Linea d'ombra - anno V - n. 20 - ottobre 1987

INCONTRI/FORTINI seguita poi dai grandi simbolisti. Questa forma, che fa della poesia una specie di area di combattimento per la vita e per la morte, e quindi correda il fare poetico di valenze eticoreligiose, e spesso mistico-salvifiche, è stata presente nella poesia italiana anche in alcuni dei nomi piu famosi, Montale, per esempio, oltre agli ermetici, e ha dato risultati anche molto notevoli in Europa negli ultimi cinquant'anni, si pensi a Celan. È vero che questi poeti hanno l'aria di essere sempre piu epigoni, ma questo è soltanto la confe_rma del piétinement sur piace della condizione generale, cioè del fatto che non c'è stata nessuna rivoluzione. Ed è la conferma del fallimento simmetrico dei due maggiori tentativi di fuoruscita da questa linea, non a caso proprio nel periodo in cui si riteneva possibile una trasformazione rivoluzionaria, cioè negli anni Venti. Per un verso infatti ha fallito l'avanguardia, e per un altro l'opposta e parallela tendenza a dare già per avvenuto il mutamento di fondo, cosi che sarebbe stato possibile cominciare a costituire nuovi linguaggi e nuovi testi, fondandosi, alludendo a qualche cosa di precedente l'era di cui si annunciava la fine. È il caso del Bauhaus, e di un Klee o di un Brecht. Non essendosi data trasformazione rivoluzionaria, è stato possibile tornare a vedere nella poesia, nell'arte o nella musica una via di assoluto: la violenza storica ci pone di fronte alla necessità di ricominciare le nostre ricerche del tempo perduto, dei "cigni glaciali" o delle forme criptiche di fabbricazione di amuleti, "sull'orlo del suicidio", come diceva Celan. Certo si tratta di una coazione a ripetere; oggi in quelle forme di conflitti di poetiche che sono armonici minori delle grandi curve di tendenza, o mutamenti in tempi brevi, è risorta, rinata, con delle parole d'ordine orripilanti, quella che grossolanamente potremmo dire una tendenza post-moderna, una condizione cioè nella quale i dati ·del passato, la tradizione, e non solo, ma soprattutto gli apporti di culture diverse, sono li, come in certi cataloghi di parti di ricambio, enormi, dove ordini con una cartolina allegata e ti arriva il pezzo. Cosi li c'è un immenso attrezzaggio poetico, e puoi disporre di tutto. I risultati hanno come un carattere ... micotico, sono dei funghi, che crescono nell'ombra, e sono un po' repellenti, si espongono facilmente al sarcasmo, tuttavia è chiaro che cercano di predisporre il terreno ad altro, sono concime ad altro. Anche la ripresa dialettale è una variante del postmoderno. Ora, questa variante predispone straordinariamente bene le cose, perché è conseguenza anche dell'enorme travaso e mescolamento linguistico, ideologico, culturale, e anche di ceti che abbiamo sotto gli occhi. Insomma oggi paradossalmente la situazione è favorevole alla presenza nientemeno che di un nuovo Dante Alighieri. Ci fosse un pensiero sufficientemente forte, strutturato, e tendenzialmente egemone, e un dominio, non gaddiano, su una pluralità linguistica, e su una pluralità anche di registri, oggi è da questa parte certamente che potrebbe venire, e non dalla parte che ha dato e che continua a dare alcuni dei risultati migliori. 34 BibliotecaGino Bianco Re,!aMarioMlnlroU Settimo spettacolo da/ 4 al 2915/88 PIETRODBVICO· ANNACAMPOR.1 ALTAmsfflNSffiNE Musièal in due tempidaAchilleCampanile RegiaAntonioCalenda.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==