essere fonte ispiratrice di nuovi movimenti. È invece assai raro che un ricercatore si prenda la pena di leggere i classici della propria disciplina e, se anche lo fa, è spinto da ragioni culturali e non pragmatiche. Ritorniamo allora al diverso ruolo culturale dello scienziato di oggi rispetto a quello di inizio secolo ... Anche se in grado diverso, uomini come Heisenberg o Einstein si consideravano sia scienziati che, più in generale, portatori di un messaggio culturale, e sentivano il dovere, o la necessità psicologica, di dare forma a un'immagine coerente del mondo. L'espressione più ambiziosa di quella speranza fu il progetto dell'Enciclopedia delle scienze unificate ideato negli anni Venti da Otto Neurath, Philip Franck, Hans Hahn e Rudolf Carnap. Prima del 1945, almeno nei principali paesi europei, ci si sarebbe potuti sorprendere se gli aspiranti scienziati non avessero subito l'influenza e non fossero stati plasmati intellettualmente da alcuni classici come Platone, Spinoza, Mach o Poincaré. Questo genere di preparazione "classica" è oggi scomparso. Questi libri non vengono più letti e, con pochissime eccezioni, l'intero genere è spari~ to per lasciare spazio a occasionali autobiografie nello stile della Doppia elica di James Watson o a manuali di contenuto strettamente scientifico, oppure, in alcuni paesi socialisti, a testi di partito. Questo mutamento di orizzanti culturali ha un effetto sullaproduzione scientifica? Nonostante la caduta dell'esplicita adesione alla grande tradizione scientifico-filosofica, la scienza odierna è quanto mai vitale e interessante, sia come prodotto che come processo. Sembra strano che possa rimanere a questo livello di eccellenza senza il contatto con l'epistemologia che caratterizza l'atteggiamento classico. Credo che quello attuale sia uno di quei periodi di euforia, insoliti dal punto di vista storico, circa le prospettive di un rapido progresso nelle scienze fisiche e biologiche. La strada sembra chiara e relativamente sgombra. In tali condizioni non mi sorprende che la maggior parte degli scienziati non senta grandi stimoli verso la problematicità o l'introspezione. Ma, prima o poi, la scienza finisce sempre per incappare in qualche ostacolo grave e apparentemente insuperabile. In questi casi l'euforia si tramuta presto in disperazione: è proprio questa la parola con cui Planck, Einstein, Bohr e Heisenberg descrivono il loro stato mentale nei momenti cruciali. Gli scienziati in effetti si servono e hanno bisogno di una filosofia, anche se spesso non l'adottano in maniera cosciente. Tutto sommato le attuali controversie scientifiche nascono dall'adesione a concezioni contrastanti presenti nella scienza da molto tempo. Questi legami fanno della scienza contemporanea una discendente di quella antica. E possiamo prevedere con una certa tranquillità che, a dispetto di tutti i cambiamenti, connetteranno saldamente anche lo stato futuro della scienza con il presente. BibliotecaGino Bianco SCIENZA/HOLTON Nella scienza assistiamo spesso a una sorta di "migrazione" di idee da un campo all'altro, un risultato ottenuto in un certo settore può mostrare la sua fecondità in un altro. Cosa pensa di questo aspetto interdisciplinare (o meglio "transdisciplinare") della scienza? È difficile rispondere, ma il problema è affascinante. È comunque vero che la matematica sviluppata al tempo di Fourier per descrivere il flusso del calore divenne importante in seguito per spiegare la propagazione meccanica delle onde e, più tardi, nella teoria del campo elettromagnetico. In settori differenti utilizziamo lo stesso tipo di equazioni differenziali. Più in generale, in molti carripi diversi ricorriamo sempre a un numero relativamente ristretto di strumenti intellettuali di base. È davvero un mistero come la natura ce lo consenta. La spiegazione più plausibile è che gli scienziati sono stati capaci di filtrare, da tutte le infinite possibilità, quei fenomeni che obbediscono alla particolare condizione di essere riconducibili a una delle poche tecniche che conosciamo, lasciando il resto dei fenomeni al di fuori, in una specie di limbo. Gli scienziati hanno tratto vantaggio dal fatto che la natura, almeno in una certa misura, può venir compresa in frammenti, e quei frammenti che possono essere coerentemente ricomposti con alcuni strumenti intellettuali, noi li chiamiamo scienza. Copyright Gerald Holton 1987. r 11 nUJSlerl L'abb<>nCS11l•nto r r gli lsCrittl costa 40-~.!:i,la:te, a Italia alla 1.e9a per 1 WWF costa solo nostra O a u,liotech• • 35.00o llr•• Per entt• ~ 60,00o llr•• associa& ~entl vanno Gli abb<>ll-• Arcl S.r.l .. . '&cll&l01» 00196 lndlrl&&~ttlsta Vlco 2 2 , tal• Vla Gl to corrente ~ ..... 9 . Ro111asul con nu111ero'133.,.,.. . 27
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