Linea d'ombra - anno V - n. 19 - lug./ago. 1987

56 stato americano carta bianca per bombardare chiunque non sia allineato. Essa fornisce una retorica etica, una scusa buona per giustificare qualsiasi malefatta commessa in giro per il mondo. Il codice etico rappresentato dalla Forza è essenzialmente conservatore, poichè attribuisce un grande valore al conformismo irrazionale. Il codice di comportamento proposto dai film si situa a mezza via tra il codice cavalleresco dei cavalieri della Tavola Rotonda e le idee del reverendo Jerry Falwell: si ha la netta impressione che la Forza non dedicherebbe molto tempo all'antirazzismo, al femminismo o agli omosessuali. E il mezzo per imbrigliare il potere della Forza consiste nel lasciar andare la propria coscienza e la propria ragione. Quanto Obi-Wan Kenobi, il personaggio di Alee Guinness, insegna a Luke Skywalker a diventare un cavaliere Jedi, lo benda quando sta per essere attaccato. Poi gli dice come deve fare a difendersi: "Usa le tue emozioni, Luke, usa le tue emozioni". Il nuovo patriottismo che si è impadronito dell'America richiede un conformismo irrazionale molto simile - fede nei capi, nella bandiera, in unéj serie di simboli arcaici di un'America mitica. L'appello a sognare l'America è l'equivalente nella vita reale del consiglio di Kenobi a Luke Skywalker: lascia perdere l'intelligenza razionale, usa le emozioni. La Forza è anche strettamente connessa a una retorica del martirio. Nel primo film Kenobi dice a Darth Vader: "Se mi vinci io diventerò piu potente di quel che tu possa mai immaginare". Egli viene ucciso, e subito dopo si trasforma in una voce disincarnata che sussurra di tanto in tanto all'orecchio di Luke Skywalker - suscitando le ire del mio summenzionato bambino di sette anni, che in questi momenti protesta: "Ma lui è morto!" L'etica del martirio trova un'eco nella professata convinzione di Reagan circa l'imminenza dell'apocalisse. Egli dichiara pubblicamente che ritiene di poter assistere all'evento nel corso della sua vita. E sebbene fra tutti i presidenti, escluso Nixon, o forse compreso Nixon, Reagan detenga il primato quanto a dichiarazioni qualificate piu tardi come "non operative", fa venire i brividi il pensiero che uno dei due uomini in grado di mettere fine al mondo creda, o pensi di credere, che la fine sia prossima. Il punto chiave riguardo alla Forza è quindi che si tratta di un'idea religiosa conservatrice, la cui principale applicazione è militare. Non sorprende che gli Stati Uniti di oggi abbiano prodotto un simile mito. Come molti altri paesi, gli Stati Uniti stanno vivendo un periodo di revival religioso su vasta scala. Questo è il risultato, in parte, di un fallimento della politica secolare. La politica secolare di tutti gli orientamenti si fondava sulla promessa di una prosperità sempre crescente per tutti. Ma le promesse non sono state mantenute. E nel frattempo il linguaggio della politica ha accantonato molte cose che invece alla gente interessano. La politica è diventata incapace di discutere di questioni spirituafi - la felicità, la speranza, l'amore. La religione colma questo vuoto e ha il vantaggio di assumere impegni che verranno rispettati solo dopo che il consumatore sarà morto (cioè quando sarà troppo tardi per protestare): proponendo il paradiso sulla terra c'è l'inconveniente che la gente, quando non si avvera, se ne accorge. Naturalmente come spiegazione del revival religioso questa è decisamente troppo semplice, anche perché negli Stati Uniti la promessa di una crescente prosperità è stata mantenuta meglio che in qualsiasi altro luogo. Non si può negare che negli Stati Uniti esistano privazioni e autentica povertà, ma bisogna notare che la grande maggioranza dei nuovi fondamentalisti religiosi è composta da gente per cui il sogno americano non si è affatto tramutato in incubo: da gente che in effetti se l'è cavata piuttosto benino. Perché allora la "maggioranza morale"? Perché questa rinascita di religiosità vigorosa e battagliera? A mio parere essa costituisce la risposta a una crisi del nazionalismo negli Stati Uniti. Essere americano negli ultimi dieci anni è stato tutt'altro che facile. Quello che si presumeva sarebbe stato il secolo americano è sfuggito al controllo del- !' America. Ripetutamente e un po'dovunque nel mondo si è puntato sui cavalli politici sbagliati - Somoza, Marcos, Duvalier, Pinochet, Zia, l'apartheid. Il mondo ha dimostrato scarsa gratitudine per la protezione americana. E poi c'è stata una serie di disastri tutti americani - il Vietnam, il Watergate, la crisi degli ostaggi in Iran - che nel complesso hanno suscitato negli americani un senso di crescente impotenza. La convinzione degli americani di essere buoni, di essere quelli che dovrebbero vincere, si è sgretolata. E senza la sensazione della bontà, senza la rivendicazione di una assoluta superiorità morale le loro ragioni di agire perdono potere: c'è un disturbo nella Forza, per usare la retorica del film. Quando c'è un simile disturbo nella Forza, l'unica soluzione è ricorrere al supremo essere stesso - rinnovare la Forza. È stato necessario ricordare agli americani che Dio è dalla loro parte. A tale scopo la religione è stata arruolata al servizio dello stato. Come accade in tutte le attuali manifestazioni di fondamentalismo religioso e di revival della religione, quello americano è un nazionalismo mascherato. Parlare semplicemente di un revival religioso significa travisare quanto sta realmente succedendo - cioè che le religioni, la codificazione di molto di quanto è piu nobile nel pensiero umano e molto di ciò che è meno nobile - vengono dirottate al servizio del potere. A me pare che la SOi sia un'incarnazione perfetta di questo inedito teologizzare nazionalistico. È concepita su una scala gigantesca perché lo stato di Dio deve rendere grandiosi i propri progetti; colloca il popolo eletto (in teoria) sotto il poderoso e invincibile scudo divino, e richiede dai suoi adepti un colossale slancio di fede - perché quasi certamente non funzionerà. Sospeso a metà fra la terra e l'infinito, le sue immense e inutili armi otterranno uno status, se non divino quanto meno angelico. Le Guerre stellari sono l'angelo custode dell'età nucleare. Questo almeno è quello che i suoi sostenitori vorrebbero che fosse. Ma è probabile che si rivelino piuttosto come un autentico angelo sterminatore. (traduzione di Mario Barenghi) Copyright "End Journal", rivista dello European Nuclear Disarmament. I disegni di questa sezione sono di Federico Garcia Lorca.

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