STORIE/SAMONÀ parte di boschi; albero uno ed astratto, che contiene l'idea del germogliare da seme ignoto, e del crescere nell'impervio. Tronco oppositivo all'idea di deserto, e però escluso dalla molle compiacenza dei fiori (quando siano anche i piu umili) e dall'escrescenza dei frutti. Quercia: possibilmente improvvisa, di anzianità cosi autorevole e pregna da immaginarla estesa sotto di noi con radici e derivazioni per uno spazio infinitamente vasto, tale che sempre, scavando per quanto lontano dal suo centro apparente, ne feriremmo un ultimo lembo; non per questo materna, essendo priva di nutrimento, nubile, grigiamente scontrosa; e neppure cosi ferma e terrestre come direbbero le radici, ma piuttosto con aerea tendenza di volo, le radici atte a vibrare come ali e a procurarsi un'ampia cornice, se non di radure, di cielo. Forse, azzarderemo, sarà un puro esercizio, un disegno a colori che una mano infantile eseguirà con zelo, rifiutando ogni linea di monte e ogni contorno di casolari e di umani: unica solitaria levitazione di quercia nella bianchezza del foglio. Diremo, anche, che appartiene alla specie animale. Pensiamo che ci venga incontro, in questo caso, con impercettibili segni e con moti dai quali saremo in grado di riconoscerlo meglio, di avvertire piu chiaramente, e piu presto, che è là. Felino, certo, piu che cane o cavallo: ma sa,ebbe troppo chiamarlo randagio, e troppo poco chiamarlo gatto. Di questo condivide la qualità di presenza aleatoria, l'attitudine a scomparire, l'astratto e coagulato silenzio: ne rifiuta, però, le tendenze propiziatorie e domestiche. Del cavallo e del cane ignora l'indole precocemente gregaria, la vocazione al dono di sé. Forse la sua stranezza, pensiamo, sarà frutto di incroci meravigliosi: se gatto, sarà lupesco; se cavallo, ippogrifo o centauro; se cane, caninamente alato. Ma quelle forme binarie le sappiamo anche (se è lui) distanti dalla loro origine gentilizia come dalla sequenza ordinata dei miti. Nell'atto di incontrare il centauro, supponiamo, armato di clava, irrompente in una selva di frecce nel groviglio dei Làpiti (svelando cosi l'ormai disfatto e scompaginato mistero), lo annulleremmo. Invece converrà immaginarlo, perché sia lui, sprofondato ancora in uno stato di latenza centaurica, mentre, ravvolto nel grembo della nube celeste, sta sognando unicamente, per sé, la velocità dei cavalli, e resiste all'idea di quel mezzo umanarsi che gli presterà una ferocia non sua. (Qui il professore s'interrompe. Sembra svegliarsi a un tratto da un sogno. La sua voce, finora studiata e un pò cantante, si fa rapida e aspra, come di chi ha fretta d'avviarsi a una conclusione) Animali domestici o ambigui, alberi solitari, suoni, soffi d'aria, allucinazioni di immagini improprie ... Volevate una descrizione sommaria? Ho fatto quant'era in ine per servirvi. A questo punto, davvero, amici miei, il gioco del seminario è finito. Io non ho altro da aggiungere. I O STUDENTE (calmo, con autorità) No, professore, il gioco incomincia adesso. Lei ci ha fornito un'elegante esercitazione retorica. Non sappiamo ancora se è frutto della sua 81 4ioteca Gino Bianco penna o della fantasia d'altro autore; quel che è certo è che saremo in grado di decifrarla. L'argomento è noto, le figure facilmente riconoscibili. Si arrenda al nostro intuito, dunque. Lei non ha visto nessun oggetto né ombra accanto a sé. Ha solo letto o declamato una pagina. Ora tocca a noi capire, ricostruire qual è il suo disegno. IL PROFESSORE (imbarazzato, come schivando un tranello in cui ha temuto di cadere) Dovevo pur usare una lingua, delle figure, per accontentarvi ... 2° STUDENTE Appunto: una lingua, delle figure, che sono, come lei sa, eccellenti oggetti d'analisi. 3° STUDENTE Sono materiali di studio preziosi, nei quali già intravediamo, stia certo, le premesse di un seminario fruttuoso. IL PROFESSORE (con un ultimo guizzo) No, mille volte no! Quelle erano le parole! Soltanto le parole! Il Visitatore è tutt'altro. Non ha una lingua, non ha né forma né nome, ed ha innumerevoli forme e nomi. Vorreste esaminare una cosa che è nello stesso tempo multipla e una? I O STUDENTE (sereno, con un sorriso) E crede di spaventarci con questo? È semplicemente un ossimoro ... (rivolgendosi ai compagni) Coraggio, dividiamoci in gruppi di studio. Oggetto: l'Alterità. Cinque gruppi di studio di tre persone ciascuno, con relativi argomenti. 2° STUDENTE D'accordo. Distribuiamo le schede. IL PROFESSORE (pallido, stremato; fa l'atto di alzarsi e di radunare gli appunti; dopo un istante di esitazione li lascia sopra la cattedra) Servitevi pure, allora. Farete senza di me... (Queste parole non provocano reazioni. Nell'aula è un fitto brusio di domande e risposte, un 'alacrespola fra la cattedra e i banchi, un passar di schede e fogli di mano in mano. Il professore si avvia lentamente verso l'uscita e scompare. Il seminario incomincia.
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