Linea d'ombra - anno V - n. 19 - lug./ago. 1987

52 venuta neanche un'idea; e improvvisamente si accorge di non aver bisogno di contenuti per raccontare. Ed è qui che iniziano le storie. Quel tipo di letteratura che vende la verità - quindi null'altro che contenuti - che ha bisogno di storie originali, nuove, mai udite, ha un nome preciso: è la para letteratura. Al contrario, ciò che io scrivo non è letteratura. Tutto quello che al mondo è stato scritto è la letter.atura, io vi contribuisco con un apporto minimo. Se si trattasse solo di contenuti, di tenersi dei libri nelle librerie, questo sarebbe ormai un capitolo chiuso da tempo. I libri e le storie di questo mondo ormai sono stati scritti. Io sono convinto del fatto che l'unico compito di un autore sia di continuare la tradizione del racconto, affinchè si continui a raccontare, affinchè tutto quello che è stato narrato venga narrato ancora e ancora. E i lettori? lo trovo che i lettori siano persone fantastiche, completamente matte. Bisogna che uno sia matto per leggere. l lettori sono da centinaia di anni un piccolo gruppo di minoranza, ma un gruppo di gente pericolosa e sovversiva; io non credo che gli scrittori cambieranno il mondo: saranno i lettori a farlo. Si possono ridurre al silenzio gli scrittori sia nelle dittature sia nelle democrazie, li si può perseguitare, torturare, vietare; ma non si possono perseguitare e vietare i lettori: quella dei lettori è l'internazionale piu vera e piu forte. Se mi ponessero di fronte all'alternativa: da oggi in poi puoi soltanto o scrivere o leggere, farei in fretta a decidere: leggerei soltanto. C'è da dire tuttavia che, partendo dalla mia esperienza, constato che leggere è un'attività quasi identica allo scrivere. Quando leggo ho sempre l'impressione che nel mio corpo avvenga la stessa cosa di quando scrivo; e si tratta in entrambi i casi di procedimenti strettamente corporei: leggere e scrivere creano delle modificazioni corporee come se ci si sollevasse dal terreno. Ho anche cercato di informarmi nelle biblioteche mediche, ma apparentemente nessuno ha ancora studiato questo argomento. Ma non crede che si possa dire che ognuno legge in un modo particolare, che ognuno ha un suo personale approccio al testo? Certo. Ma quando due persone sono entusiaste dello stesso libro, di norma lo sono nello stesso modo. I lettori sono degli individualisti, della gente che fa tutto diversamente dagli altri, ma nel leggere solidarizzano e diventano uguali; questo è ciò che io chiamo "la congiura dei lettori", dato che i lettori sono effettivamente dei congiurati. E gli scrittori cosa sono? Per lei cosa vuol dire essere scrittore? lo scrivo appunto perchè sono stato e sono un lettore; ho letto dei libri, già da bambino, e ho pensato: questo lo so fare anch'io. Non sono diventato scrittore perchè sentissi l'esigenza interiore di comunicare qualcosa; io sono molto impegnato politicamente, sono di sinistra per assoluta convinzione, ma mentirei se dicessi che ho un'esigenza interiore e per questo scrivo. La letteratura è anche e soprattutto un gioco, e non sono stato io ad inventarlo: se la letteratura non fosse esistita, non sarei diventato scrittore. Semmai si può dire che sono scrittore perchè non so giocare a pallone: infati ho cominciato a undici anni a scrivere poesie perchè ero un cattivo calciatore e sfiguravo con i miei amici; ho dovuto trovare un campo in cui avere successo e prendere la rivincita, e cosi ho cominciato a scrivere. Questa si può prendere come la dimostrazione del fatto che spesso quello che non si sa è piu importante di quello che si sa, e che bisogna sapere non sapere. È strano in ogni caso il perchè si scriva: si scrive anche perchè si desidera sempre scrivere qualcosa di diverso da ciò che si è già scritto. Esiste qualcosa come la storia piu bella del mondo: ce ne sono centinaia; la storia piu bella è sempre quella che si è appena letta. Nessun autore del mondo è riuscito a scrivere per se stesso la storia piu bella del mondo: è stato sempre un altro a scriverla. Una cosa certa è comunque che lo scopo di ogni letteratura, anche se non di ogni scrittore, è di divertire e intrattenere, anche nel caso della letteratura piu complessa, di Joyce come di Conrad; altrimenti non sarebbe piu possibile giustificarne l'esistenza. Lei prima parlava anche della letteratura nei termini di una realtà consolatoria. Appunto. Un uomo che sia fortemente depresso dice: devo parlare con qualcuno; si cerca qualcuno al bar o in strada con cui parlare, non però della sua tristezza, ma solo per parlare. Per un cane è molto piu semplice esprimere i propri sentimenti; ha un verso per tutto, per la gioia e per il dolore, per la fame e per la sete: bau bau. Noi poveri uomini non abbiamo questo verso. Quando vorremmo semplicemente fare dei versi, siamo obbligati a trasformarli in parole e a

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