese a/l'ufficio di Los Angeles della sua organizzazione di aggiornare il dossier su Chaplin. L'ufficio rispose il 5 settembre con una relazione di trentotto pagine, la maggior parte della quale era costituita dalla trascrizione di un colloquio avuto da Chaplin il 17 aprile 1948 col Servizio Immigrazione e Naturalizzazione (INS). Chaplin si era rivolto al/'INS quella primavera per un permesso di rientro, perché stava progettando una visita in Europa (cambiò programma più tardi, quando il visto era già stato rilasciato). Nella sua autobiografia Chaplin non parla di un colloquio con l'INS nel 1948, citaperò un incontro con quattro funzionari del "Dipartimento Immigrazione", avvenuto poco prima del suo viaggio finale in Europa del 1952. Dalle domande e risposte che egli riferisce, nonché dalla descrizione dell'ambiente, sembra assaiprobabile che il colloquio che Chaplin fa risalire al 1952 sia in realtà questo, del 1948. Su Chaplin e la politica si è scritto molto. Al culmine della guerra fredda la destra americana considerava Chaplin un radical o almeno un "compagno di strada", i cui film, specialmente Tempi moderni e Monsieur Verdoux, contenevano critiche sovversive contro la società americana. Negli anni SesBibliotecaGino Bianco santa e quelli seguenti la sinistra ha visto in Chaplin una delle vittime della crassa ignoranza hollywoodiana e de/l'intolleranza politica dell'età di McCarthy. Tuttavia sulle posizioni di Chaplin circa questioni politiche particolari si sa molto poco, perché egli non scrisse mai nulla di esplicito al riguardo. Nell'ambito della preparazione di un più esteso studio su Chaplin e la cultura americana ho ottenuto, grazie alla legge sulla libertà di informazione, i dossier dell'FBI su Chaplin che abbracciano il periodo 1946-53. Tali dossier includono il già citato colloquio dell'apri/e 1948, condotto per l'INS da John P. Boyd, che contiene le considerazionipiu esplicitemai espresse da Chap/in sulle sue idee politiche, specialmente a proposito della seconda guerra mondiale e dell'inizio della guerra fredda. Il testo originale conta circa 6000parole; quella che segue è una versione abbreviata, con tagli che riguardano brani largamente ripetitivi o di importanza trascurabile, e con l'aggiunta di alcune note esplicative fra parentesi. Oltre afornire una vivace testimonianza della mentalità da guerra fredda prevalente negli Stati Uniti a quell'epoca, questo colloquio chiarisce anche gli orientamenti politici di Chap/in: che sono quelli di un progressista, ben deciso a non ripudiare la sua partecipazione alle manifestazioni sul secondo fronte negli anni 1942 e 43 e a non unirsi ai giudizi di condanna sull'Unione Sovietica allora tanto in voga. H a mai dato contributi a organizzazioni cripto-comuniste? ... Non credo di averlo mai fatto. Ma anche questa è una domanda così generica ... Non so bene quali siano le caratteristiche di un'organizzazione cripto-comunista. Si considera membro del Partito Comunista, Mr. Chaplin? Certamente no. · Ha mai offerto contributi alla Lega giovanile comunista? No, mai. Ha mai offerto contributi al Sindacato degli Attori? ... Sì, è possibile, ma non posso non ... Credo di dover far parte di una corporazione di attori per poter lavorare ... Mr. Chap/in, a me risulta che lei è stato piuttosto - che la stampa ha dichiarato a più riprese che lei era interessato, più o meno, a movimenti sostenuti dai comunisti, a/l'interno di questo paese. È corretto? No, non sostenuti dai comunisti. .. Io sono liberale e sono interessato alla pace, al comunismo no, per nessun verso. Questo l'ho sempre detto e ripetuto. Come dico, non ho bisogno di maschere o di alcun altro nome. Ho sempre usato il mio nome, in tutta la mia vita. Non ho mai fatto parte di organizzazioni politiche, eccetto quelle a cui devo appartenere per via del mio lavoro. Ha mai rivolto a qualcuno una comunicazione nella quale asseriva "Russia, il futuro è tuo?" Sì. 35

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