ULTIMOSEMINARIO Carmelo Samonà V asta aula universitaria, un mattino d'autunno. Ai primi banchi una quindicina di studenti in attesa. Sulla cattedra il Professore, anziano, assorto, con pochi capelli grigi, gli abiti d'un decoro studiatamente antiquato. A un suo cenno si fa subito un grande silenzio. quali passo e ripasso le dita con comprensibile nervosismo, non contengono né scalette, né appunti, né fotocopie, né abbozzi di studi. Guardandole attentamente, vi notereste nel migliore dei casi pochi filamenti d'inchiostro piu simili a scarabocchi che a segni: saggi grafici che ambiscono, forse, a riprodurre figure, ma di cose o materie che, per quanto tracIL PROFESSORE (rompendo gli indugi, dopo aver gettato at- ciate dalla mia mano, io stesso non sono in grado di decifratorno a sé una lunga e lenta occhiata circolare) li barometro re. Non si tratta d'inadempienza mia (a questa rimedierei è sceso di qualche grado. La mattina umida e fredda è di quel- 'facilmente), ma di un guasto che avverto alla radice della mia le che si dicono propizie agli studi severi, ai cenacoli dei po- competenza, e che non dipende da me. È qualcosa che mi chi o dei pochissimi ingegni. Il crepitio dei vostri polpastrelli ha impedito, dafuori, di riferirmi a un oggetto di studio dalsui fogli, il silenzio compatto che leggo nei vostri volti mi av- l'identità convenientemente precisa. vertono di una rispettosa, ma ferma impazienza. Da qual- (SporRendo ÌI capo in avanti, a voce le!!J?ermentepiu bassa) che istante siete in attesa che estragga dalle mie carte il nome Non che non vi sia, in senso lato, un oggetto, ma esso è d'Un autore, la succinta perifrasi di un'epoca o di un concet- proprio la causa, diciamo meglio il motore del mio silenzio. to, e ne dia, come di consueto, lettura. Vi conosco, oramai. Ed è tale che non rientra in nessuna delle specie e sottospecie Siete disposti attorno a me a semicerchio, in una simula- che comunemente definiamo conoscibili o note; e pertanto non zione di assedio nella quale intrave- ---------------------, posso parlarne. Posso, sì, affermado anche una tacita, quantunque bel- re d'averlo incontrato, o meglio: d'alicosa, richiesta di affetto: vi leggo, verto indovinato e incontrato; ma diciamolo pure, una parvenza di am- non posso dire che cosa sia, e nep- - plesso. So che in questo non c'è al- pure, francamente, se esista. cuna mollezza. Al contrario: siete "Per il mio ultimo anno I O STUDENTE (con voce ancora inpronti alle schermaglie seminariali certa, ma sorridendo, come chi è abicome vigorosi pirati agli ormeggi di dJ insegnamento, io non ho tuato a sentir celiare il docente ed è una galera; chiedete un dibattito rie- argomenti di cui discutere, in grado di prevenirne i trucchi) Anco d'imprevisti, aspro, sobriamente non bo concetti da sottoporre diamo, professore! Non sarà uno dei feroce, una ricerca intricata ma do- a scandagllo, autori o testi suoi famosi "preamboli", questo? cile all'impatto con gli schedari, og- di cui spianare e riproporre Magari è il passo di un autore che lei getti sui quali far luce attraverso i messa••i. In una n•rola: ha mandato a memoria, e del quale grovigli che dipanerete con cura eri- -· - dovremo occuparci ... durrete a disciplinati sistemi. Niente il seminarlo non può aver luogo IL PROFESSORE (infretta, quasi con vi sarebbe di piu consolante per me per mancanza di oggetto." stizza) No, no! Io sono davvero imche questa smania contenuta di com- pedito, vi dico! Non sto mentendo. merci ideali, questo prologo di sguar- L'incontro con quell'oggetto è bastadi tesi a civili e ragionate battaglie. to a spegnere in me ogni proposito, a In tanti anni di sodalizio, non ho fat- soffocare ogni concreta possibilità di to di voi (perdonatemi la fierezza) un dar corso al mio ultimo seminario... manipolo di discussori esemplari? E non è, forse, la discipli- 2° STUDENTE (con vocepiu ferma) Lo faccia, invece! Ci parli na storica della cui docenza mi onoro da mezzo secolo, la dell'impedimento in sé, se non vi sono altri temi. E staremo materia piu duttile, la piu articolata, la piu pronta, insom- a vedere. ma, a dar fuoco ai contrasti di idee che suppongo imminen- 3° STUDENTE Lei afferma d'averlo conosciuto, questo ti, e insieme a contenerli e a frenarli? "qualcosa". Ci dica le circostanze pratiche dell'incontro; maEppure, amici miei, tutto questo non accadrà. Per la pri- gari arriveremo alla sua forma e al suo nome per induzione. ma volta, alla vigilia di un giubileo che credevo festoso, mi IL PROFESSORE (fra sé) Le circostanze pratiche dell'inpresento a voi in una veste che non dirò umile ma perplessa, contro? senza un appiglio ragionevole, senza neppure un canovaccio 3° STUDENTE Esattamente. per il lavoro che incombe: quasi senza parola. IL PROFESSORE (adagio, come immergendosi in un pensieSignori! La rivelazione che ho da farvi quest'oggi è preli- ro lontano) Fui visitato all'improvviso, in pieno giorno. Qualminare a qualsiasi discorso. Per il mio ultimo anno di inse- cuno, o qualche cosa, occupò uno spazio accanto a me, che gnamento, io non ho argomenti di cui discutere, non ho ero seduto allo scrittoio, intento a certi riscontri, e vi rimase concetti da sottoporre a scandaglio, autori o testi di cui spia- a lungo, scrutando mestamente, mi parve, le mie carte fitte nare e riproporre i messaggi. In una parola: il seminario non di note. La sua presenza mi attirò subito senza incutermi né può aver luogo per mancanza di oggetto. Queste carte sulle paura né meraviglia, In verità mi sembrò piu simile a una · lioteca Gino Bianco
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