Linea d'ombra - anno V - n. 19 - lug./ago. 1987

-------------------,------------------,----------------,71 teratura francese, quella russa e quella te- che sento più vicino, e inoltre è il più auto- In Spagna la chiamano la "signorina di desca, sempre in francese, perché è l'unica biografico. Posso dire che è il mio primo li- Valladolid" ... lingua che ho sempre letto, ma la letteratu- bro, anche se non fu pubblicato fino al '60. Questo me lo disse Neruda a Parigi, e in ra spagnola quella no, non mi interessava. Effettivamente in Estation, Ida y Vuelta, un certo senso è vero. È evidente che Neruda Prima, Ortega era per me solo un signore scritto nel '25 a Roma, c'è già in embrione non conosceva Valladolid, ma sapeva che somolto celebre, però non avevo letto vera- La sinrazòn. no di Valladolid e mi disse questo perché avevo mente le sue opere. A Roma, quindi, nell'o- la brutta abitudine di emettere giudizi duri sulzio meraviglioso del Gianicolo, mi misi a Lei viene considerata una scrillrice dif- la gente che non mi piaceva; soprattutto quando è brutta fisicamente, sono implacabile ... studiare, a capire la filosofia di Ortega. Leg- Jicile. Cosa pensa di questo? C'era allora a Parigi una ballerina di quelle gevo anche altri autori di filosofia, per esem- A me sembra che le mie cose siano chia- capaci di ballare il Discorso del metodo: era pio Platone e Nietzsche, le mie grandi re come l'acqua, e le più complicate sono le molto brutta, e a Neruda parve provinciale da passioni, e avevo appena finito di scoprire più chiare! parte mia, non aver saputo apprezzarla. Alcome letteratura, in quel momento, Joyce. !ora mi disse: "non sarai mai altro che una La mia generazione era più affezionata, co- Ha trai/alo vari generi, dal romanzo, signorina di Valladolid". Ed è un errore, perme pure io lo ero, a Proust. Era un gran al saggio, alla poesia (poche volte). Quale ché io sono una bambina di Valladolid, non maestro, ma io non ero appassionata di le è più congeniale? una signorina di Valladolid! Le signorine di Proust perché il mondo sociale di Proust non li romanzo. Credo sia il genere nel quale Valladolid sono signorine di estremissima deera quello che mi attraeva: il suo gran mon- mi realizzo di più; per essere franca, mi vie- stra, estremamente cattoliche ... lo sono una do, le sue squisitezze, no, non era il mio ne meglio. In me non c'è differenza tra il ro- signorina del Barrio de Maravillas, che è in mondo. Invece mi affascinava Joyce, la sua manzo e gli altri generi, a livello formale la Madrid, completamente autodidatta, e sono irregolarità, il suo carattere blasfemo e pro- mia prosa è esattamente la stessa. una bambina di Valladolid. fondamente religioso, tutte le sue stranezze. L'anormalità di Joyce è il mio mondo. Come è nata la voglia di scrivere? L'ho sempre avuta. La mia famiglia mi educò alla letteratura. I miei genitori leggevano molto e io ho sempre avuto la passione della letteratura. Non fui precoce, però nello scrivere: nel '25 avevo 27 anni. È vero che lei legge dall'età di tre anni? Si, fu mio padre ad insegnarmelo. Tra le scrillrici che le sono più care chi ricorda? Nessuna. Riconosco il valore letterario di Virginia Woolf, ma mi succede un poco come per Proust: riconosco che è una scrittrice fenomenale, i suoi scritti di critica mi sembrano ammirevoli, ma il suo spirito no, io non vivo il mondo di Virginia Woolf, non è il mondo letterario in cui entro; la ammiro, ma ... no, incluso il suo famoso femminismo, così pieno di errori di tattica. Ha una posizione ammirevole nella letteratura, ma la sua vita sociale fu un disastro. E tra i narratori italiani? Ho letto in una notte, quando ero in Argentina, La Romana di Moravia. Le modelle di cui parla ... per me erano personaggi adorabili. Andavamo io e Timo (mio marito), nelle loro case, conosco la vita delle modelle perché ho vissuto per quasi sei anni nel- !' Accademia di Spagna e chiaramente La Romana mi impressionò moltissimo. Ci sono altre opere che conosco, li nome della rosa di Umberto Eco, Il mestiere di vivere di Pavese ... Quali sono le sue opere che vorrebbe fossero tradotte in Italia?. La sinrazòn, ma mi rendo conto che è un'opera molto densa e che non conoscendo niente dell'autrice può risultare un poco scioccante, perciò Desde el amanecer, per incominciare a conoscermi, e poi La sinrazòn, che è l'opera che più apprezzo, ma mi rendo conto che è un poco ... non astrusa ma, come dicono gli spagnoli, enrevesada. Vi ho ESTATECITTADINA. UN ARCHETIPO Piera Oppezzo Ai primi di giugno una mosca ci ha annunciato l'estate. Le mosche di fatto non ci sono più, ma succede ancora che ne capiti una a ricordarci l'esistenza della specie e l'avvio della nuova stagione. Infatti nella temperatura avevamo notato un cedimento al calore e adesso, mentre il suo ronzio ci circuisce, vediamo l'estate davanti a noi. Poi avremmo potuto notare il solstizio d'estate, se ci fossimo ricordati di ricordarcene. Poi è luglio, non importano i gradi, nell'estate ci siamo dentro. L'estate è qui. Regale stagione. Anche se da noi al nord l'inverno è lungo e l'estate breve, resta lei la stagione sovrana, quella che più si distingue nell'arco dell'anno. E non tanto per le vacanze. Progettate-già-passate. Una meteora. Ma per come ci sentiamo nel periodo in cui continuiamo a fare le stesse cose, a vivere nello stesso posto. Non è vero che l'estate è il periodo delle grandi partenze, è quello invece di un grande ritorno. Còme se nel caldo, da cui peraltro cerchiamo di difenderci per salvaguardare le energie quotidianamente necessarie, ci fosse qualcosa di originario, qualcosa che ci riporta a un prima. A un passato lontanissimo, un'eternità alle nostre spalle, ci viene da pensare, se ci soffermiamo su certe persistenti sensazioni che si ripetono immutabili a ogni ritorno del- ! 'estate. Come se la rilassatezza o allentamento che ci prende, che traduciamo in un bisogno di minore attività o, più esattamente, in un gran desiderio di battere la fiacca, comprendesse il riemergere di una dimensione archetipica di cui non abbiamo nozione ma che però percepiamo. Nel senso che quando lavorato sopra per dieci anni. È il romanzo Fo10 di Gianba11is1aChiodi/ Agenzia Grazia Neri.

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