76 Toccato abbraccio con lo sguardo tutta questa gente che allegra si stringe ai sudati suoi sogni. Solo in questa loro commozione, nella caparbia e timida passione della fantasia, ritrovo l'esotico, come solo nel comune avvincersi ai sogni che lievitano la realtà resiste l'unità di un'America Latina sfolgorante e ormai spossata. Mi fermo anch'io, desideroso d'oblio, per non ripartire mai piu. Ma l'allegria invidiata, studiata con occhio fisso, si disfa in smorfie che poco hanno di gioioso: un volto in festa diventa al mio sguardo ammirato una bocca che sghignazza sotto un occhio che potrebbe piangere. E il movimento che ricostruisce l'unità ripristina le distanze: la realtà ricomposta, solare si chiude nel suo semplice disegno, indecifrabile alla mente che straniera cerca di interpretare i destini, a chi almanacca con cieca determinazione - senza dolcezza, senza abbandono - sui fili imbrogliati della ragione. IV. Le tempeste del tuo respiro! Prima tiepide burrasche, folate, dolci bonacce e silenzi sospesi riempivano il mio orecchio con un ritmo che calava nel sonno. E come aquiloni tenuti da una mano ferma i miei pensieri non s'allontanavano da noi. Ora invece nel silenzio i fantasmi sinistri dell'immaginazione lievitano in cieli bui. Abbiamo ballato una canzone lenta - appoggiavi la fronte alla mia guancia - proprio come gli altri innamorati, ma con più sapienza e facilità, senza che ritmo e abbandono dovessero cedere uno all'altro. Ci stringevamo contenti. Ma anche nel momento della felicità, come per il rassegnato capriccio dell'età, sentivamo entrambi l'acido di una perfezione sempre lontana. Stanco di autobus notturni, rapito a chi non t'aspettava, ti ha colto un sonno indifferente. E insieme scopriamo solo più la condanna dei nostri sogni distanti. IX. Samba per un ragazzo del suburbio Vestirai il tuo costume sontuoso, il bianco, l'argento, le piume trionfanti, il gonnellino indio sulle cosce scure, il mantello serico sulle spalle potenti, divisa forse abbondante, ma sfarzosa come non l'hanno posseduta nemmeno gli antichi guerrieri. Con trecento tamburi e diecimila compagni - orgiastica e scompigliata falange - sgolato arriverai ali' Avenida dei sogni, al magico teatro dove l'onda s'infrange e un compagno piange, ma di felicità. Tra ali di folla osannante, t'inoltrerai danzando nei vortici di personaggi da favola che come i colori di una trottola poi sempre in uno, ruotando, si fondono. Il suo sguardo incantato ti seguirà per tutta la notte, fino a un'alba limacciosa e spossata; finché vostri sarete, come fu già di noi un tempo. Ma l'indomani, quando il ricordo non sarà che brace, fra tante cenere tu tornerai a sognare: re d'una notte, chi potrà mai farti abdicare? X. Ora il dolore ci accerchia. Non son foglie che cadono ma uomini che cedono, ad uno ad uno. Sinistro è il futuro di chi guarda morire. (Brasile 1983-85)
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